giovedì 27 ottobre 2011

S.O.S. Giustizia


S.O.S.

A tutti i cittadini che sentono la necessità di collaborare al miglioramento della Società moderna, propongo :

1) di leggere attentamente il tragico caso di "Roberto Casalboni
2) di unirlo ai tanti tragici casi di Ingiustizia giudiziaria occorsi
3) di prendere coscienza delle angherie e degli abusi evidenti
4) di risalire alla causa prima per cui le leggi vigenti sono ignorate
5) di riflettere sulle pesanti conseguenze per i cittadini inermi 6)di soppesare la gravità degli errori commessi da quelle Istituzioni che hanno il mandato di difendere i "Diritti dell'Uomo

e, solo dopo una saggia elaborazione di tutti i punti sopra elencati,

7) di esprimere il proprio parere per rendere pubblico che
tuttora esistono cittadini che non sono inerti, ma hanno la"capacità"
di giudicare le violazioni ai diritti dell'uomo ed hanno il "coraggio"
di chiedere una Giustizia democratica.


Breve flash sul caso giudiziario di Roberto Casalboni

Mio figlio, Roberto Casalboni è morto in Norvegia, a solo 39 anni, causa un incidente stradale e a causa di negligenze e gravi errori medici in ospedale, in data 17-08-2003.
Segue il processo, in cui il giudice, falsando la verità, colpevolizza un
ginnocente morto” per salvare un “colpevole vivo”.
Segue il rifiuto del mio Appello alla ingiusta sentenza del giudice, da parte dell'Ambasciata Italiana a Oslo
Segue il silenzio omertoso delle Istituzioni coinvolte,che trascinano nel tempo i Ricorsi
presentati.
Segue il rifiuto del Procuratore norvegese alla richiesta di riaprire il Processo, visto che sono emersi nuovi elementi che possono rimuovere la sentenza emessa in precedenza.
Segue la drastica chiusura del caso, da parte del Procuratore Generale norvegese, perchè il caso R.C. è “una palla che scotta”.
Segue il mio Ricorso alla CEDU (Strasburgo) sede della difesa dei Diritti dell'Uomo, con l'elenco delle violazioni ai diritti dell'uomo,comprovate nel caso giudiziario di R.C.
Segue, prima l'accoglimento del caso, poi il rifiuto di inoltrarlo alla Commissione Superiore,con la cinica giustificazione che non è stata rilevata alcuna violazione …....

Mi domando perchè le prove presentate da noti professionisti non sono mai state valutate, non sono mai state confutate, non sono mai state demolite....... quindi è facile affermare che non è stata rilevata alcuna violazione ai Diritti dell'Uomo in risposta al Ricorso inoltrato per ottenere Giustizia a favore di Roberto Casalboni , Vittima innocente. A mio avviso è stato commesso un grave abuso di Potere........


Perciò ho pensato di indire un”processo popolare”via internet,perchè sono convinta che, nonostante il “caos”esistente nella società moderna, esistono ancora persone responsabili :
operai,impiegati,studenti,professori,dottori,sacerdoti,scienziati,magistrati,avvocati, ingegneri,tecnici,scrittori, giornalisti, artisti, i quali hanno capito che solo la Giustizia può costruire una società pacifica.
Quindi sono certa che queste persone, dopo avere preso conoscenza del tragico caso di Roberto Casalboni,dopo avere seguito la “via Crucis”di una Madre, che per tanti anni ha lottato, con la fiducia di una persona onesta, per ottenere Giustizia, sono certa che queste persone desiderano mettere sulla bilancia della Giustizia il loro voto, dimostrando di essere uomini responsabili.


PROCESSO ALLA GIUSTIZIA NEL TRAGICO CASO GIUDIZIARIO DI ROBERTO CASALBONI

Io chiedo venia se mi prolungo in dettagli, ma solo in questo modo posso mettere in luce i gravi errori commessi, l'ostruzionismo occorso, le violazioni perpetrate ai "Diritti dell'Uomo", in un clima di latente demagogia dalle Istituzioni coinvolte nel tragico caso.

Anno 2003
In data 17 Agosto R.Casalboni, cittadino italiano, tecnico informatico, di 39 anni, viaggia in sella alla sua moto, sulla strada principale che porta a Kristiansand (No) deve prendere il traghetto per rientrare in Italia.È felice di avere conosciuto il Nord Europa con le sue verdi
vallate, le tozze montagne tagliate da sottili cascate argentee, le scure brughier ravvivate da cespugli colorati di erica, i piccoli laghi cristallini e l'indimenticabile spettacolo del "sole di mezzanotte..(da sms ricevuti)

Il 18 agosto ricevo la notizia della morte di mio Figlio.Rimango folgorata...un urlo inumano...l'intervento del dottore...il conforto di persone amiche...il desiderio di morire per non vivere la crudele realtà. Per vari giorni non riesco a reagire,fino a quando arriva la salma., osservo, attraverso il vetro della bara, il viso pallido di mio Figlio e noto una smorfia di dolore che mi strappa lacrime amare e mi porta, in un lieve sussurro, le sue ultime parole: -Mamma, mi hanno tolto la Vita...io non volevo morire...non ho alcuna colpa.....guidavo a bassa velocità.-Impietrita dal dolore, gli dò il mio ultimo bacio e giuro di lottare fino al mio ultimo giorno di Vita per conoscere la Verità sulle cause della sua Morte e per ottenere Giustizi. Allora riprendo le mie forze e decido di andare in Norvegia per avere informazioni dettagliate. L'avvocato M.Cornacchia del foro di Rimini, prende contatto con l'Ambasciata italiana a Oslo, per chiedere il permesso di contattare la Polizia locale di Kristiansand, per conoscere il luogo dell'incidente e dettagli relativi e anche per contattare l'equipe medica dell'Ospedale dove mio Figlio era morto.

26-27-28 Settembre.
Viaggio in aereo in Norvegia, incontro a Oslo con la guida italo-norvegese indicata dall'Ambasciata italiana, trasferimento in auto a Kristiansand. La Polizia locale ci accompagna sul luogo dell'incidente, ma non ci dà alcun dettaglio, perchè sono in corso indagini processuali.Noi possiamo intuire la dinamica dell'incidente tutta a sfavore del l'automobilista che, sbucando da un crocevia in cui aveva l'obbligo dello Stop,non si era fermato e aveva tagliato la strada al motociclista per non avergli dato la precednza. All'Ospedale"Sorlandet, ci riceve un semplice dottore dell'equipe medica e non il prof.Hauss,che aveva operato mio Figlio.Mi presenta le sue condoglianze e mi dice che avevano fatto il possibile per salvargli la vita. Alla mia richiesta di darmi copia della cartella clinica, promette di inviarla al mio indirizzo, appena possibile.(cosa che non è stata mai fatta fino all'anno 2008,quando è stata richiesta da un noto Professore dell'Università Medica di Oslo per potere studiare le possibili cause della morte di Roberto Casalboni.)

Al mio rientro in Italia mi ritrovo sfinita per il dolore, la delusione, il lungo viaggio e mi colpisce un" temporaneus ictus arterial" alla gamba destra.Dovevo riposare, dovevo curarmi,dovevo vivere per ottenere Giustizia. Nella mia ingenuità ero fiduciosa nella sentenza del giudice.Era un caso molto semplice, con le prove di colpevolezza evidenti.
Il compito dell'avvocato d'ufficio italo-norvegese,cui era stata affidata la difesa di R.Casalboni,era facile, senza alcuna possibilità di confusione.
Nonostante ciò io, Madre, invio una lettera al Tribunale Norvegese, invitandoli ad essere cauti nel processo, profondi nelle indagini, giusti nella sentenza, perchè mio Figlio era spiritualmente presente .


Anno 2004
In data 13 Maggio arriva la sentenza del Tribunale Norvegese, inviataci dall'Ambasciata italiana a Oslo,nella quale il giudice afferma che il conduttore della Toyota "non è colpevole" dell'incidente occorso a RobertoCasalboni,ma è solo colpevole di una semplice disattenzione dei segnali stradali..... e si appoggiano a una piccola legge del codice stradale, per eludere la responsabilità di “omicidio colposo.Infatti il giudice, invece di applicare il comma 239 del codice penale, ha applicato il comma 205 del codice stradale norvegese per cui il colpevole è risultato “non colpevole”. Rimango esterefatta.

In data 14 maggio invio all'Ambasciata italiana a Oslo la mia richiesta di inoltrare il mio Appello contro la sentenza del Tribunale Norvegese. La risposta è la seguente :- Non si consiglia domanda di Appello, perchè "la causa di R.Casalboni è perduta in partenza” .
È una chiara negazione dei diritti di un cittadino.
Che cosa ci sta a fare l'Ambasciata in un Paese straniero? Per difendere i propri cittadini o per accettare diplomaticamente qualsiasi giudizio per non suscitare polemiche internazionali?

In data 15 maggio invio all'avvocato italo-norvegese Congeddu la stessa richiesta di inoltrare il mio Appello contro la sentenza del Tribunale Norvegese.
La risposta è la seguente : La madre di R.Casalboni “si ribella alle leggi norvegesi, vuole rivolgersi alla stampa e arrivare al Parlamento .”
Siamo in tempi di democrazia. Ho io, Madre, il diritto d'indagare sulle cause di morte di mio Figlio,il diritto di chiedere l'Appello alla sentenza che reputo ingiusta,ho il diritto di rivolgermi alla stampa, al Parlamento ed anche al Capo dello Stato, se necessario, per rendere pubblica l'Ingiustizia , causa l'abuso di Potere .?
L'avvocato italo-norvegese ha paura della Verità e delle conseguenze e in data 25-05-2004-rinuncia al mandato di difesa conferitogli, senza avere trovato prima un collega che lo sostituisca.

giugno-luglio-agosto-settembre-ottobre-novembre
Lettere dell'avv.M.Cornacchia all'avv.Congeddu, per chiedere l'invio della documentazione che a noi manca e per inoltrare personalmente l'Appello al Tribunale Norvegese.
Risposte nulle o evasive.

dicembre
Solo nel dicembre 2004, dopo una mia drastica telefonata all'avvocato norvegese, in cui minaccio di denunciarlo, riceviamo copia dell'iter processuale,della sentenza e delle testimonianze.Erano trascorsi 6 mesi,tempo superato per presentare l'Appello.
I documenti e le relazioni ricevute erano scritte in norvegese;per noi erano incomprensibili
Anno 2005
Solo dopo le festività , possiamo rivolgerci a una agenzia per la traduzione legale delle copie inviateci, ma per cause varie, solo nel maggio 2005, possiamo leggere in italiano la documentazione inviataci in lingua norvegese e,quindi, possiamo venire a conoscenza delle irregolarità occorse nel processo, delle false testimonianze, degli errori medici in ospedale e della sentenza ingiusta cme avevamo già intuito.
Perciò affido all'ing.C.Durante, stimato professionista di Bologna, il compito di studiare il caso per portare alla luce la "Verità tecnica."
Risultato dell'indagine,dopo un attento studio dell'incidente basato su dati concreti e su prove dinamico cinematiche è il seguente : - causa dell'incidente è stata la grave disattenzione del conducente della Toyota, che, senza rispettare lo stop, si è immesso nella strada principale, senza guardare a sinistra ed ha tagliato la strada al motociclista, che , nonostante la sua brusca frenata, ha cozzato contro la portiera anteriore dell'auto alla velocità di 20 Kmh.ed è stato catapultato a terra.-
Dallo studio preciso e attento della dinamica dell'incidente eseguito dall'ingegnere italiano, risulta che la velocità, prima della frenata, era di 41Kmh.contro la deposizione dell'ing.norvegese,che aveva dichiarato una velocità di 59-63 Kmh.(con l'errore di un coefficente di calcolo che porta a maggiorare la velocità)

Il giudice nella sentenza aveva dichiarato, senza alcun supporto tecnico, che il motociclista andava alla velocità di 90 Kmh.
È dissacrante tale falsità da parte di un giudice nel caso di Morte di un Uomo, non colpevole, in quanto risulta che egli ha sempre rispettato i segnali stradali. Il giudice non ha preso in considerazione la dichiarazione di un testimone oculare norvegese che ha affermato di avere visto l'auto che tagliava la strada alla moto,dando invece credito a dubbie testimonianze reticenti...
L'ndagine dell'ingegnere italiano si allarga poi alle testimonianze che sollevano dubbi e confusione senza avere supporti tecnici, evidenzia i lievi danni dei mezzi che sono stati deliberatamente aggravati, per dimostrare una velocità superiore alla norma e sottolinea anche che il cartellone indicativo la località, colpevolizzato appositamente di togliere la visibilità e prontamente cambiato,non aveva alcuna responsabilità relativa all'incidente occorso, come ha poi dichiarato la stessa Autorità del Comune norvegese,che ha affermato che il suddetto cartellone era stato posto di proporzioni giuste e in modo da non ostacolare la visibilità.
Come si possono accettare dichiarazioni così sfacciatamente false da parte di funzionari di Istituzioni che hanno il dovere di portare alla luce la Verità, per raggiungere quella
Giustizia che sola, può riscattare la Vittima e il Colpevole ?

Nel contempo affido al Prof. dr.G.Zanetti, primario dell'O.C. di Bologna e stimato docente Universitario, il compito di studiare il caso di Roberto Casalboni per portare alla luce la" Verità medica ", basata sui dati presentati dall'Ospedale Sorlandet al Tribunale(poi risultatinon precisi),come segue:
- L'Ambulanza viene allertata alle h.12,45 dalla Polizia che è chiamata alle h.12,40 circa dall'investitore.Trova il ferito a terra, senza conoscenza, ma con le pulsazioni regolari.
L'Ambulanza consegna il ferito all'Ospedale alle h.13,08
Dalle h.13,08 alle h.13,38 il ferito è lasciato in aspettativa senza soccorso
Il ferito ha ripreso coscienza,si agita,non riesce a parlare,esce un filo di sangue dalla bocca, urla,non risponde. Gli infermieri dichiarano che non collabora....... ( ma come può collaborare un uomo ferito, che ha subito un trauma, ha la bocca piena di sangue, ha un'emorragia all'interno ?..come poteva collaborare se non capiva la loro lingua, se non riconosceva l'ambiente dove era, se il dolore lo attanagliava, se la paura della morte oscurava la sua vista ?....siamo in un lager o in un ospedale con infermieri abili nel loro servizio e anche sensibili e rispettosi al dolore degli infermi ?)
Alle h.13,40 circa iniziano gli esami preoperatori, ma non viene fatta l'angiografia,l'esame più importante e necessario in quel caso.
Perciò non viene individuata la piccola vena lesa che gocciava sangue fin dalle h.12,30 circa. Viene suturato il fegato ed anche la milza e poi si fanno varie trasfusioni,ma a che cosa servono, se non si sutura la vena ?
Mio Figlio muore dissanguato alle h.17,05
Il corpo del ragazzo viene sottoposto all'autopsia.-

Il Prof.dr.G,.Zanetti chiaramente contesta la tesi del chirurgo dr.Hauss, che aveva dichiarato che la causa dell'emorragia di R.Casalboni era stata la folle velocità di corsa (non corrispondente alle prove tecniche)solo per nascondere il suo grave errore e per trovare una giustificazione che è inaccetabile in medicina, ma anche alle persone ignoranti in medicina.
Il Prof.dr G.Zanetti, in varie relazioni, ribatte con chiarezza che la falsa priorità dell'intervento è stata la concausa della Morte di R.C. senza tenere conto di altri gravi errori commessi dall'equipe medica.
(nell'anno 2008 il prof.Pillgram Larsen dell'Università di Oslo dichiarerà la stessa tesi, in disaccordo con le confuse dichiarazioni dell'equipe medica dell'Ospedale.)

Le perizie dell'ing. Cosmo Durante e del prof.dr. Gianfranco Zanetti, mi danno le basi concrete, su cui appoggiare un Ricorso legale, per riaprire l'ingiusto caso di "R.C." ed ottenere Giustizia.
Perciò, trascinata dal mio amore materno, dalla rabbia per il "processo farsa", dalla delusione per le dichiarazioni ingannevoli,dal dolore per la morte procurata del mio unico Figlio, dalla ribellione per la mancanza di rispetto ai "diritti dell'Uomo", informo le più alte Autorità Sociali per chiedere un appoggio alla causa di Roberto Casalboni, il quale rappresenta idealmente, le tante Vittime della strada, sepolte nel silenzio della morte senza avere ottenuto giustizia, nonostante lo straziante dolore dei familiari.

Come cittadina italiana, ho ritenuto giusto informare il Presidente della Repubblica italiana, il Presidente del Consiglio e il Ministro degli Esteri a Roma, l'Ambasciatore italiano in Norvegia, della mancata tutela di R.Casalboni, Vittima innocente, da parte della rappresentanza diplomatica della Repubblica Italiana .

Come straniera, ho ritenuto giusto informare il Re di Norvegia, il Ministro di Giustizia norvegese, l'Ambasciatore norvegese in Italia, il Direttore dell'Ospedale "Sorlandet", il Ministro della Sanità norvegese, la Polizia di Agder,il Tribunale di Kristiansand dei gravi abusi e delle ingiustificate violazioni ai "Diritti dell'Uomo, nel tragico caso di R.Casalboni.

Nessuna risposta sollecita, eccezione fatta per il Re di Norvegia, che, tramite il suo segretario, mi presenta le sue condoglianze ed il suo rincrescimento per la tragica vicenda, ma dichiara che non ha il potere di intervenire, perchè la Magistratura è indipendente.

Contatto la Stampa europea e varie Associazioni civili , allo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica al grave problema delle Vittime della strada e per mettere in evidenza la ingiustificata disattenzione delle varie Istituzioni responsabili.

Contatto a Roma un avvocato esperto in diritto internazionale, per conseguire la riapertura del processo ingiusto. Accompagnata dal mio legale, lo mettiamo al corrente della situazione processuale e legale.Egli promette di interessarsi al caso, visto che ha varie conoscenze legali in Norvegia. Restiamo d'accordo, perciò gli lasciamo la pratica,gli indirizzi, ed un fondo spese per i primi approcci.
Purtroppo in sei mesi non riceviamo nè una telefonata, nè una lettera.......
devo rimuoverlo io dall'incarico affidatogli, causa la sua inerzia.........
mi ha fatto perdere tempo prezioso e denaro........
È più che evidente una grave mancanza di etica professionale !

14 luglio
1° Ricorso al Capo dello Stato con la richiesta che sia fatta piena luce sulle cause della morte di mio Figlio.
Mi risponde il Ministero degli Affari Esteri dichiarando che non dispone di nuovi elementi e che non ha alcun rapporto con l'avvocato di parte (per la verità il nominativo mi è stato dato dall'Ambasciata ).Mi domando a che cosa servono le Rappresentanze diplomatiche
all'Estero,se usano abbandonare i cittadini in grave difficoltà all'estero.............

18 ottobre
Risponde l'Ambasciata italiana a Oslo,affermando diplomaticamente che si mette a disposizione per qualsiasi ulteriore possibile assistenza .(per la verità sono solo parole, perchè non posso dimenticare che è stato l'Ambasciatore Italiano con l'avvocato di parte che non hanno inoltrato il mio Ricorso avverso l'ingiusta sentenza del giudice “perchè la causa di R.Casalboni è perduta in partenza”.Nel passare degli anni poi, nonostante le mie continue richieste e le richieste del mio legale,non hanno pensato alla difesa di R. Casalboni, cittadino italiano. Solo un distaccato rapporto).
L'Ambasciata Italiana all'Estero è un pezzetto d'Italia......è normale che rispetti il Paese che la ospita e che osservi anche le sue leggi,ma di fronte alla Morte di un cittadino italiano ha il dovere,tramite il Procuratore,di indagare le cause della Morte e ottenere Verità e Giustizia. E'un sacrosanto diritto rispettato da tutti i Paesi civili. Il cittadino paga le tasse e
l'Ambasciata non può rimanere inattiva, per timore di suscitare problemi internazionali

15 Dicembre
Rispondono il Direttore dell'Ospedale « Sorlandet » e il Ministro della Sanità Norvegese, i quali tendono a giustificare in modo superficiale e generico l'operato dell'equipe medica e non danno spiegazioni relative al ritardo ingiustificato dell'intervento medico.


Anno 2006
18 gennaio
Riceviamo dal Ministero della Difesa, on. Berselli le informazioni richieste relative alle leggi norvegesi riguardo i danni provocati ad altre persone.
La legge 1915 comma 202 dice che la penalizzazione può essere data anche a un Procuratore quando complica il Processo, quando lo falsificano, attraverso forme disoneste, ha cercato di impedire le informazioni esatte o ha .allungato i tempi del processo
La legge 1969 comma 3-3/ 3-2 afferma che deve essere penalizzato chi ha causato la morte di qualcuno per grave negligenza.
Questo chiarimento ci conforta per andare avanti fino ad ottenere Giustizia

22 maggio
L'avvocato M.Cornacchia contatta l'avv. Danilo Riponti del Foro di Treviso, noto come un avvocato capace , attivo, tenace, collaboratore della AIFVS.(Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada).
Egli ascolta attentamente i punti salienti del caso e accetta la difesa. Dopo avere studiato la documentazione, propone un Ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, per la riapertura del Processo. Noi accettiamo
L'avv.D.Riponti prepara a mio nome, un Ricorso alla CEDU (Corte Europea dei Diritti dell'Uomo),nel quale espone con chiarezza gli eventi occorsi,i torti subiti, le violazioni corrispondenti, la richiesta di riaprire il Processo relativo a R.Casalboni,per ottenere una giusta sentenza.

7 giugno
2° Ricorso al Ministero degli Esteri
Ripeto le stesse proteste : la tragica morte di R.Casalboni, l'ingiustizia subita, il disinteresse delle Autorità e ripropongo di volere fare luce sul comportamento anomalo dell'Ambasciata Italiana a Oslo
.
luglio
Ricorso al Ministro di Giustizia Norvegese
Ricorso al Ministero di Sanità Norvegese
Ricorso al NPE (Ente norvegese per il risarcimento)

Settembre
Ricerca attiva in Norvegia di un valido Avvocato che avesse il coraggio di risolvere il difficile caso di R.Casalboni.
Solo nel mese di settembre riusciamo a contattare l'avvocato H. Spydevold già noto per avere vinto la causa dei "figli di Hitler"contro il governo norvegese. Per questo motivo ho piena fiducia e, nell'incontro a Venezia in data 20/10/06,la mettiamo al corrente dei fatti occorsi, delle perizie effettuate e degli abusi subiti.
Quindi le chiediamo di studiare il caso e di trovare le possibili strade per portare alla luce la Verità ed, in particolare, di contattare quanto prima il Procuratore norvegese al fine di riaprire il processo"farsa"ed ottenere una sentenza giusta.
L'avvocato norveges H.Spydevold accetta l'incarico e promette di fare tutto il possibile per riuscire a ottenere Giustizia.

Novembre
L'avv. D.Riponti ha completato con precisione di dati e con giusti argomenti il Ricorso in difesa di Roberto Casalboni e lo invia all'avv.M.Cornacchia, perchè lo revisioni.
In data 24 dicembre verrà inviato alla CEDU-Strasburgo-sede dei Diritti dell'Uomo
Nel contempo, invio un Ricorso anche all'Ombudsman, che è l'Istituzione per la difesa del cittadino contro gli abusi del Potere, affinchè, a prescindere dalla nazionalità diversa, vogliano prendere in considerazione il tragico caso di R.Casalboni,ingiustamente trattato e vogliano dare il loro valido aiuto per ottenere quella Giustizia negata irresponsabilmente.
Dopo molteplici petizioni, mi risponderanno che, spiacenti, non possono fare nulla, perchè il caso presentato non è inerente al loro Potere.

18 Dicembre
3° Ricorso al Ministero degli Esteri
Ripropongo il Ricorso avverso il comportamento irresponsabile dell'Ambasciata Italiana nel caso di Morte di R.Casalboni, cittadino italiano,che non ha ottenuto Giustizia.


Anno 2007
Dal mese di gennaio al mese di maggio fitta corrispondenza tra gli avvocati, per organizzare le azioni legali necessarie

Gennaio
Nuovo Ricorso al Ministero degli Esteri a Roma, per chiedere ancora una oculata indagine sul comportamento anomalo dell'Ambasciata Italiana a Oslo, che mi ha privato del diritto di Appello, specificando che ho eletto il mio domicilio presso l'avv M.Cornacchia, mio legale.

Febbraio
In data 14 -02- l'avv. Spidevold inoltra all'Ordine degli Avvocati norvegesi, sezione disciplinare, il Ricorso avverso l'avv.G.Congeddu per “patrocinio infedele”, a causa del suo comportamento irresponsabile nel processo Casalboni – Stavenes.

Marzo
L'avv.Staastad ci comunica che l'avv.Congeddu ha depositato una corposa memoria(100 p.)
a sua difesa e che entro il 26 aprile dovremo inviare la nostra controdifesa.
Si fa di tutto per complicare ciò che in realtà risulta essere semplice e trasparente.
Aprile In data 12-04 il Ministero degli Esteri a Roma, risponde al mio Ricorso dichiarando che dalle verifiche effettuate non sono state riscontrate responsabilità a carico dell'Ambasciata. Ma non è una grave omissione da perte di una Ambasciata all'Estero il fatto di non inoltrare un Appello contro una sentenza ingiusta, che è stato richiesto da un cittadino che risiede in Patria? Ma che ci stanno a fare i diplomatici all'estero ? Per non creare problemi internazionali, tutto risulta sempre “ regolare.”....Noi dobbiamo chinare la testa e accettare, anche se abbiamo le prove ? Faccio presente che hanno risposto al mio indirizzo privato, omettendo, di fatto, il ruolo e la funzione del mio legale difensore.

Giugno
In data 20 giugno, invio una lettera al CNF (Consiglio Nazionale Forense), per denunciare il comportamento anomalo del Ministero, chiaramente tendenzioso a escludere la difesa legale.Nessuna risposta................

Luglio
In data 3 luglio, l'avv.D.Riponti invia a mio nome, il Ricorso al Presidente della Repubblica Italiana per metterlo a conoscenza dell'anomalo “iter”processuale e legale del tragico caso di Roberto Casalboni, del palese ostruzionismo delle Istituzioni italiane e norvegesi alla risoluzione del caso, all'abuso di Potere, comportamenti contrari alla difesa dei Diritti dell'Uomo.(purtroppo è stato deviato al Ministero degli Esteri)

In data 11- luglio- l'avv.D.Riponti riceve da parte del Ministero degli Esteri italiano Ufficio IV°, la proposta di un incontro con il Consigliere Giuridico per trattare il caso R.Casalboni. Accettiamo con piacere. Ci ritroviamo a Roma , il 12 Settembre, al Ministero degli Esteri e ci indicano l'Ufficio del Consigliere preposto a risolvere il nostro caso.
I miei avvocati presentano il tragico caso di R.Casalboni evidenziando l''iter irregolare del processo norvegese, la sentenza ingiusta,la mancanza di appoggio da parte dell'Ambasciata italiana a Oslo, meglio il rifiuto di inoltrare il mio Appello contro l'ingiusta sentenza,che viola i "Diritti dell'Uomo".
Il Consigliere cerca diplomaticamente di smorzare il dramma e di giustificare il comportamento dell'Ambasciaata italiana a Oslo.
Allora intervengo io personalmente affermando che se pensavano che io avessi costruito una piramide di menzogne, inducendo gli avvocati a una falsa difesa contro due Stati, avevano il dovere di denunciarmi........io non avevo paura, perchè potevo difendermi con le prove in mano!
Il Consigliere, vista la mia energica richiesta di Giustizia, promette di contattare l'Ambasciata it.a Oslo e di appoggiare il caso di R.Casalboni.
Da quel momento,i miei avvocati instaurano un rapporto epistolare con l'Ambasciata, sempre per chiedere un appoggio per la riapertura del Processo.
L'Ambasciatore era cambiato .La nuova Ambasciatrice e l'incaricata degli affari sociali italiani a Oslo, dichiarano di volere collaborare, ma in realtà tutto proseguirà con molta lentezza.Per ottenere una risposta l'avv.M.Cornacchia scrive sempre varie lettere. Formalmente i funzionari dell'Ambasciata sono stati sempre gentili,ma senza alcuna iniziativa.

Nel contempo,invio il mio Ricorso anche all'Ombudsman, l'istituzione per la difesa del cittadino contro gli abusi del Potere,chiedendo che, a prescindere dalla nazionalità diversa, vogliano prendere in considerazione il tragico caso di R.Casalboni, ingiustamente trattato e vogliano dare il loro valido aiuto per ottenere quella Giustizia negata irresponsabilmente. In seguito mi rispondono che, spiacenti, non possono fare nulla perchè il corso del caso presentato, aveva già superato i limiti delle possibilità a loro consentite.

Agosto
Invio le mie controdeduzioni alla memoria difensiva dell'avvocato Congeddu,all'Ordine degli Avvocati Norvegesi, per puntualizzare la pretestuosità e la non-fondatezza dell'autodifesa che non è conforme alla deontologia degli Avvocati.

Settembre
Accompagnata dalla Presidente AIFVS, dr.G.Cassaniti, che precedentemente aveva preso appuntamento, mi presento all'Ambasciata Norvegese a Roma per chiedere di interessarsi al tragico caso di R.Casalboni e di stimolare le Autorità Norvegesi competenti, a riaprire il Processo, per riscontrare gli errori d'indagine commessi e dare una giusta sentenza.
In mancanza dall'Ambasciatore, la segretaria ci promette che riferirà con precisione la tragica vicenda di R.Casalboni all'Ambasciatore e ci assicura che la richiesta non sarà cestinata.

Ottobre
In data 22-10-07 inviamo al NPE una relazione del Prof.dr.Zanetti relativi agli errori medici nell'intervento di R.Casalboni nell'Ospedale “Sorlandet” di Kristiansand, tramite l'avv.Spydevold, nella speranza che il legale norvegese riuscisse ad ottenere le giuste risposte e i documenti da noi richiesti ripetututamente, ma inutilmente.
In data 30-10-07 Riceviamo,tramite l'avv.Staad, la richiesta, da parte del NPE, di precisazioni da parte del Prof.dr.G.Zanetti, relative alla sua tesi sulla morte di R.Casalboni. Il Professore, ,pazientemente, ripete in modo conciso la sua tesi. Rispondono che i concetti non sono chiari e consigliano di rispondere ai quesiti da loro elencati.
Il Prof.G.Zanetti, soddisfa con precisione anche la suddetta richiesta, ma l'avv.Staad, ricevuta la lettera, ci comunica che è meglio sospendere l'invio della risposta del Professore,nell'attesa di nuova documentazione .Visto che c'era un tempo limite da rispettare,inviamo direttamente al NPE, la relazione del Prof. G.Zanetti,con lettera raccomandata

.
In data 31-10-07 dal Ministero della Giustizia Norvegese perviene una nota in cui si afferma la possibilità di sottoporre a revisione la sentenza ingiusta,indirizzando un Ricorso al Criminal Cases Review Commission, che poteva costituire una valida premessa per riapertura del caso. Circostanza che l'Ambasciata italiana a Oslo non ha mai indicato. Informo l'avv.Randi H.Spydevold e la prego di valutare la detta possibilità e nel contempo di contattare il Procuratore Norvegese. Non c'è seguito.

Novembre
La Commissione della Corte disciplinare norvegese ci invia, alla fine di novembre, la difesa dell'avvocato G.Congeddu, in lingua norvegese.
Solo dopo la traduzione in italiano, il 15 Dicembre 2007 possiamo leggere attentamente il testo e notiamo dichiarazion false e pretestuose che stravolgono la realtà dei fatti.Ci informano che possiamo inviare il nostro contradditorio entro il 30 gennaio 2008.

Dicembre
L'avv.Saastad, collaboratrice dell'avv.Spydevold, ci informa che l'avvocato è andata a Strasburgo per un consulto, ma nonostante le nostre richieste non ci vengono date spiegazioni(comportamento strano, elusivo, inspiegabile...).
L'avv.Spydevold demanda all'avv.Saastad l'incarico di occuparsi del caso Casalboni. Il mio intuito mi premonisce che qualcosa non quadra...........


In data 11-12-07 la CEDU informa l'avv.D.Riponti che il Ricorso relativo al caso “R.Casalboni ", in data 4-12-07, èstato rifiutato dalla Corte, perchè era giunto in ritardo e non erano state proposte le possibili impugnative avverso la sentenza di 1° grado .
Ma come potevo raggiungere tre gradi di Giudizio, se l'Ambasciata italiana a Oslo e l'avvocato norvegese della difesa non avevano, deliberatamente,inoltrato neanche il primo Appello ? Ma come potevo presentare prima l'Appello, se ci hanno inviato la completa documentazione relativa al processo solo sei mesi dopo la sentenza e in lingua norvegese ? Avevamo dovuto aspettare la traduzione in italiano per capire le tante anomalie del processo che hanno portato ad un'ingiusta sentenza. Sono leggi incoerenti, contrastanti, leggi che non considerano la realtà dei fatti, leggi che creano confusione, leggi che non difendono il cittadino inerme e confondono anche un abile avvocato.

In data 18-12- 07 invio di nuovo un sollecito al Ministro degli Esteri italiano,per chiedere di avviare un'indagine interna, finalizzata alla verifica dello scorretto comportamento dell'Ambasciata e, valutate le responsabilità, disporre i provvedimenti di legge.
Eleggo domicilio per una risposta, presso lo studio legale dell'avv.D.Riponti del Foro di
Treviso- Conegliano Veneto,ma ricevo la risposta al mio indirizzo in forma privata, con la quale, diplomaticamente,mi informano che sono state fatte le verifiche presso l'Ambasciata italiana a Oslo. Mi hanno risposto che tutto, secondo loro, era regolare.
Per quale ragione non hanno risposto al mio legale?È chiaro che volevano eludere complicazioni legali. Perciò mi appello al C.S.M.per fare presente l'irregolarità dell'iter legale. Nessuna risposta . In data 20-12-07 l'avv.Saastad ci informa che la data di presentazione della relazione è stata anticipata al 1-gennaio 2008.
È una manovra subdola e astuta.Gli uffici legali sono chiusi, gli avvocati assenti, c'è aria di vacanza.Disperata,che posso fare io da sola ?
Nonostante la mia inesperienza,io scrivo personalmente (in un pessimo inglese) una lettera alla Commissione Disciplinare per gli avvocati, affermando che per forza maggiore, non potevo consegnare la relazione alla data anticipata e quindi di riportarla alla data precedente.
Nel contempo, contatto l'avv.M.Cornacchia, già in vacanza, pregandolo di scrivere in italiano una relazione (da tradurre poi in inglese) per non perdere il diritto alla difesa. Risulta chiaro lo scopo di avere all'improvviso anticipato la data di consegna della relazione :-annullare la nostra difesa.-Tutto ciò è legale ?

Anno 2008
In data 22-01-08 inviamo la controdifesa (2° appello in inglese)alla memoria dell'avv.
Congeddu all'avv.Spydevold, perchè lo completi con i giusti dettagli di diritto norvegese e poi lo inviialla Commissione Disciplinare Norvegese per gli avvocati.
Risultato: reiterata difesa dell'avvocato italo-norvegese che, tramite dichiarazioni false e pretestuose, crea confusione e dubbi. Non è altro che una vile strategia per stancare la difesa. Decido di non rispondere con un'altra controdifesa,perchè è pazzesco ripetere sempre le stesse accuse. Scrivo alla Commissione Disciplinare Norvegese una lettera concisa, in cui dichiaro che ho spiegato chiaramente e comprovato con dettagli gli errori commessi dall'avv.Congeddu nel caso di R.Casalboni per cui la giuria, se ha buona volontà, ha già le carte giuste per emettere una sentenza.La Commissione decreta la non punibilità dell'avvocato, con la giustificazione elusiva che la vertenza doveva essere risolta nell'anno 2004, quando era occorso il fatto.
Come era possibile ciò, se l'avv. Congeddu non aveva ancora inviato la documentazione richiesta e ci aveva informato subdolamente che,causa un Appello presentato in quel periodo, il Processo non era ancora chiuso? Tutto ciò intenzionalmente,per farci stare tranquilli fino allo scadere dei limiti di tempo.
Com'è possibile che una Corte Disciplinare si lasci fuorviare da dichiarazioni contrastanti che,con false affermazioni senza alcuna prova o testimonianza, portano ad un giudizio incoerente, il quale, purtroppo, toglie la credibilità e la dignità alla stessa Corte ?

In data 25-01-08 avviene l'incontro tra Ms.H.Spydevold, mio avvocato norvegese e la dr. E.Pontrelli e il Cons Frangione, funzionari dell'Ambasciata Italiana a Oslo.
Non è stata possibile un'intesa al fine di riaprire il Processo tramite il Procuratore,perchè l'avvocato norvegese ha demandato le azioni da svolgere all'Ambasciata italiana, senza offrire il suo appoggio di contatto con il Procuratore. Sono rimasta molto delusa.

Marzo
In data 6-3-08 l'avv.M.Cornacchia contatta l'Ambasciata e propone la possibilità di accedere a una procedura per la riapertura del Processo, ovvero la rimessione in termini per proporre appello mediante un colloquio chiarificatore con il Procuratore .
La dr. E. Pontrelli promette di occuparsene.
Alla ripetitiva richiesta di notizie,risponde nel mese di aprile che.la richiesta è in corso di valutazione da parte del Ministero.(così il tempo passa)
Devo riconoscere che l'avv.Cornacchia, l'avv.Riponti, l'avv.Bello si sono interessati in modo lodevole nel sollecitare la risoluzione del problema scambiando una fitta corrispondenza con le molteplici Istituzioni italiane e norvegesi.Lodevole è anche l'interessamento della dr.Elena Pontrelli-Affari Esteri Ambasciata Italiana Oslo,che, in questo periodo, si prodiga nel rispondere ai miei avvocati e cerca di porsi come intermediaria.Purtroppo la volontà di risolvere dipende da altri.

Faccio presente che dall'anno 2003, ho sempre informato Sua Maestà, il Re di Norvegia e la Sua Corte,sul corso del tragico caso di R.Casalboni. Ho fatto presente le mie critiche al Sistema giudiziario,sanitario, istituzionale norvegese, che, pur con le prove concrete presentate,non collaborava attivamente e responsabilmente a portare alla luce la Verità.
Nel contempo, ripetevo continuamente che era impensabile che uno Stato moderno come la Norvegia, ancora non facesse parte dellaCorte Europea dei Diritti dell'Uomo.

In data18-03-08 viene pubblicato su internet un articolo che informa che il Re di Norvegia ha firmato un accordo con il rappresentante della CEDU.
Mi sono sentita soddisfatta di questo accordo, che per anni,con tenacia avevo ripetutamente richiesto in nome dei diritti umani.
Perciò mi permetto di scrivere una lettera al Re di Norvegia per esprimere i miei rallegramenti per la decisione presa, che ridava alla Norvegia la dignità di uno Stato moderno.

Luglio
In data 31-07-08 l'avv.Randi H.Spydevold ci consiglia di presentare un Ricorso alla Pasientskadenemnda norvegese, per i danni subiti causa la morte di mio Figlio,occorsa nell'Ospedale "Sorlandet" di Kristiansand.
Invio il suddetto Ricorso con accluse le relazioni del Prof.dr.G.Zanetti, le spese subite e preventivate e altri documenti all'intervento medico occorso.La Commissione norvegese chiede un parere medico al Prof.Pillgra Larsen dell'Università di Oslo,il quale,dopo avere studiato il caso,afferma che ci sono stati errori gravi ed "in primis" la mancata priorità d'intervento,con causa della morte di R.Casalboni.
Tale tesi viene inviata anche a noi e,finalmente, tramite l'avvocato,il Prof.dr.G.Zanetti riesce ad avere la copia della cartella clinica originale e la copia degli esami medici, che rafforzano quanto dichiarato precedentemente. In data 04-07-08 scrivo al NPE lamentando di non avere ricevuto risposta ai quesiti del Prof.dr.G.Zanetti, inviati tramite l'avv.Spydevold in data 22-10-2007-
Quindi io invio di nuovo i quesiti del Professore in una lettera raccomandata, in modo che
possano rispondere ai quesiti del Professore, per rispetto alla professionalità della categoria.

Siamo in una posizione di stallo. I miei avvocati sono impegnati in una continua richiesta di risposte ai ricorsi inviati alle tante Istituzioni coinvolte nel caso di R.Casalboni, ma sembra di essere in un labirinto ove si gira inutilmente,senza potere trovare un'apertura..... I nostri interlocutori leggono le nostre lettere, rispondono con ritardo, palleggiano il problema dall'uno all'altro,sembra che ti diano una mano, ma non si muovono e gli anni passano....... E' un ostruzionismo diplomatico che, un poco alla volta, ti annienta …....
E' uno stillicidio cinico e crudele............

Siamo avvolti da una ragnatela che ti confonde:
fitta corrispondenza, fax,e-mail,telefonate, traduzioni, consultazioni,riunion.....tutto inutile!
E' una catena ripetitiva di petizioni senza risposte concrete.
E' una sottile strategia che ti dà la speranza, ma in realtà non risolve nulla,perchè esiste una coalizione di forze e di interessi .Non c'è il coraggio di ammettere di avere sbagliato.......
Purtroppo, causa questo immobilismo e per ragioni economiche, devo revocare il mandato all'avv.Riponti e all'avv.Bello, che sono lontani dalla mia sede.

In data 04-07-08 l'NPE ha ricevuto la relazione medica del Prof.dr.G.Zanetti in cui è dimostrata la responsabilità medica dei Sanitari dell'0spedale “Sorlandet”nel caso di morte di R.Casalboni. Per conferma della tesi del professore italiano,l' NPE chiede una ulteriore indagine medica al Prof.dr. Pillgram Larsen dell'Università di Ulleval-Oslo.
La relazione del Professore norvegese (anno 2008) basata sullo studio della cartella clinica rilasciata dall'ospedale,risulta in accordo con la relazione del Prof.dr G.Zanetti(anno 2005) basata sullo studio di un riassunto dell'iter medico rilasciato dall'ospedale.(la cartella clinica richiesta più volte alla direzione dell'Ospedale, inspiegabilmente, non era mai stata inviata).
L' NPE invia per conoscenza al Prof.dr.Zanetti la relazione sritta dal Professore norvegese, con annessa copia della cartella clinica,copia dei RX e altri esami clinici.
Finalmente abbiamo in mano un documento importante, un elemento nuovo, che può favorire la riapertura del Processo.
Comunico l'importante notizia all'avv.Spydevold, pregandola di contattare il Procuratore e così fa pure il mio legale M Cornacchia che comunica la notizia anche alla dr.Pontrelli, consigliere degli Affari Sociali all'Ambasciata Italiana, chiedendo la dovuta assistenza sia istituzionale, che legale per la sottoscritta
.
In data 31-07- 08, scrivo al Consigliere del Ministero degli Esteri a Roma informandolo del mio Ricorso al Procuratore di Agder per chiedere la riapertura del Processo, in base a nuovi elementi medici in nostro possesso.
Quindi chiedo che contatti subito l'Ambasciata Italiana a Oslo, perchè sostenga e rafforzi la mia petizione presso il Procuratore Norvegese.
Ripeto nel mese di novembre e nel mese di dicembre la stessa richiesta di contattare l'Ambasciata Italiana a Oslo,al fine di ottenere la riapertura del Processo “Casalboni-Stavenes” per ottenere una giusta sentenza .
Mi risponde in seguito, molto duramente, che egli non ha potere nè di rappresentanza, nè di decisione presso il Ministero e l'Ambasciata e quindi che non devo più scrivere e raccomandate a lui, ma devo rivolgermi direttamente alla IV° sezione del Ministero degli Esteri.Mi domando perchè questo gioco di passarsi “la palla che scotta”da uno all'altro io non ho obbligato nessuno.
Il consigliere ha mancato alla sua promessa di aiutarmi come intermediario presso l'Ambasciata mi ha fatto perdere tempo prezioso, perchè solo dopo due anni mi ha fatto sapere di questa sua impotenza.....posso quindi pensare che è stata una mossa diplomatica per rallentare la nostra azione diretta ad ottenere Giustizia quanto prima possibile.

Settembre Visto che l'avv.Spydevold, non aveva contattato il Procuratore,come aveva promesso,al fine di riaprire il Processo, visto che non aveva dato la giusta collaborazione ai rappresentanti dell''Ambasciata Italiana per trovare, quanto prima, un accordo
con il Procuratore norvegese, prendo io personalmente il problema in mano e,in data -10-09-08, scrivo io direttamente al Procuratore locale di Kristiansand denunciando lo staff medico responsabile di negligenze e omissioni, e il chirurgo che,causa l'intervento errato, aveva lasciato morire mio Figlio dissanguato.
In data 15-09-08- metto a conoscenza della mia denuncia al Procuratore Generale delle ProcureNorvegesi, sia l'avvocato Spidevold, che l'Ambasciata Italiana a Oslo.

In data 18-09-08 l'avv.Spydevold, vista la mia fulminea azione di contatto con il Procuratore, dichiara di rifiutare il mandato di difesa.Rimango molto delusa, perchè l'avvocato non ha mantenuto ciò che aveva promesso quando aveva accettato il mandato di difesa richiesto. L'avv. Spydevold ha funzionato solo come "messaggera degli dei" trasmettendo le varie relazioni delle Istituzioni in lingua norvegese,senza prendere iniziative utili a risolvere i nodi principali dell'iter legale ed anche ostacolando talvolta il corso normale di Appello.
Penso che l'avv. Spydevold non ha avuto il coraggio di porsi contro la Magistratura del suo Paese e non ha espletato in modo corretto il suo mandato.
Mi ha fatto perdere tempo e denaro............

Dicembre
In data 12-12-08,il Procuratore di Kristiansand risponde che ha valutato le nuove informazioni sulla velocità e altri aspetti del caso, ma ha concluso che non era possibile riaprire il processo.
Ma è chiaro che non ha valutato la relazione dettagliata del Prof.dr.Pillgram Larsen, che in accordo con la perizia del Prof.drG.Zanetti,aveva dichiarato che c'erano state negligenze e gravi errori medici a danno del paziente traumatizzato R.Casalboni.
Non ha neppure valutato lo studio dinamico-cinematico dell'ing.Durante per cui la velocità della moto risultava di 40 Kmh contro i 90 Kmh.affermati giudice nella sentenza, senza alcun supporto tecnico.
L'avv.M.Cornacchia informa l'Ambasciata Italiana a Oslo della ingiustificata decisione del Procuratore di Kristiansand e chiede un consiglio utile per proseguire l'iter della difesa dei diritti della parte lesa.


Anno 2009

Gennaio
In data 20-01-09 scrivo una lettera al Procuratore Generale Norvegese, nella quale ribadisco i molteplici motivi, sostenuti da concrete perizie tecniche e mediche,validi a richiedere la riapertura del Processo Casalboni-Stavenes, mettendo in evidenza che la relazione medica del Prof.dr.J.Pillgram Larsen dell'Università di Ullival-Oslo, basata sullo studio dettagliato della cartella clinica di R.Casalboni, analisi, raggi X e autopsia, documenti originali, rilasciati dall'ospedale, apporta importanti nuovi elementi, prima sconosciuti, che possono essere la chiave giusta per riaprire il Processo .
Faccio notare che la relazione del Professore norvegese Pilgram Larsen concorda con la relazione del Professore italianoG.Zanetti.

In data 28-01-09 l'avv. M.Cornacchia invia al Direttore Generale delle Pubbliche Procure Norvegesi un Ricorso avverso la decisione del Procuratore di Agder di rigetto della riapertura del caso giudiziario Bjorn Sravenes- Stella Casalboni, per la morte di Roberto Casalboni, occorsa a Kristiansand (Norvegia) il 17-08-2003.
Acclude le motivazioni dettagliate e le relazioni dei periti che mettevano in evidenza elementi validi a sollevare dubbi sulla equità della sentenza del giudice nel 1° processo e quindi, a richiedere la riapertura del caso, per ottenere Giustizia.

In data 30-01-09, per rafforzare il Ricorso inviato dal mio legale, scrivo una lettera al Procuratore Generale Norvegese per fare presente che è molto facile negare la riapertura di un Processo,basandosi solo sulle proprie opinioni, senza compararle con le perizie presentate da noti professionisti, fedeli all'etica professionale.
In nome di mio Figlio, Vittima innocente, gli chiedo di avere il coraggio di contattare il Procuratore di Kristiansand, di mediare per una giusta decisione .

In data 23-02-09, informo Ministero degli Esteri a Roma e l'Ambasciata Italiana a Oslo del Ricorso inviato al DPP, per chiedere un sollecito appoggio.

In data 13-03-09, l'avv,M.Cornacchia chiede personalmente all'Ambasciata Italiana a Oslo di appoggiare validamente il Ricorso inviato al DPP, per richiedere la rimessione in termini al fine di proporre Appello alla sentenza del Tribunale di Kristiansand.

Nei mesi di febbraio, marzo, aprile, segue corrispondenza con le varie Istituzioni coinvolte, per ribadire le richieste precedentemente impostate, volte ad ottenere giustizia per la tragica morte di R.Casalboni, per l'ingiusta sentenza e palese ostruzionismo alla risoluzione del caso,nonostante le prove presentate e la valida difesa degli avvocati, che hanno contattato tutte le Istituzioni coinvolte nel caso,per raggiungere “Verità e Giustizia

Maggio In data 01-05- 2009 l'avv.M.Cornacchia chiede al Direttore Generale delle Procure una risposta al Ricorso contro la decisione del Procuratore di Agder, inviato il 28/01/2009 e chiede all'Ambasciata Italiana di interessarsi al riguardo

In data 31-07-08 , in data 6-11-08, in data 13-11-08, in data 25-12-08, in data 22-01-09,in data 21-02-09, io mi rivolgo al Consiglire Giuridico del Ministero degli Esteri e all'Ambasciata Italiana a Oslo per chiedere di caldeggiare la mia giusta causa .
Visto che l'errore è partito dall'Ambasciata e concretizzato dall'avv.Congeddu che non ha inoltrato l'Appello avverso l'ingiusta sentenza, ho ritenuto giusto che l'Ambasciata trovasse la strategia giusta per riaprire il caso. Dato che nessuno aveva contattato il Procuratore Norvegese, io ho scritto ancora una lettera raccomandata al Consigliere, lamentando l'inerzia, la disattenzione,il silenzio ingiustificato relativo al caso R.Casalboni.
Egli, in data 13-05-09, scrive una lettera all'avv.M.Cornacchia, affermando che non devo scrivere a lui,perchè egli è un consigliere e non ha alcun potere! Dovevamo rivolgerci alla sezione IV°del Ministero degli Esteri. Rimango basita,indignata,offesa. Ma è la IV°Sezione del Ministero degli Esteri che ci ha inviato nel suo Ufficio.Perchè questo subdolo gioco ? Perchè non l'ha detto prima ? Sicuramente per farci perdere tempo, forse per sviare le nostre indagini, forse per smorzare i nostri sforzi, affinchè, sfiniti e demoralizzati, rinunciassimo a raggiungere la Verità e la Giustizia
In data 12-06-2009 mi rivolgo al Direttore della IV°Sezione - Ministero degli Esteri-Roma,
per fare presente che io e i miei avvocati in data 12-09-2007, andati a Roma al Ministero su invito personale, ci eravamo affidati al Consigliere Giuridico indicatoci, per avere un appoggio presso l'Ambasciata Italiana a Oslo, al fine di risolvere il tragico caso giudiziario di Roberto Casalboni. Così era iniziato un rapporto epistolare, se pur alquanto dispersivo.....
In data 31-07-08 informavo il Consigliere del mio Ricorso al Procuratore di Agder per richiedere la riapertura del Processo, in base a elementi nuovi affiorati e presentati.
Gli chiedevo di contattattare l'Ambasciata a Oslo, per rafforzare la mia petizione presso il
Procuratore Norvegese. Ma il Consigliere mi rispondeva che egli non aveva nè l'autorità, nè il potere di fare questa azione. Perchè mi è stato indicato quel Consigliere ?
Per farmi perdere tempo ? Perciò chiedo un appoggio direttamente al Direttore della IV°
Sesione del Ministero degli Esteri che ha il dovere di difendere i cittadini italiani all'estero, specie in un caso di Morte

Luglio
In data 08-07-09- l'Ambasciata Italiana a Oslo comunica all'avvocato .Cornacchia che la Procura di Agder ha ricevuto la decisione del Direttore Pubbliche Procure datata 12/05/2009 e chiede che sia inviata per conoscenza all'avv.Cornacchia e alla sig. Stella Casalboni.Mi domando perchè tanto tempo è rimasta bloccata nella Procura di Agder e non era stata inviata nè a me, nè ai miei avvocati che da tempo avevamo sollecitato. La Procura ha aspettato che la richiedesse l'Ambasciata Italiana, che era stata da noi allertata Trascinare nel tempo una decisione è una strategia utile per chi vuole sfinire
la controparte.......Siamo rimasti stupiti per una decisione così cieca decisione

Solo in data 26-07-09 possiamo leggere la lettera del DPP, in cui egli dichiara che il caso giuridico di R.Casalboni è chiuso. Rimaniamo stupiti per una così drastica e ingiustificata decisione . Alla mia richiesta di spiegazioni Egli risponde con affermazioni, pretestuose, illogiche, illegali, come le seguenti:
1)”Se una sentenza errata rimanesse stabile,sarebbe una grave offesa per la Vittima paragonabile all'offesa per un crimine sessuale.
Io controbatto che la sentenza emessa nel 1° Processo nell'anno 2004, è rimasta stabile
fino al 2009, nonostante le perizie presentata da noti professionisti che mettevano in
dubbio la sentenza stessa . Quindi non ci sono dubbi sulla gravità dell'offesa fatta a Roberto Casalboni,Vittima innocente, di coloro che non hanno valutato minimamente i nuovi elementi tecnici e medici presentati, che erano validi a riaprire il Processo. Per questo motivo la sentenza errata è rimasta stabile.

2°)”Che la parte civile non sia d'accordo con le specifiche valutazioni delle prove della
Corte, è lontano dal sinonimo che la Corte abbia fatto un errore rispetto all'occorso o che la valutazione legale sarebbe stata differente, aggiustata la velocità dei veicoli o da una parte o dall'altra.
Io controbatto che non si tratta di essere in disaccordo con la Corte. Si tratta degli errori commessi dalla Corte, errori che sono sati legalmente evidenziati con perizie di validi professionisti, le quali non sono state controbattute e, quindi, sono state ignorate
In un Processo che riguarda un incidente stradale, la giusta valutazione della velocità
è fondamentale per una giusta sentenza.
Nel Processo Casalboni-Stavenes,la sentenza è stata basata su una velocità falsa,inventata dal giudice,in quanto non supportata dalla misurazione dei tecnici (kmh. 90 da parte del giudice,contro i 59-63 dell'ingegnere norvegese con il computo errato di un coefficiente,e kmh 41 da parte dell'ingegnere italiano,risultati da un attento studio dinamico-cinematico della velocità e da lievi danni subiti alla moto.
3°) “Che non è evidente che esistano condizioni che forniscano motivazioni valide, per investigare se gli impiegati dell'ospedale Sorlandet, hanno commesso offese punibili
Io controbatto che le tesi di due stimati Professori, il dr G.Zanetti (Università di Bologna) e il dr.Pillgraam Larsen (Università di Oslo) che, dopo un attento studio della cartella clinica di R.Casalboni,evidenziano negligenze e gravi errori medici,concausa della morte del ricoverato, con l'unico scopo di portare alla luce la Verità Medica, hanno maggior valore delle opinioni dei dottori dell'ospedale Sorlandet che devono difendersi e anche delle dichiarazioni dei Supervisori, che sono legati da interessi di “casta” .

Con tutto il rispetto per l'alta carica che ricopre il DPP, devo sottolineare che nelle giustificazione della sua drastica decisione sono evidenti contraddizioni che annullano
a priori la sua stessa decisione.
La decisione del DPP norvegese è maturata su convinzioni personali,basate su prove a senso unico, quelle presenti nel Processo dell'anno 2004, che dai nuovi elementi tecnici e medici risultano falsate.



In data 30-07-09 io scrivo al DPP,dichiarando che non posso accettare la sua ingiustificata decisione che reca offesa alla Vittima non colpevole di alcuna infrazione della legge, offende la di lui Madre che da tanti anni chiede Giustizia,offende i Professionisti che hanno portato alla luce la”Verità tecnica” e la”Vertà medica”

Nella stessa data scrivo anche all'Ambasciata Italiana a Oslo per dichiarare che non posso accettare la sentenza del DPP, perchè ingiusta. Non si può con un colpo di spugna cancellare tutte le falsità, le omissioni, le negligenze e gli errori esistenti nell'iter processuale e post-processuale di R.Casalboni e, nello stesso tempo misconoscere tutte le prove dei fatti reali occorsi, che noi abbiamo messo in evidenza più volte, ma che non sono state mai prese in considerazione.
E' un “delitto burocratico”
Il padrone di un cane, in caso di morte accidentale del suo cane, ottiene giustizia
Invece io, la Madre della Vittima,non ottengo Giustizia per la Morte procurata di mio Figlio, non colpevole di alcuna infrazione delle leggi vigenti.
E' assurdo !
Non è giusto e non è democratico che il più alto Rappresentante della Magistratura chiuda drasticamente un caso di "Morte di un Uomo" senza ripercorrere l'iter del Processo, senza rivalutare le prove presentate, senza soppesare i nuovi elementi emersi.
La "Verità del Tribunale "può non risultare uguale alla realtà dei fatti occorsi, quando non esistono prove concrete.
Ma,quando esistono prove vere (accertate da seri professionisti) che non vengono prese in considerazione, per non affrontare un cambio della sentenza ingiusta, questo è un abuso di Potere.
Non posso arrendermi di fronte a un abuso di Potere più che evidente.
È una coalizione di forze istituzionali, che formano il cosiddetto "muro di gomma".

È una grave violazione dei "Diritti dell'Uomo"! Perciò penso sia giusto rivolgere il mio Appello alla Corte Europea dei "Diritti dell'Uomo",che ha il dovere di difendere il cittadino europeo dagli abusi di Potere, a prescindere dalla razza, dalla nazionalità, dagli interessi di casta, dalla fede politica,religiosa .
Dopo avere consultato la Carta dei Diritti dell'Uomo, indico le gravi violazioni commesse nel tragico caso di R.Casalboni , da parte dell'equipe medica dell'Ospedale "Sorlandet" di Kristiansand, da parte dell'Ambasciata italiana a Oslo, da parte del Procuratore Generale Norvegese.

In data 26-08-09 l'avv, M.Cornacchia scrive al DPP che i nuovi elementi evidenziati dal Prof.dr.G.Zanetti e dal Prof.dr.Pillgram Larsen,non sono stati giustamente valutati per la riapertura del processo. Inoltre la rivalutazione del comportamento colpevole dello staff
medico, poteva e doveva guidare a una solenne dichiarazione di responsabilità criminale
nei loro riguardi.
Riporto la prima pagina del Ricorso,per evidenziare che le violazioni ai Diritti dell'Uomo nel caso di R.Casalboni erano rispondenti agli articoli del Codice CEDU,erano motivati, erano ben chiari,se pur concisi

Ricorso alla CEDU Strasburgo
Alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo presso il consiglio d'Europa,67075 Strasbuourg-CedexFrancia.
Io sottoscritta , Stella Ines ved. Casalboni, residente a Rimini (Italia) e domiciliata in viale Ruggero Baldini 15 (rn), cittadina italiana, mi rivolgo a codesta Alta Corte Europea per denunciare la grave mancanza di rispetto ai diritti dell'uomo nel tragico caso di “Roberto Casalboni”, mio Figlio, il quale, nonostante i molteplici Ricorsi da me inviati alle Istituzioni responsabili, non ha ottenuto Giustizia.
Indignata, denuncio :
  • a) la violazione del “sacro diritto alla Vita , che, in questo caso, oltre alla mancanza di rispetto a un Uomo, cui hanno tolto la vita,comprende anche la mancanza di rispetto alla Madre della Vittima, che, a causa della perdita del Figlio, ha subito danni morali, fisici, materiali, economici, senza ottener alcun riconoscimento.(art. N° 2)
  • b) la violazione del “nobile diritto alla Giustizia”, che deve essere uguale per tutti gli Uomini, a prescindere dalla nazionalità, dalla razza, dalla classe sociale, dalla fede politico-religiosa.(art. N° 6)
In questo caso si evidenzia anche la mancanza di rispetto alla legalità che è la base della vera Giustizia. Infatti mancano prove legali nella sentenza e nella decisione delle Autorità competenti ed inoltre mancano risposte legali a Ricorsi legali.Poi si evidenzia la mancanza di rispetto all'etica professionale dei tecnici, professori, dottori, avvocati, tutti qualificati legalmente, i quali, dopo avere studiato con oculatezza il caso di R.Casalboni, hanno presentato relazioni, prove, ricorsi per portare alla luce la “Verità Tecnica “, la “Verità Medica”, la “Verità Giuridica”sono stati ignorati, come se fossero ignoranti o, peggio, assertori di falsità.
  • c)la violazione del giusto diritto all'Appello e all'irrinunciabile diritto di avere un avvocato che inoltri regolarmente l'Appello. (art.N°13)
  • d) la violazione del diritto di esprimere la propria Verità,quando sono stata incolpata di aver fatto pressioni all'Ambasciata e di voler contattare la stampa ed il Parlamento norvegese.(Art. N°10).
e)Abuso di potere(art.N°7)
Le suddette violazioni sono state sviluppate nei dettagli con il supporto di relazioni e perizie di noti professionisti.
Chiedo Giustizia in nome di R.Casalboni che idealmente rappresenta tutte le Vittime della Strada,sepolte nel silenzio omertoso delle istituzioni responsabili e nel dolore immenso dei familiari, che non avuto la forza di lottare contro il cosiddetto"muro di gomma".
In data 10 Ottobre 2009- invio il Ricorso alla CEDU a Strasburgo -Francia
Perciò presento Ricorso a codesta Alta Corte Europea avverso:

  1. il Direttore Generale delle Pubbliche Procure Norvegesi ,il quale ha rifiutato la mia richiesta di riaprire il Processo relativo al tragico caso di R.Casalboni impedendo di raggiungere,con le prove presentate, la Verità e la Giustizia.
2) L'Ambasciata italiana a Oslo(No) e l'avvocato G. Congeddu (del foro di Oslo), i quali non hanno inoltrato il mio Appello alla prima sentenza del tribunale di Kristiansand (inviato in tempo utile),relativo al tragico caso di R.Casalboni,ostacolando le posteriori azioni legali(vedi lettera Procuratore di Agder 23-12-2008 e rifiuto della Corte Europea diritti dell'Uomo 11-12-2007).

E' un ricorso contro figure istituzionali molto importanti,ma è basato su giuste motivazioni.
Di fronte alla giustizia non devono esistere ragioni di Stato, nè ragioni politiche, religiose e di “classe”.Devono esistere solo i diritti dell'uomo che sono alla base di una società democratica, di una società che è l'Umanità.
Fiduciosa,prego codesta alta Corte di leggere attentamente l'iter dei fatti occorsi,di valutare le molteplici domande da me inoltrate per fare valere i miei diritti,di mettere sulla bilancia della Giustizia i diritti lesi nei miei confronti,e quindi di giudicare con responsabilità, imparzialità ed umanità i danni ,l'offesa ed i soprusi da me subiti.
Delego a rappresentarmi e a difendermi nella presente procedura ed occorrendo davanti alla Corte Europea dei diritti dell'Uomo,l'Avvocato Massimiliano Cornacchia del Foro di Rimini,con studio legale in Rimini (RN) Italia 47901,Piazzale Cesare Battisti n° 12/a-Tel.0541-50348,conferendo allo stesso i più ampi poteri ed eleggendo domicilio presso il suo studio in Rimini (Italia),Piazzale Cesare Battisti n° 12/a.

OMISSIS

In fede, ved. Stella Ines Casalboni
Rimini, lì 10-10-2009
Anno 2010
Revisionando i documenti, noto che alla fine della relazione del Prof.dr.Pillgram Larsen, breve parte è scritta in norvegese, invece che in inglese.Confesso che prima non le avevo dato alcuna importanza,perchè pensavo che fosse un breve sunto della relazione stessa per i colleghi norvegesi.Penso di farla tradurre in italiano e trovo cheè è un documento molto importante. Sono le risposte precise di uno specialista, come è il Professore P.Larsen, alle domande del NPE.Risulta quanto segue :

NPE: - “L'organizzazione dell'0spedale,con riferimento ai cardiologi era in linea con gli standard accettati e richiesti da un ospedale norvegese di quelle dimensioni e funzioni ?”- Prof. “Sì, in accordo con la politica norvegese è accettabile, ma non in accordo con cio che si vorrebbe”-

NPE: - “la diagnosi, le opinioni e il trattamento relativo a R.Casalboni sono in linea con i
metodi appropiati e con la medicina notoriamente accettata in questo genere
di trauma ?”-
Prof:: - “NO”-

NPE: - “Avrebbero dovuto fare una angiografia, come era stata opinione del Prof.dr.
G.Zanetti ?”-
Prof.: “Sì, avrebbero dovuto fare un'angiografia”-

NPE: - “dal Suo punto di vista c'è una probabile connessione tra come l'ospedale trattò
questo caso e la morte del paziente ?Poteva essere salvato se avessero fatto
un'angiografia e il chirurgo avesse operato correttamente ?”-
Prof.: -“Sì, con alcune possibilità”- Pillgram Larsen MD

Sono affermazioni che evidenziano la responsabilità medica dell'Ospedale e del chirurgo, il quale ha tradito il giuramento di Ippocrate, per cui il medico ha il dovere di adoperare tutti i mezzi per salvare la Vita dell'Uomo.Non è stato così nel caso di Roberto Casalboni, in quanto è stata omessa l'angiografia e di conseguenza il chirurgo non ha potuto suturare la vena lesa, che perdeva sangue.

Sono affermazioni di grave negligenza e di serio errore medico, che confermano le precedenti affermazioni del Prof.dr.Zanetti. Perciò ci premuriamo di inviare tale referto medico alla CEDU e a tutte le altre Istituzioni coinvolte nel caso, chiedendo di risolvere il tragico caso in favore di R.Casalboni, al quale è stata tolta la possibilità di vivere.

In data 23-01-2010 invio alla CEDU una copia delle risposte del Professore Dr.Pillgram Larsen al NPE.

In data 02 Febbraio 2010 ricevo risposta dalla CEDU, in cui si dichiara che il Ricorso è stato accettato, verrà studiato dalla Commissione,la quale emetterà una sentenza in accordo con la Carta dei Diritti dell'Uomo.
Il mio cuore si riempie di speranza; abbiamo presentato tutta la documentazione necessaria per dimostrare lo svolgersi del tragico caso,corredata da relazioni e perizie di stimati professionisti. Quindi la Corte della CEDU, che ha il mandato di difendere i Diritti dell'Uomo, a prescindere dalla razza, dalla nazionalità, dalla fede politico-religiosa,emetterà una giusta sentenza

Giugno
Dopo varie lettere intercorse con NPE, in data 28-06-2010 riceviamo dal NPE la comunicazione che la richiesta di risarcimento è stata rifiutata.
L'avv.M.Cornacchia risponde contestando integralmente la decisione, perchè pretestuosa e gravemente compromissoria della parte lesa.

Luglio
In data 06-07-2010 invio alla CEDU la copia della lettera inviata dal NPE,in lingua norvegese. Per potere capire il contenuto è necessario farla tradurre in italiano;ne consegue perdita di tempo e di denaro.
Anche questa è una violazione al diritto di un cittadino straniero di potere comprendere il contenuto di una relazione inviata da una Istituzione Pubblica .Visto che oggigiorno l'nglese è la lingua ufficiale nella corrispondenza Europea, visto che io ho sempre risposto in inglese, potevano avere la correttezza di scrivere in inglese, per non fare sorgere il dubbio che intenzionalmente ritardassero i tempi della risposta che ha dei limiti

Agosto
In data 23-08-2010 invio alla CEDU la comunicazione che il NPE ci aveva informato che il Prof.dr, Pillgram Larsen aveva ritrattato la sua perizia,ma non era allegata la copia della lettera, perciò chiedo di inviarmela.( non l'ho mai ricevuta)
Secondo il mio punto di vista un serio professionista del livello del Professore non si permette di cambiare la sua tesi, frutto di uno studio oculato sulla cartella clinica e sull'autopsia del morto, senza avvertire il Prof.G.Zanetti noto professionista di alto livello.

Settembre
In data 06-09-2010 invio una lettera al Parlamento Norvegese, che è la sede dei Rappresentanti del popolo norvegese(più vicini a comprendere i problemi di un qualsiasi cittadino del mondo), per fare presente che la Magistratura e le Istituzioni norvegesi non funzionano bene, se è vero da ben 8 anni ho lottato con le prove in mano, per ottenere Giustizia,senza ottenere alcun risultato e neppure la dovuta attenzione in un caso di Morte procurata, come nel tragico caso di mio Figlio.
Il Presidente del Parlamento Norvegese, mi risponde dicendosi colpito dalla tragica vicenda occorsa e che, non avendo nè la possibilità, nè il potere di intervenire,mi consiglia di affidarmi fiduciosa alla sentenza della CEDU.

In data 21-09-2010 il Presidente della Provincia di Rimini, viene a conoscenza del tragico caso giudiziario di R.Casalboni e, su mia richiesta, scrive una missiva di sollecito per le istanze da me intraprese, al Ministro degli Esteri, al Ministro di Giustizia, all'Ambasciatore
Norvegese in Italia, al Vice Presidente della CEDU.
Lo ringrazio di cuore per la sua attenzione e per la sua comprensione.

Anno 2011
Invio alla CEDU una richiesta di accelerazione della pratica relativa a R.Casalboni, a causa della mia età avanzata (86 anni), e per il mio stato di salute precario (crisi di cuore).
In data 12-01-2011-scrivo di nuovo alla CEDU.accludendo la risposta del Presidente del Parlamento Norvegese,con lo scopo di rafforzare la mia richiesta di risolvere il tragico caso di R.Casalboni con una giusta sentenza. in breve tempo.
E' facile non rispondere e cercare di rimandare nel tempo il verdetto richiesto per non sollevare ritorsioni internazionali, ma sarebbe una strategia meschina per la dignità della Corte Europea, sede dei"Diritti dell'Uomo", che ha l'alto compito di difendere il citttadino debole di fronte al Potere delle Istituzioni.
Dichiaro quindi che in caso di silenzio,sono pronta ad aprire via“internet un “processo popolare" per ottenere "un giudizio popolare
Aprile
In data 08-04-2011 mi rivolgo ancora una volta alla CEDU e nella mia lettera preciso che in questo difficile momento esistenziale, in cui l'anelito alla Libertà e alla Giustizia spinge tutti i popoli a liberarsi dalla dittatura per un governo democratico che riconosca i Diritti dell'Uomo,la mia richiesta di Giustizia giunge a proposito:
1° per riportare un giusto equilibrio nel Sistema giudiziario
2° per frenare l'abuso di Potere
3° per realizzare la difesa dei Diritti dell'Uomo in Europa e quindi dare un esempio in tutti i Paesi del mondo.
L'avv.Massimiliano Cornacchia scrive alla CEDU una lettera di accompagnamento della mia richiesta di Giustizia, chiedendo “ una accelerazione della pratica, a causa dell'età avanzata e dello stato precario di salute della cliente, in aggiunta al danno punitivo anglosassone.....”
L'avvocato fa presente inoltre che dopo il Ricorso in data 10-10- 2009, sono state inviate alla CEDU lettere d'informazione relative agli sviluppi del caso, in data 12.03.2010, in data 18.04.2010, in data 04.06.2010, in data 07.07.2010,in data 23.08.2010, in data 07.09.2010, in data 13.10.2010, in data 08.01.2011, oltre altre raccomandate per non dimenticare il caso

In data 25-07-2011 ricevo una breve , fredda risposta da parte della CEDU

Alla Sig.Stella Ines ved.Casalboni
Viale R.Baldini – 15 - 47900-Rimini
Cara Signora,
scrivo per informarLa che in data 12 luglio 2011, la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, impersonata da un unico giudice (V.A.De Gaetano) ha deciso di dichiarare inamissibile il suo ricorso presentato nell'ottobre 2009 e registrato sotto il numero sopra menzionato.
La Corte ha trovato che non sono state riconosciute le richieste della Convenzione.
Alla luce di tutto il materiale in possesso e fino a quando gli argomenti lamentati erano di sua competenza, la Corte ha trovato che essi non rivelano alcuna traccia di violazione dei diritti e delle librtà presenti nella Convenzione o nei suoi articoli.
La decisione è finale e non è soggetta ad alcun Appello o altra Corte incluso la Camera o altro Organo.
Perciò Lei terrà conto che il Registro sarà inabile a fornire altri dettagli successivi circa le decisioni prese da un unico giudice o a continuare ad avere una corrispondenza relativa alle decisioni in questo caso.
Lei non riceverà dalla Corte i documenti concernente questo caso e, in accordo con le istruzioni della Corte, la documentazione sarà distrutta un anno dopo la data della decisione.
La presente comunicazione è fatta secondo l'articolo 52 A del Regolamento di Corte.
Distinti saluti
(per la Corte)
Soren C.Prebensen
(capo divisione)
Alla lettera erano acclusi alcuni documenti tra cui quello del Tribunale di Kristiansand, in cuisi dichiarava che non era stato presentato l'Appello alla sentenza nell'anno 2004.
Ribadisco che io ho fatto sempre presente che avevo inviato l'Appello alla sentenza del Tribunale, all'Ambasciata Italiana aOslo e all'avvocato indicatomi dall'Ambasciata, perchè lo inoltrassero in lingua norvegese al Tribunale. Non l'hanno fatto dichiarando che
ritenevano che “la causa di Roberto Casalboni perduta in partenza”. Hanno agito di libero arbitrio e hanno omesso l'appoggio che si deve dare a un connazionale che, bloccato dal dolore, dalla lontananza, dalla ignoranza della lingua e delle leggi, non può seguire personalmente il corso di un processo, pur avendo un avvocato italiano, che per la verità, è stato privato di informazioni necessarie in tempo utile..........
Io ho sempre pagato le tasse, ho sempre osservato le leggi vigenti, come insegnante ho contribuito alla formazione dei ragazzi, quindi ho il diritto di ottenere l'appoggio delle Istituzioni Italiane. Altrimenti a che cosa servono le Rappresentanze all'Estero ?

Nonostante la proibizione di rispondere alla Corte o di appellarmi ad altro Organo (non mi pare una norma democratica), non soddisfatta per una decisione cieca, senza una giustificazione valida, tendenziosa a cancellare le gravi violazioni esistenti nel caso di Roberto Casalboni, comprovate anche dai periti,.invio la mia risposta al Presidente della CEDU, per esprimere il mio sdegno per la drastica sentenza di un solo giudice, che, nonostante la documentazione e le perizie presentate, non è stato capace di riscontrare le violazioni ai Diritti dell'Uomo, più che evidenti nella documentazione presentata. ( 7 Kg.)

La mia risposta dura, ma significativa è la seguente :


Al Presidente della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo
Srasburgo-Francia Rimini 08-08-2011
Io sottoscritta Stella Ines ved.Casalboni, dichiaro di avere ricevuto la lettera scritta in data 19-07-11 e a me consegnata in data 25-07-2011-. Sono rimasta stordita dalla sentenza emessa da un unico giudice, in cui si dichiara che gli argomenti di cui mi lamento nel Ricorso presentato in data 10-10-2009-, non rivelano alcuna traccia di violazione dei diritti e delle libertà presenti nella Convenzione e nei suoi articoli.

Mi permetto di farLe presente che:
la violazione del sacro diritto alla Vita (art.2)
la violazione al nobile diritto alla Giustizia(art.6)
la violazione del giusto diritto all'Appello (art.13)
la violazione del diritto di esprimere la propria Verità (art.10)
la violazione del divieto dell'abuso di diritto (art.17)

Sono state violazioni ben evidenziate, articolate, comprovate e basate su giuste motivazioni.
Solo chi non vuole vedere e non vuole comprendere può negare l'evidenza.
La suddetta sentenza è una latente offesa per i periti (ingegneri,dottori, professori, avvocati) che hanno presentato le prove concrete e le relazioni relative alle gravi omissioni occorse, che dimostrano che Roberto Casalboni è stata una vittima innocente
La Vita di un Uomo è sacra e chi gliela toglie è colpevole di fronte agli uomini, di fronte alla legge, di fronte a Dio.
Io, come Madre della Vittima, ho messo in evidenza con precisione le omissioni delle Istituzioni coinvolte a portare alla luce la Verità e a fare Giustizia. Se non ho adoperato un giusto linguaggio legale, chiedo venia, ma ci sono i fatti occorsi evidenziati nelle lettere con intestazione, data e firma, che testimoniano che le mie dichiarazioni sono basate sulla realtà dei fatti.
Purtroppo il giudice mi ha li persona quidato freddamente senza darmi alcuna spiegazione dettagliata, come se fossi una pretestuosa, inaffidabile, un impostore.....
Mi è stato ordinato di non chiedere dettagli, di non rivolgere petizioni ad altri Organi, di interrompere la corrispondenza.......Non posso accettare questa imposizione intimidatoria, perché tale comportamento non segue una linea democratica, ma si ispira a una latente demagogia.

E' paradossale !
Ho inviato alla CEDU il mio Ricorso contro l'abuso di Potere, da parte delle Istituzioni italiane e norvegesi, che hanno ostruito l'iter giudiziario del caso "Roberto Casalboni"ed ho ricevuto, da parte della CEDU, un rifiuto, basato sull'abuso di Potere, ancora più grave, perché il giudice non ha riconosciuto a mio Figlio il diritto alla Vita ed a me, la di lui Madre, non ha riconosciuto il diritto alla Giustizia...

Mi rivolgo a Lei Presidente della CEDU per sapere se è al corrente del tragico caso di RobertoCasalboni, dopo le tante lettere a Lei intestate, visto che la sentenza non è stata convalidata dalla Sua onorevole firma e la lettera non è stata spedita raccomandata,come si usa fare per missive importanti che non possonoandare smarrite.
Inoltre perchè la lettera è stata inviata a me in via privata ?
Perché la lettera non è stata inviata al legale che mi assiste, visto che siete in possesso dei suoi dati, da Voi richiesti ?

Pensavo che la CEDU avesse il mandato di difendere i diritti dell'uomo e quindi anche i diritti del cittadino di fronte all'abuso di Potere.
Invece mi trovo di fronte alla sentenza di un solo giudice e sono convinta che è una sentenza limitata, parziale, dubbia, perché non è il frutto di un dibattito di un collegio giudicante. Di fronte alla Giustizia non devono esistere né ragioni di Stato, né ragioni di classe o di razza, né ragioni politico-religiose.
La Giustizia deve usare un solo linguaggio uguale per tutti : - assolvere gli innocenti e punire i colpevoli -.

Dopo otto anni di Ricorsi, dopo avere bussato alle porte delle Istituzioni coinvolte nel caso, seguendo fiduciosa l'iter legale per i casi giudiziari, Voi mi spingete , contro i miei saldi principi morali, a pensare che è inutile perdere tempo in Ricorsi e documenti che non vengono presi in considerazione, e quindi, in balia di una “giusta rabbia”conseguente la negazione delle prove presentate, mi spingete a gridare“la giustizia bisogna farsela da soli”.
Sono venuta a conoscenza della efferata strage di innocenti in Norvegia.
Io Madre, posso comprendere il dolore delle Madri norvegesi che hanno perduto i loro figli, perché anche a me hanno ucciso il mio unico figlio e so che è un dolore esacerbato, immenso, eterno.
Ma le Madri norvegesi hanno avuto giustizia, perché il colpevole sarà punito.
Io invece, non ho avuto giustizia e, paradossalmente, hanno colpevolizzato mio figlio “un morto innocente ”per salvare “un vivo colpevole ”, hanno rifiutato di valutare le prove presentate, hanno chiuso drasticamente il caso, affermando che negli argomenti evidenziati non esiste alcuna traccia di violazione dei diritti dell'uomo, senza neppure dare le spiegazioni dettagliate, necessarie per convincere la parte lesa..

Che cosa può fare un semplice mortale di fronte all'onnipotente autorità di un solo giudice?
E' difficile vincere contro la forza del potere, ma io non mi sento” perdente”perché, prima o poi, la forza morale che sprigiona dalle mie lettere, peserà sulla coscienza di coloro che hanno tradito il mandato di emettere una giusta sentenza.
Ricordiamoci che solo la Giustizia può costruire una società pacifica.

Spero che consegnino questa lettera a Lei personalmente e spero che Lei on. Presidente della CEDU voglia leggerla con attenzione e possa riflettere sulle mie obbiezioni , che sono dettate da uno spirito .imparziale, razionale, democratico.
Delusa, ma non distrutta, La saluto,
Stella Ines ved. Casalboni

In data 10-08-2011 informo Sua Mestà il Re di Norvegia, il Presidente del Parlamento Norvegese, l'Ambasiatore Norvegese in Italia,l'Ambasciattrice Italiana in Norvegia,
del rifiuto della Corte ad inoltrare il Ricorso, relativo alla tragica morte di R.Casalboni e
alla ingiusta sentenza del Tribunale Norvegese, alla Corte Suprema, con la giustificazione che non sono state riscontrate violazioni al Codice.
E' una giustificazione indegna della CEDU, che è la sede dei Diritti dell'Uomo e quindi non può negare il diritto alla Vita e il diritto alla Giustizia, oltre ad altri diritti violati nel caso giuridico di R.Casalboni.


Quindi oggi inizio un "processo popolare"via internet, perchè sono convinta che nonostante il "caos" esistente nella società moderna, esistano ancora persone oneste,responsabili,razionali, che hanno il coraggio di esprimere liberamente il loro pensiero e il desiderio di rispondere alle domande che una Madre, delusa doll'intricato iter legale che ha negato la Verità e la Giustizia nel tragico caso della morte del suo unico Figlio, rivolgerà su facebook, per ottenere almeno una Vittoria morale, che può lenire il suo dolore e nel contempo può lanciare un messaggio a coloro che hanno tradito il loro mandato e subdolamente hanno raggirato chi aveva fiducia nella legge.
Sono colpevoli coloro che hanno causato la morte di mio Figlio, ma sono ancora più colpevoli coloro che deliberatamente non hanno portato alla luce la Verità e non hanno fatto Giustizia.

Il coraggio contro la paura. Non esiste la paura quando si difende una causa comune che mira al miglioramento di una Società al limite del degrado.
Perciò il verdetto popolare, basato sulla saggezza popolare, può riscattare l'Ingiustizia subita da R.Casalboni, che rappresenta tutte le Vittime della strada che non hanno potuto gridare la loro innocenza.
L'urlo di Munch rappresenta in tutto il suo significato, il momento terribile della loro tragica morte.
Non chiedo alcun risarcimento per i gravi danni morali, fisici, economici, subiti in tanti anni di lotta; mi basta una vittoria morale, perchè sarebbe per me un conforto sapere che la morte di mio Figlio non è stata inutile, ma ha contribuito ad iniziare un rinnovamento giudiziario necessario affinché i funzionari delle Istituzioni Statali siano fedeli all'etica professionale e operino in un clima di vera democrazia, in nome di una vera Giustizia.

La Magistratura è in crisi molti sono i ricorsi, le cause, i processi, molte persone sono in attesa di giudizio.
E'chiaro che i magistrati sono oberati da un lavoro intenso e gravoso, pieno di responsabilità, per cui essi possono perdere la calma e la lucidità necessaria per potere essere imparziali.
Talvolta un giudice può trascurare una testimonianza scomoda, può omettere prove importanti per l'accusa o la difesa, talaltra può cancellare, con un colpo di spugna, la colpa di una persona che ha commesso un reato e colpevolizzare un innocente indifeso senza ricorrere in alcuna responsabilità personale.
E' ciò che è accaduto nel caso di R.Casalboni, mio Figlio.

E'giusto che la Magistratura sia indipendente, affinché rimanga immune da pressioni politiche, pressioni di "casta", pressioni private, ma è anche vero che questa "libertà" non vigilata"può portare a un potere assoluto che nessuna Autorità può contrastare se è comprovata l'ingiustizia perpetrata.
Questo è un tradimento all'etica professionale, perchè solo la Giustizia può riscattare la Morte di un Uomo e solo la Giustizia può riscattare la colpa di chi ha commesso un reato.

Io comprendo che la "Verità del Tribunale" può non coincidere con la "Verità reale", quando non ci sono le prove concrete dei fatti occorsi. Ma quando noti periti, fedeli all'etica professionale, presentano le prove concrete dei fatti occorsi la "Verità del Tribunale" deve coincidere con la "Verità reale"
Non è stato così nel caso di R.Casalboni .
Tragico caso che non è stato risolto ma è stato sepolto per abuso di potere.

A voi lettori la libertà di esprimere saggiamente il vostro parere, le vostre critiche, il vostro giudizio.

Tenete presente che tutte le Istituzioni, diplomaticamente, hanno dichiarato il loro cordoglio per la tragica morte di mio Figlio, ma tutte "se ne sono lavate le mani" per paura della Verità e delle complicazioni internazionali conseguenti

Tenete presente che il giudizio popolare, basato sulla atavica saggezza e sulle reali necessità del popolo, può dare l'input per avviare la rinascita dei valori necessari a ritrovare l'equilibrio, la trasparenza, la dignità di una Società democratica, protesa, pur nella diversità, alla risoluzione dei problemi sociali e, nel contempo allo sviluppo culturale, tecnico, scientifico,in tempi moderni .

Tenete presente che l'anelito di Giustizia serpeggia in tutto il mondo e che, in una visione globale dell'Umanità, ci fa sentire tutti uguali, per cui, nel rispetto dei "diritti e doveri" di un Uomo, nella Società non devono esistere abusi di Potere.
La Giustizia non ha Patria
La Giustizia parla un unico idioma.
La Giustizia è la Madre di una società pacifica

Conclusione del tragico caso giudiziario di Roberto Casalboni

Dal 17-08-2003 al 17-08-2011 sono trascorsi 8 anni di dolore e di dura lotta.
Tutti i Ricorsi inoltrati alle varie Istituzioni coinvolte nel caso giudiziario di Roberto Casalboni sono stati rifiutati, senza che le prove presentate da noti professionisti, fedeli all'etica professionale,siano state giustamente valutate, saggiamente confutate,
oculatamente demolite
.
Mi sono trovata in un dedalo di vie sconosciute, di fronte a tante Istituzioni, che rispondevano sempre : -Abbiamo fatto le dovute indagini, ma tutto risulta regolare.- Tante lettere con precisazioni, considerazioni, riflessioni, solleciti.
Tante email, fax, sms, telefonate,colloqui, convegni.
Tanto dolore,tanta angoscia, tante delusioni, tante spese.......Tutto inutile !
Bisogna essere ciechi, sordi, inerti, per non portare alla luce quella “Verità” di cui si hanno prove......... Il cosiddetto “muro di gomma” è impenetrabile.
Risulta chiaro una coalizione delle forze di Potere che, incatenate da una strenua autodifesa, non sono aperte alla democrazia.
In Democrazia si devono riconoscono gli errori commessi, perchè da una esperienza negativa può scaturire lo stimolo a migliorarsi e a riparare gli errori commessi
.
Non è stato così nel tragico caso di Roberto Casalboni.
Deliberatamente hanno rinnegato tutte le testimonianze a loro sfavorevoli, tutte le istanze
concrete della difesa, si sono coalizzati, si sono tappati nel loro fortino e poi, abusando del loro Potere, hanno chiuso drasticamente il caso.
Se ritenevano che avessi mentito o che avessi spinto i periti a presentare prove false per difendere mio Figlio,colpe molto gravi contro due Stati, avrebbero dovuto denunciarmi.......
Ma non l'hanno fatto perchè in un Processo regolare, la”Verità tecnica” e la”Verità medica”
sarebbero venute alla luce a favore di Roberto Casalboni”sulla base delle perizie dei noti Professionisti, che hanno studiato il caso e hanno portato alla luce la “Verità”
.
Risulta chiaro che io, Madre della Vittima, ho sempre combattuto con armi legali, non riconosciute dalla controparte, per ottenere quella Giustizia che avrebbe riscattato non solo la morte di mio Figlio, ma la morte di tante Vittime innocenti, che non hanno potuto chiedere Giustizia.Purtroppo ho conosciuto la subdola strategia che i funzionari usano per sviare le indagini, per confondere la “Verità”, per rendere anonime le loro dichiarazioni e non lasciare traccia delle stesse, per prolungare i tempi, per chiudere il problema con la solita concisa frase :- Tutto è risultato regolare -
E'la forza del Potere che considera i cittadini come persone ignoranti, abuliche, paurose, inerti..........quindi chi ha il Potere può prendere decisioni soggettive, con lo scopo di non ledere gli interessi di Istituzioni coese a difendersi.

Io ormai ho percorso la mia “Via Crucis” fino alla fine dei miei giorni........
Ora lascio in eredità a Voi, che, per i vostri figli, volete una Società migliore, il compito di andare avanti e di lottare, uniti alla AIFVS, per ottenere leggi che difendano le Vittime e penalizzano i colpevoli e nel contempo per richiamare i giudici ad applicare le leggi con il giusto equilibrio e la dovuta fermezza..
.
E' necessaria una ri-evoluzione dell'Umanità, basata sui “diritti e doveri”degli Uomini,
sull'etica professionale che rispetta il concetto di uguaglinza di fronte alla legge, sulla
responsabilità singola che diviene responsabilità collettiva,su un governo democratico che
non cade in abusi di Potere, ma che sa mettersi al servizio dei cittadini.

La nobildonna Emilia Valori, che ha salvato tanti Ebrei dalla deportazione nei lager,
ha scritto : “La Vita è un fatto che riesce a diventare un valore solo se sappiamo metterla al servizio degli altri .”

Vedi Isaia 64,6
La Giustizia degli uomini è un panno immondo”
Ma noi tutti abbiamo il dovere di lavare quel panno immondo con la forza dell'intelligenza, con il coraggio dell'onestà, con la coscienza della responsabilità del futuro dell'Umanità.
Solo così, potremo avere il rispetto di noi stessi,come Uomini.
I nostri piccoli passi contribuiscono al processo di maturazione per il miglioramento della Società.

Coraggio, date il vostro voto a favore della Giustizia.
Non temete, tale partecipazione non porrà alcun marchio sulla vostra pelle
Servirà solo a dimostrare che nel “caos” della Società moderna, molte sono le persone
responsabili che non desiderano rimanere schiavi di un Sistema subdolo, corrotto, demagogico, servirà solo a dimostrare che fate parte di quella schiera di persone intelligenti, che vogliono un Sistema democratico, trasparente,basato su valori sani, per cui Giustizia non è Ingiustizia, Libertà non è libertinismo, Socialità non è individualismo.

Sono certa che, dopo avere letto attentamente l'intricato “iter” del caso giudiziario di Roberto Casalboni, avete potuto cogliere il palese ostruzionismo di quelle Istituzioni che, invece di difendere i Diritti dell'Uomo, come è nel loro mandato, non hanno portato alla luce la Verità e non hanno fatto Giustizia.
Per concludere, rivolgo a Voi, attenti lettori, sette domande che tuttora non hanno avuto risposta, affinchè Voi possiate dare una conferma che è necessario portare un rinnovamento nel Sistema giudiziario, sociale, politico, per salvare le generazioni future.

1° domanda
E'giusto che un Giudice dl Tribunale, in un Pubblico Processo, basi la sua sentenza su una velocità falsa, da lui inventata, in quanto non supportata dai periti addetti (Kmh. 90 del giudice, contro Kmh.59 dell'ingegnere norvegese che ha commesso un errore di computo, e i Kmh.41 dell'ingegnere italiano ricavati da un serio studio dinamico-cinematico)?

2°domanda
E'giusto che un medico chirurgo per difendersi esponga una tesi medica, che non ha basi riconosciute dalla medicina ?
E' giusto che un medico chirurgo non faccia tutto il possibile per salvare un Uomo, tradendo il giuramento di Ippocrate ?

3° domanda
E' giusto che una Ambasciata all'Estero non si interessi di fare inoltrare, tramite l'avvocato di fiducia (che lei stessa aveva indicato), l'Appello di una Madre all'ingiusta sentenza del giudice, giustificando la sua omissione con la frase irresponsabile :-La causa di N.N. è perduta in partenza - ?
A che servono le rappresentanze all'estero, se abbandonano i cittadini in grave difficoltà ?

4° domanda
E'giusto che un avvocato di fiducia norvegese, non trasmetta tempestivamente i documenti relativi al caso giudiziario, più volte richiesti ? E'giusto che un avvocato lasci il suo mandato,senza affidare il caso ad un altro avvocato, in modo che non decadano i termini per l'mpugnazionedella sentenza di 1°grado ?

5° domanda
E'giusto che un Procuratore chiuda drasticamente un caso di Morte, senza prima avere indagato,confutato, valutato e senza avere poi demolito, con valide giustificazioni, le prove presentate da noti periti della difesa ,fedeli all'etica professionale ?

6° domanda
E' giusto che un unico giudice della CEDU, sede dei Diritti dell'Uomo, neghi il Diritto alla Vita a una Vittima innocente ? E'giusto che un unico giudice della CEDU, sede dei Diritti dell'Uomo, neghi il Diritto alla Giustizia, richiesta dalla di lui Madre ?

7° domanda
E'stato rispettato l'accordo bilaterale Italia-Norvegia ?
Un cittadino norvegese sarebbe stato trattato nello stesso modo in Italia ?

Ribadisco che mio Figlio è stato trattato peggio di un animale in un Paese civile.
E' stato coinvolto in un incidente stradale, causa la disattenzione di un autista che non ha rispettato lo Stop e gli ha tagliato la strada.
E'stato vittima di negligenza nell'ospedale, perchè l'hanno lasciato mezz'ora senza cure mediche e gli infermieri hanno avuto il coraggio di dichiarare che non collaborava.........
Ma come poteva collaborare se aveva la bocca che sanguinava, aveva in atto una emorragia interna, non capiva il loro idioma, non sapeva dove era, non aveva un familiare vicino a sè e se era attanagliato dalla paura della Morte ?
E' una scena raccapricciante che mi fa rabbrividire e mi fa urlare di dolore.

Tutti i Ricorsi sono stati rifiutati con la diplomatica risposta :- Abbiamo fatto indagini, ma tutto è risultato regolare - Questa è una subdola coalizione delle forze del Potere che si autodifendono e tradiscono cinicamente i Diritti dei cittadini...........
Perciò mi pongo una domanda : – Per quale ragione i cittadini devono pagare le imposte a uno Stato che dissipa il denaro dei cittadini in spese superflue, non risolve i problemi sanitari, sociali,politici all'interno del Paese e non garantisce la difesa dei suoi cittadini all'Estero ?

A Voi tutti, che formate la parte migliore della Società, la libertà di dare una risposta responsabile ai quesiti posti, per rispetto a Voi stessi, per il futuro dei Vostri Figli, per
un sano miglioramento della Società.

Confido nella Vostra collaborazione, Stella Ines ved. Casalboni e.mail: stellarimini@hotmail.it

331 commenti:

  1. Seguo la vicenda da anni, condividendo speranze e delusioni con la mamma di Roberto. Ormai al di là del ruolo che rivesto come responsabile AIFVS per la provincia di Rimini e presidente della Onlus PU.RI, considero la mamma di Roberto una cara amica e provo ammirazione per tutto quello che sta facendo per rivendicare considerazione e giustizia

    RispondiElimina
  2. Ma dov'é la giustizia? Dopo aver seguito e letto la triste vicenda l'unica parola che riesco a pronunciare é: VERGOGNA.

    RispondiElimina
  3. La lotta di una madre dopo l'incidente di un figlio, dover far fronte ad un doloroso ed estenuante iter legale che , in teoria, dovrebbe portare alla luce le cause reali dell'accaduto e dovrebbe punire i responsabili con pene commisurate ai loro reati e, di coseguenza,garantire alle vittime e i loro familiari un risarcimento soprattutto morale, e invece? Ci troviamo davanti all'ennesimo caso di una giustizia lenta ed approssimativa che anche davanti all'evidenza rimane impassibile, calpestando i Diritti e la Dignitá dell'Uomo ,valori che la nostra costituzione dovrebbe tutelare. Sono esterefatto e disgustato.

    RispondiElimina
  4. Mi auguro Che tutti gli anni trascorsi a gridare giustizia siano serviti a far cambiare il sistema in cui viviamo.

    RispondiElimina
  5. É assurdo che in casi come questi lo Stato non ti tuteli.

    RispondiElimina
  6. ESSERE VITTIME PER COLPA DI QUALCUN ALTRO ED ESSERLO ANCORA DI PIÚ QUANDO LA GIUSTIZIA TUTELA I COLPEVOLI É INNAMMISSIBILE.

    RispondiElimina
  7. In questo mondo globalizzato anche l'ingiustizia non è territoriale ma globale. In Norvegia come in Italia, non solo difetta la competenza ma quel poco che c'è non interagisce con l'etica! Le istituzioni non finalizzano il loro impegno alla difesa dei valori ma molto spesso alla convenienza. Come uscire da questa spirale? Affrontare i problemi con il forte spirito di Ines Stella e dell'AIFVS, di cui lei fa parte: lottare, trasformare il dolore in una proposta di cambiamento raccontando anche l'ingiustizia, è l'unico modo per non rendere inutile il sacrificio ingiusto dei nostri figli. La gravità del degrado culturale e morale è espresso anche dal comportamento della CEDU, la cui difesa dei diritti umani soggiace e muore sotto le incrostazioni burocratiche. Conosciamo le vessazioni che ci riserva la pessima gestione della giustizia, capace di stravolgere i fatti a danno della vittima, come è avvenuto nel caso di R. Casalboni. Con Ines Stella, donna e madre di enorme coraggio e di grande rigore intellettuale, non ci pieghiamo all'ingiustizia, lottiamo per la vita, la verità, la giustizia, senza la quale non c'è pace.A tutte le istituzioni coinvolte nel caso di Roberto Casalboni, diciamo che hanno perpetrato un'ingiustizia gravissima che, oltre ad arrecare dolore e a negare i diritti delle vittime, fa perdere credibilità alla loro funzione nella società a causa dell'ambiguità del loro operato. Anche in Italia la giustizia amministrata nel nome del popolo non garantisce giustizia alle vittime e favorisce i colpevoli.
    Abbiamo bisogno che la cultura e l'etica caratterizzino le nostre istituzioni, le professioni e i cittadini stessi. Dobbiamo darci da fare unendoci in un impegno comune di solidarietà per rendere la nostra società più civile e più giusta, come stiamo facendo nell'AIFVS, nella quale annoveriamo Stella Ines come socia benemerita.

    RispondiElimina
  8. Ho assistito legalmente la sig.ra Stella Ines Casalboni nella tragica vicenda di suo figlio Roberto, affiancandola e sostenendola sia come amico, sia come avvocato. Ho ammirato la forza e la costanza di una madre che tanto ha lottato per vincere le oscure forze che hanno impedito di giungere ad una vera giustizia; una giustizia negata a suo figlio e, così, anche ai figli di tante altre madri che, come lei, hanno dovuto lottare strenuamente contro il "muro di gomma" ed, infine, accettare ingiuste sentenze.
    Massimiliano

    RispondiElimina
  9. Chiunque ha il dovere di scrivere ed informare l'opinione pubblica l'addove vi siano stati errori giudiziari ,errori medici, o vi sia una grave latitanza della Giustizia.Merito dunque alla signora Stella che ha dovuto convivere con la disperazione per la perdita del suo unico figlio,ha dovuto combattere una dura lotta di otto anni senza ottenere Giustizia,ed ora ha avuto la forza di scrivere una cosi' lunga tragedia. Grazie allora per averci messo al corrente di quello che avete dovuto subire. Tutti noi ci stringiamo al dolore ed alla sofferenza sperando che malgrado tutto possa essere piu' serena per i prossimi anni della tua vita .Tutti noi faremo tesoro delle tue esperienze negative con l'Ambasciata italiana a Oslo,con l'impossibilità di ricorrere in appello per l'ostruzionismo che hai dovuto subire,sulla tua tragica esperienza con l'ospedale di Sorlandet a kristiansand. La voglia di legalità è sempre più diffusa, soprattutto tra i giovani,spero quindi che tutte le morti di questi innocenti a causa di pirati della strada,gravi errori medici,attentati mafiosi,non vengano dimenticate, ma siano la linfa per i cambiamenti. Tutti i giudici devono ricordarsi del loro ruolo e dare la VERA GIUSTIZIA e non sentenziare per chiudere il caso o tutelare alcune categorie. Solo così si può placare la rabbia, la demotivazione, il non credere nelle forze dell'ordine e nella macchina giurisdizionale.Un caro amico,Marco.

    RispondiElimina
  10. Ho sempre seguito la tragica vicenda di Roberto Casalboni ed ho sempre visto in prima linea una madre che ha disperatamente lottato per ottenere giustizia per la morte del suo unico figlio. Una giustizia che è stata negata nonostante la Sig.ra Stella Ines si sia rivolta a tutte le istituzioni competenti, nessuna esclusa, con argomenti tecnici espressione dei più autorevoli professionisti che spesso calcano le scene processuali in Italia. Tutto inutile! Ma la mia ammirazione per tutto quello che ha fatto una mamma per suo figlio è davvero grande. Al dramma di una madre che sopravvive a suo figlio si aggiunge quindi quello dell'ingiustizia.
    Catia

    RispondiElimina
  11. Carissima Stella piu che commentare giusto sarebbe ribellarsi a questa vergogna ,ingiustizia e' poco, vergogna dei grandi al potere che sempre si nascondono dietro le sue promesse menzoniere ,
    Sono sicuro che Tutto il Tuo lavoro non sara stato invano non puo essere
    a qualche cosa servira e sara uno dei tanti mattoni che serviranno per costruire una nuova giustizia un abbraccio fortissimo Mary e Pietro

    RispondiElimina
  12. Otto anni di battaglie con lo spirito e la tempra di un'adolescente - in Italia, in Europa e in tutto il mondo attraverso la Rete di Internet a un'età in cui la sola parola computer spaventa le masse - sono un esempio e uno stimolo per tanti giovani.
    Una cometa da seguire giorno dopo giorno, vivendo la quotidianità e cercando di migliorarla perché non possa più accadere niente di simile
    La battaglia legale non è riuscita a far breccia nel muro di gomma, ma la forza di madre di Stella hanno fatto, fanno e faranno breccia nelle coscienza diventando insegnamento per tutti
    Per questo la gente deve sapere e questo blog deve moltiplicarsi
    Nicola

    RispondiElimina
  13. Signora Stella, innanzitutto ,a nome dell'Associazione, le sono vicino per tutto quello che le è successo. Ingiusto, terribile e doloso. Non c'è dubbio, leggendo il suo caso, che esso rientri in questa categoria di mala giustizia/mala gestione delle tragedie che ogni giorno dobbiamo riscontrare. In questo caso, la verità è una sola. E' una questione di forza. Quando i casi sono talmente complicati come il suo, con notevoli ricorsi, battaglie legali, avvocati malfidati, ambasciate conniventi, poteri forti ingessati da relazioni internazionali. In questi casi, può solo la piazza. Non c'è nessuna altra strada. Andare in piazza, in gran numero, pretendendo la giustizia, pronti a prendersela in tutti i modi, è l'unica soluzione. Scartoffie, processi, risarcimenti, sono vuoti di fronte alla mancanza di volontà di punire i colpevoli. Per avere giustizia, in molti casi, bisogna andare a prendersela. Raccomandate, lettere, ricorsi, servono a poco. E' il mondo che è così, le vittime devono solo morire, chi sopravvive ha sempre ragione, purtroppo.

    RispondiElimina
  14. Cara signora Stella,lei non è sola,nel leggere il suo iter giudiziario ho provato per lei una tenerezza infinita per la sua forza, datale dall'amore per suo figlio, ed ho rivissuto quello che accade anche in Italia e che è accaduto anche a noi nei nostri Tribunali.Siamo soli davanti alla Legge,soli nei Tribunali,soli davanti all'opinione pubblica che non si rende conto del grande dramma che accade ogni giorno sulle strade.Ma combattiamo come indomiti leoni, per dare giustizia a chi non ha più voce e per salvare la vita di tanti che potrebbero morire come i nostri cari.Cara Signora Stella non si fermi la sua lotta è nobile ed anche se si fa di tutto per farci tacere noi non dobbiamo mollare,continui, sperando che lei riesca a sfondare questo muro di superficialità che ci circonda,che si riesca a sensibilizzare l'opinione pubblica verso un rispetto "vero" per la vittima della strada,iniziando dal soccorso,alle indagini,al giusto processo alla giusta pena. Angela Ventrone ( A.I.F.V.S.)

    RispondiElimina
  15. "un'iniziativa che ci riguarda tutti a sostegno dei valori e dei diritti umani e finalizzata anche a dare alle istituzioni un’occasione di riflessione e di svolta"

    Carissima Stella, sono vicina a te con il cuore e desidero esprimerti tutta la mia solidarietà e dirti che non sei sola.Provo tenerezza,affetto e ammirazione, per la tua tenacia e perseveranza.
    La civiltà di un paese si misura anche da quanto tutela e garantisce i suoi cittadini nella ricerca della VERITA' per la GIUSTIZIA.Non dovrebbero essere le mamme,i padri, i fratelli/sorelle o i parenti dei familiari delle vittime a lottare da soli.La tua strenua e nobile battaglia,fa parte di tutte quelle battaglie che noi familiari delle vittime della strada dobbiamo continuare a portare avanti per i nostri cari, per una sensibilizzazione tesa a promuovere un cambiamento per una società civile dove ci sia la prevenzione sostenuta da una "giustizia vera"dove sia riconosciuto il principio fondamentale e universale di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.Devono ascoltarci.
    Un grande abbraccio.Ilia Ticciati (socia AIFVS)

    RispondiElimina
  16. Segun he leido y sabido el caso veo que no ha tenido la justicia como deberia, es una iniciativa donde se ve no dan valor a la vida humana, deberia recibir la justicia justa..........

    RispondiElimina
  17. Realmente es muy triste y indignante la falta de justicia y corrupcion del sistema legal, la impotencia de perder a un ser querido y que el culpable quede en libertad, esperemos que este caso no quede en el olvido y se haga justicia.

    RispondiElimina
  18. REALMENTE PATETICO.... POR PARTE DE TODOS ESTOS GRUPOS RELACIONADO CON EL TEMA!!,CUANDO ELLOS (LOS QUE....SE CREEN QUE TODO LO SABEN):QUE DEBEN SABER MEJOR QUE NADIE EL SIGNIFICADO DE LA PALABRA JUSTICIA,PARA CUANDO ALGUN CIUDADANO HAGA NECESIDAD DE ELLA,SE APLIQUE CUNDO SE PIDE,Y NO DAR DE LARGO A LOS CIUDADANOS.
    POR ESTA FALTA DE RESPONSABILIDADES Y CORRUPCIONES EN DICHOS GRUPOS.(VA EL MUNDO COMO VA).
    POR ESTO MISMO.. DESEARLE TODA LA FUERZA QUE ESTA MADRE NECESITA,PARA QUE ALGUN DIA LA SRA.INES STELLA VEA LA JUSTICIA QUE PIDE POR SU HIJO Y QUE NO SEA DEMASIADO TARDE.(QUE ESTA SRA.LLEVA LUCHANDO 9 AÑOS,QUE SE DICE FACIL.)
    UN ABRAZO A DÑA.INES STELLA
    DESDE TENERIFE.
    (CARLOS)

    RispondiElimina
  19. LO SIENTO POR ESTA MADRE DE 86 AÑOS,QUE LE HAN MATADO SU UNICO HIJO Y POR SI ES POCO LE HAN QUITADO EL DERECHO DE LA JUSTICIA.
    LE HAN HECHO MUCHO DAÑO MORAL,FISICO Y ECONOMICO.
    QUE SOSIEDAD ES ESTA....? (ME PREGUNTO).

    UN ABRAZO PARA ESA MADRE QUE TANTO HA LUCHADO.

    DESDE TENERIFE
    (J.L)

    RispondiElimina
  20. Gentile sig. Stella, è ammirevole la battaglia di civiltà che sta portando avanti, grazie per la forza che da a noi tutti, è un esempio che ci sprona a continuare nel difficIle percorso prefisso: fermare la strage stradale e dare giustizia alle vittime. I poteri forti vanno abbattuti con coraggio, costanza e unità, trovo vergognoso che nelle aule dei tribunali si continui a calpestare la dignità delle vittime e dei familiari. Esperienza personale mi porta a dire che i soldi fanno la potenza, soldi e potenza determinano la giustizia, sia tolta dall'aula dei Tribunali "La giustizia è uguale per tutti" purtroppo non è così. Le sono vicina con grande rispetto, oggi Lei ha dato una lezione di vita a tutti, ha portato il Suo amore e un grande esempio di civiltà. Un abbraccio Pierina Guerra Sede di Venezia dell'A.I.F.V.S.-

    RispondiElimina
  21. La mia solidarietà e comprensione, siamo vittime di un sistema vergognoso e impotenti, ma grazie a persone come Lei, forse un giorno le cose cambieranno. Sarò al Suo fianco qualora si decida una azione anche di piazza.
    Claudio socio A.I.F.V.S. Venezia

    RispondiElimina
  22. Sono Tiziana, familiare di vittima della strada, ad oggi, dopo trent'anni, nelle aule dei Tribunali, tutto ancora da concludersi! E la chiamiamo giustizia o INGIUSTIZIA? Le sono vicina con vero affetto e comprensione, non molli, avrà giustizia, siamo con Lei.

    RispondiElimina
  23. Signora Ines mi unisco al grande dolore e sofferenza che prova per la perdita del figlio, rabbrividisco di fronte alla cecità, ottusità e cattivo "funzionamento" di una società che da valore solo ai soldi e non alla vita umana.
    Suo figlio Le darà la forza per continuare questa battaglia stressante e logoroica, Le sono vicino con affetto, attendo fiducioso assieme a lei, di avere giustizia.
    Alessandro da Venezia

    RispondiElimina
  24. Direi che certe disgrazie meriterebbero, da parte dei magistrati, una attenzione ed una meticolosità ben diversa nel valutare i fatti accaduti. Un cittadino della repubblica si aspetterebbe anche una maggior solerzia da parte delle nostre ambasciate ma con consoli come Antonio Razzi che possiamo sperare?

    RispondiElimina
  25. It is really very surprising, going through the details of this case I feel very sorry for what happened, but also feel that the descion of Justice was not correct also feel like there is no value of human life values, but would like to say to all to pray God to get the right and sincre justice,. God bless all

    RispondiElimina
  26. Jag beklagar sorgen och kampen du har gatt igenom , men jag blir rord av hur stark du har varit for din son. Fortsatt och ge aldrig upp, Det ar hemskt det som har hant och att dom gor pa det har sattet, det ar inte rattvist. Jag hoppas att rattvisan visar sig och att du vinner kampen.

    /CAMILLE

    RispondiElimina
  27. I am sorry for you loss and the struggle you've gon trough, but i am moved by how strong you've been for your son. Keep it up and never give up. It is terrible what has happend and that they are doing it like this, It is wrong! I hope justice will show and that you win this.

    /CAMILLE

    RispondiElimina
  28. Dear Stella, I'm really sorry for the loss of your son and I think that what you've done shows how strong a mother's love for her child can be. I hope you will eventually get the justice you deserve. Best regards. Marisa (Argentina)

    RispondiElimina
  29. Una historia realmente muy triste, he injusta; ya que no se debe defender a un culpable; por tema de nacionalidad, por no estar en su pais de origen, somos seres humanos, y por respeto se debe castigar al culpable, no fue un simple accidente; ocasiono la muerte; y el dolor de sus familiares y seres queridos. Justicia!
    Un fuerte abrazo a esa Madre tan luchadora que no se resiste a que se no quede impune.
    Alejndra. TENERIFE

    RispondiElimina
  30. Desde tenerife, con mucho dolor, e indignada, de una realidad que parece mentira pero que sucede, que deja una marca irreparable; y que no se a podido hacer justicia. Pido a todas las personas que ayuden por una buena causa, que publiquen su opinion y ayudemos a que se haga justicia y que pague el culpable.
    Besos
    Maria

    RispondiElimina
  31. Conosco la sig.ra Stella Ines Casalboni e ne ammiro la perseveranza, l'intensità e l'intelligenza dimostrate nella ricerca, purtroppo risultata vana, di ottenere giustizia per suo figlio Roberto.
    Mauro Rimini

    RispondiElimina
  32. CARISSIMA SIG.RA STELLA MI UNISCO A LEI, ALLA SUA PERSEVERANZA E ALLA SETE DI GIUSTIZIA, PERCHÈ AVENDO TRE FIGLI,LA CAPISCO , COME CAPISCO CHE , COME LEI È GIUSTO E DOVEROSO RICEVERE GIUSTIZIA QUANDO PURTROPPO SI RICEVE L'OPPOSTO E SEMBRA CHE SI LOTTI PER NIENTE...INVECE LA ANIMO AD ESSERE FORTE E CONTINUARE A LOTTARE PER UNA GIUSTA CAUSA E CHISSÀ CHE VENGA ASCOLTATA E RICONOSCIUTA LA COLPEVOLEZZA DEL CONTRARIO. UN FORTE ABBRACCIO. SANDRO E FAMIGLIA. TENERIFE

    RispondiElimina
  33. "Otto anni di battaglie con lo spirito e la tempra di un'adolescente - in Italia, in Europa e in tutto il mondo attraverso la Rete di Internet a un'età in cui la sola parola computer spaventa le masse - sono un esempio e uno stimolo per tanti giovani.
    Una cometa da seguire giorno dopo giorno, vivendo la quotidianità e cercando di migliorarla perché non possa più accadere niente di simile
    La battaglia legale non è riuscita a far breccia nel muro di gomma, ma la forza di madre di Stella hanno fatto, fanno e faranno breccia nelle coscienza diventando insegnamento per tutti" Condivido queste affermazioni di Nicola facendo presente a mamma Stella la mia solidarietà ed ammirazione, un abbraccio Paola AIFVS
    Per questo la gente deve sapere e questo blog deve moltiplicarsi

    RispondiElimina
  34. Tutta la mia solidarietà per la perseveranza a lei attribuita.Divulghero' al massimo questo blog in modo che sia letto il piu' possibile dai miei conooscenti per cambiare nella gente il modo di vivere ed interpretare la giustizia.Grazie.Manuel.

    RispondiElimina
  35. Coraggio tenga duro.. A volte sembra di lottare contro i mulini a vento ma è proprio in quel momento che le persone forti e coraggiose come lei trovano la forza per arrivare ad una soluzione. Non si arreda ha tutto il mio sostegno e la mia ammirazione.

    RispondiElimina
  36. Non si abbatta!
    La giustizia morale è molto più importante della giustizia ordinaria.
    Perseveranza premia sempre.
    Un forte abbraccio,
    Pia

    RispondiElimina
  37. Ciao, vuoi essere la mamma di noi tutti, siamo cinque figli orfani di mamma, anche se adullti, un incidente stradale brutalmente ci ha tolto la nostra meravigliosa mamma, siamo legati al suo cordone ombelicale, nessuno la potrà sostituire, sono passati tanti anni, il dolore è ancora vivo, tu puoi adottarci, anzi, vogliamo noi che tu sia la nostra mamma, siamo pronti a difenderti ed aiutarti, un grosso bacio, ciao mamma

    RispondiElimina
  38. Cara Mamma, leggo per la seconda volta la sua terribile e drammatica vicenda, il primo sentimento è quello di tanta rabbia, indignazione, sconcerto e sinceramente non facilita nel trovare le parole per esprimere quello che si prova, davanti a tanto dolore, a tanta indifferenza e ingiustizia non ci si può abituare mai. Tra le sue parole si evince l’infinito amore e la grande forza che ha avuto in tutti questi anni per dare giustizia al proprio figlio, e che solamente chi è passato può capire pienamente cosa una madre o un padre prova. Come padre che ha sofferto come lei, la perdita di un figlio e come membro dell’AIFVS, siamo vicini e solidali alla sua causa, poiché tutte le nostre storie conoscono l’arroganza, la superficialità, l’incapacità, l’omissione, la sottovalutazione adottate da un sistema sociale e giudiziario che non porta alla ricerca della verità, anzi si tenta di nasconderla e a proteggere chi compie il reato, si, perché gli viene concesso anche il diritto di non presentarsi in tribunale. A tutte le sue domande bisogna dire con grande forza “non è giusto” , ma per far si che le cose cambino bisogna non mollare, il sistema è purtroppo troppo radicato e difeso da lobby per vincerlo in una sola battaglia. E’ per questo che bisogna unirsi e restare uniti nella solidarietà e nella condivisione, per i nostri figli, forse, non potremmo più fare molto, ma lavorare per un futuro migliore è anche ridare giustizia a chi gli è stata negata.
    Con grande affetto
    Battistini Paolo AIFVS Padova/Venezia

    RispondiElimina
  39. La morte di un figlio, un dolore immenso! Si pensa che almeno gli verrà resa giustizia, così non è stato per il Suo Roberto e per tanti altri. La verità e la giustizia non interessano a nessuno, neanche a chi dovrebbe farla rispettare. Una grande delusione per lei signora Ines e per tutti noi. Dobbiamo unirci e insistere per il cambiamento in nome di tutte le vittime . Un abbraccio affettuoso.
    Patrizia Quaresima AIFVS Roma

    RispondiElimina
  40. Esta madre ha luchado por la verdad, pero lo que ocurre en los Tribunales no siempre se puede identificar con la Justicia. El corporativismo ha conseguido ocultar la realidad, pero no hay que olvidar que la Lucha de Stella Ines ha sido y es un ejemplo para todas las personas que se encuentran en circunstancias similares y que deben intentar hasta el final que los culpables de una negligencia médica suman sus responsabilidades.

    RispondiElimina
  41. cara Ines sono clelia responsabile di sede dell'AIFV di Guidonia, volevo darle il mio appoggio. Ed essere tutti uniti perchè queste cose devono cambiare nn è giusto! dobbiamo lottare insieme. un abbraccio!
    tulli clelia

    RispondiElimina
  42. papà di Alessandro A.I.F.V.S.sede di Torino18 dicembre 2011 alle ore 04:39

    Cara battagliera Mamma Ines, suo Figlio è orgoglioso di Lei. Ha fatto molto di più di quanto umanamente sia possibile. Lei è riuscita a smontare l'assunto che solo l'italia è il paese delle ingiustizie. Grazie a Lei anche la Norvegia potrà vergognosamente farne parte.
    Cara mamma Ines non lasci che l'ingiustizia umana subita distragga il suo cuore alla voce del suo amato figlio, dei nostri amati figli, che ci sussurano di riprendere ad amare nel ricordo dell'amore che ci hanno donato e che nessuna ingiustizia di uomini potrà limitare.

    RispondiElimina
  43. (BIAGIO CIARAMELLA)Giustizia per Roberto Casalboni.....E UNA COSA GIUSTA MA SE NON CAMBIA LA LEGGE DI QUESTE INGIUSTIZIE NE VEDREMO TANTE.....www.ciaramellaluigi.com

    RispondiElimina
  44. LA JUSTICIA...!REPRESENTADA POR LA BALANZA QUE SIGNIFICA EQUIDAD.SOLAMENTE ESTA A FAVOR DE LOS QUE LA APLICAN:ES DECIR,CAMBIAN EL NIVEL DE LA BALANZA SIEMPRE EN FAVOR DE LOS PROPIOS INTERESES.UNA BUENA MUESTRA DE ELLO,ES EL CASO DE LA POBRE SEÑORA INES STELLA CASALBONI,QUE DEJA LA VIDA DEFENDIENDO EL CASO DE SU QUERIDO HIJO,PORQUE EL YA NO PUEDE.SOLO NOS QUEDARA APELAR A LA JUSTICIA DIVINA.
    YO PIENSO QUE PODEMOS UNIRNOS Y LOGRAR POR EL BIEN COMUN UNA JUSTICIA TERRENA BASADA SOBRE LOS DERECHOS DEL HOMBRE.

    UN SALUDO A ESTA SRA.

    EMILIO

    RispondiElimina
  45. Grazie per la forza che ci trasmette, sentenza ingiusta che fa perdere dignità alla giustizia e crea sofferenza alle vittime ed ai familiari, dovrebbero vergognasi tutti, siamo con Lei cara mamma Ines, siamo soci A.I.F.V.S. di Venezia,se ci sarà qualche atto dimostrativo da farsi sappia che siamo al suo fianco, Suo figlio Roberto la protegge, non molli. Un abbraccio da Franca, Massimo, Michele,Laura,Lorella,Claudio,Ilaria

    RispondiElimina
  46. Direi che certe disgrazie meriterebbero, da parte dei magistrati, una attenzione ed una meticolosità ben diversa nel valutare i fatti accaduti. Un cittadino della repubblica si aspetterebbe anche una maggior solerzia da parte delle nostre ambasciate covo di mangiapane a tradimento.
    Continui per la sua strada signora Ines, noi siamo con lei.
    Franco Piacentini AIFVS Modna

    RispondiElimina
  47. ezio bressan AIFVS Alessandria19 dicembre 2011 alle ore 02:14

    Siamo tutti con lei, purtroppo la giustizia non ha confini, tutti gli stati sono uguali e considerano poco la problematica legata alla strage stradale, forza lo dobbiamo ai nostri figli

    RispondiElimina
  48. Carissima Signora Ines, Le sono vicino nel suo dolore e nella sua battaglia nel cercare giustizia per suo figlio Roberto. Davanti alla morte di un figlio non si può essere così superficiali e indifferenti.Se la giustizia esiste,in qualsiasi Paese, mi auguro che chi ha sbagliato paghi,e che non debbano essere solo le vittime a pagare!
    IVANNI cARMINATI AIFVS BERGAMO

    RispondiElimina
  49. Ma dov'è la giustizia?
    Forza signora Ines

    RispondiElimina
  50. Cara sig. Stella, una grande ammirazione per la civile battaglia che sostiene, l'ingiustizia che ha subito è atto di violenza perpetrato nei confronti di chi è piu' debole, purtroppo questa è la società, priva di veri valori.
    Sono, anzi siamo con Lei per sostenerla ed aiutarla in questo tortuoso percorso.
    Ferdinando Laverda Sede Vicenza A.I.F.V.S. e famiglia.
    Un abbraccio e coraggio, non demorda

    RispondiElimina
  51. Gentile Signora Stella Ines,
    mi stringo a Lei con grandissimo affetto e riconoscenza per la strenua battaglia di civiltà che da tanti anni sta conducendo senza pausa a favore di Suo figlio e di tutti noi.
    Non possiamo infatti ignorare che la violazione di diritti inviolabili come il diritto alla vita e alla giustizia da parte oltretutto di quegli stessi Organismi e Istituzioni preposti alla loro tutela, rappresenta una gravissima offesa non soltanto alla Vittima e ai suoi famigliari, ma ad un'intera società democratica e civile.
    Lei ha fatto tutto il possibile e anche l'impossibile, trovando solo ostruzionismo, abusi, silenzi, stravolgimento di prove, dilazioni temporali infinite alla Sua esigenza di verità e giustizia.
    Mi permetta di esprimere l'orgoglio che provo nel sapere che esistono Donne e Madri come Lei, sorrette nelle proprie imprese titaniche unicamente dalla forza del dolore e della rabbia, gli stessi sentimenti che purtroppo spingono la maggior parte di coloro che vivono queste tragedie a blindarsi nel silenzio,precludendosi ogni via d'uscita. E'un errore la rinuncia e pia illusione la speranza di cancellazione di questi vissuti attraverso la scelta dell'astensionismo, spesso rifiutando loro anche il semplice diritto di domicilio nel nostro ricordo.
    Alla profonda stima e ammirazione per il Suo operato, sono costretta ad unire l'indignazione e la vergogna che è vergogna di vivere in società civili dove sono possibili cose del genere, come quelle che Lei ha descritto.
    Ma a questo punto la vergogna più grande sarebbe tacere, considerando con rassegnazione come "normale" ciò che invece sarebbe tutto da rifare.
    Anna Barbieri AIFVS Ferrara

    RispondiElimina
  52. Todo este caso ha sido tratado injustamente, espero que estos comentarios sirvan para darle mas fuerzas a Estela y que no se sienta sola, que muchos la apoyamos en su causa..
    un fuerte abrazo desde Tenerife

    RispondiElimina
  53. Espero que todos estos comentarios, no solo queden aqui; sino sirvan para hacer valer la justicia; que pague el culpable, y no quede impune; darte apoyo y fuerzas para continuar luchando; que no sigan pasando los años y siga asi.

    un besito desde tenerife
    Ale

    RispondiElimina
  54. Une histoire très triste vraiment, je n'ai injuste et ne doit pas être la défense des coupables, pour question de la nationalité, ne sont pas dans leur pays d'origine, sont des êtres humains, et le respect devraient punir les coupables, ne fut pas un simple un accident causant la mort et la douleur de leurs familles et aux proches. Justice!
    Un gros câlin à la mère que combattant qui ne résiste pas qu'il ne reste pas impuni.

    JOSEPHA

    RispondiElimina
  55. Non è giusto che un giudice non si basi sulle norme dettate dai tecnici abilitati per quanto riguarda la velocità dei mezzi.Non è giusto che un medico eluda le sue responsabilità mentendo sui fatti occorsi in ospedale.Non è giusto che un'Ambasciata metta i bastoni tra le ruote a chi chiede assistenza all'estero.Non è giusto che un avvocato si comporti incivilmente dimenticandosi le cose basilari dell'assistenza al cliente.Non è giusto che un procuratore non tenga presente delle prove inconfutabili e chiuda il caso.Sicuramente in Italia un cittadino norvegese avrebbe avuto più rispetto.

    RispondiElimina
  56. Cara Mamma Ines
    Mamma Coraggio come solo una mamma può e sa essere, siamo rimasti increduli e basiti di fronte al Suo racconto che non è prolisso ,come Lei stessa umilmente scrive, ma è tanto doloroso da far male. Perdere un figlio è un dolore che nessun genitore dovrebbe mai provare,nella Sua vicenda si aggiunge altresì l'ingiustizia,l'incompetenza, la malafede di chi (troppe persone,purtoppo!) non consente che giustizia venga fatta. Mamma Ines continui a lottare per il Suo Roberto... Voglio sperare che qualcosa si smuova e che arrivi un segnale che esprima con chiarezza quale sia il reale valore dell'altrui vita. Ma le istituzioni del nostro paese cosa aspettano ad intervenire??
    un abbraccio
    Angelo Burroni e fam. AIFVS Milano

    RispondiElimina
  57. Cara Sig.ra Stella,
    Le sono vicina e comprendo la sua tenacia nel voler scoprire la verità. Non si arrenda mai!
    Un grande abbraccio e Buon Natale!
    Luvia amica di Pia

    RispondiElimina
  58. Es triste ver como el gobierno toma en vano la lucha de una madre para que se haga justicia a su hijo, medicos que han herrado y no han pagado por ello!! aveces la justicia es ciega y permite que esto pase.
    un saludo y animo eres una gran mujer.

    RispondiElimina
  59. I have never seen such a women, whos is so strong. She is fighting for her late son! Im sure she will achieve what she is aiming for. The government hasnt been ethical! It is a shame!
    We are always here for you Ms Stella!
    Sending you Love and strengh!
    Anjali!

    RispondiElimina
  60. SOMOS UN GRUPO DE EMPLEADOS QUE HEMOS CONOCIDO A DÑA STELLA VIUDA DE CASALBONI QUE ES UNA MUJER MUY RESPETOSA HACIA LAS PERSONAS,LAS NATURES Y LAS LEYES.
    HEMOS CONOSIDOSU INMENSO DOLOR POR LA MUERTE DE SU UNICO HIJO TAMBIEN HEMOS CONOCIDO SU LARGA LUCHA PARA LOGRAR JUSTICIA.
    PERO NINGUNO HA VALUADO LA VERDAD TECNICA Y LA VERDAD MEDICA PRESENTADA POR LOS PROFESIONISTAS.
    AHORA TENEMOS MIEDO POR NUESTROS HIJOS...QUIEN PUEDE DEFENDERLOS DE LA FUERZA DEL PODER QUE IMPONE SU VERDAD...?.
    UN CORDIAL SALUDO Y UN GRAN ABRAZO PARA LA SRA.STELLA.

    MARICARMEN,RAMON Y PEDRO.

    RispondiElimina
  61. GRUPO DE TECNICOS QUE TRABAJAMOS EN UN HOTEL.
    NOS HA EXTRAÑADO MUCHO LA FALTA DE JUSTICIA EN EL CASASO JUDICIARIO DE ROBERTO CASALBONI,MUERTO POR CAUSA DE CULPABLES NO PENALIZADOS.
    LA MADRE DE LA VICTIMA INOCENTE,HA HECHO TODO LO POSIBLE PARA LOGRAR AQUELLA JUSTICIA QUE TENIA QUE SER CONSENCIONADA EN BREVE TIEMPO SIMPLICIDAD DEL CASO Y POR LOS DETALLES PARECIA QUE LOS TECNICOS HAN PRESENTADO VARIAS VECES.
    LOS DERECHOS DEL HOMBRE HAN SIDO TRAICIONADOS Y A NOSOTROS NOS VA A FALTAR LA FE EN LAS PUBLICAS INSTITUCIONES QUE NO DEFIENDEN EL PUEBLO.

    UN SALUDO PARA ESA MADRE LUCHADORA (SRA.STELLA)
    ISIDRO,ALEX,JONAY Y BRITO.

    RispondiElimina
  62. Dònde està la Justicia.....?
    Ahora està èsta madre con èste grave fallo en el cual perdió a su único hijo y mañana a quien de nosotros nos va a tocar..?(me pregunto)
    Si hay Justicia,que salga a la luz cuanto antes y no deje casos tras casos sin resolver y ocultando las gravedades de los grandes y dando de lado a los ciudadanos.
    Animo Sra.Stella siga luchando hasta el final,que usted esta dando un gran ejemplo de lucha contra los grandes para todo los ciudadanos.
    Saludos...!
    CARLOS

    RispondiElimina
  63. Hello, my name is Tessa, and I have heard your case, it is sad there is no justice, but we have to be strong and never give up, and always fight for our rights, and have faith...that God is with us and so is your son, I send you all the strength in the world and I understand the pain you must be going through, I wish you all the best and hope this case will come to an end
    Tessa

    RispondiElimina
  64. Non é giusto, tutte le risposte alle domande qui giù é la stessa: non e giusto!! (Flia La Banca)

    RispondiElimina
  65. Sadly, justice has not been served in this case. Looks like judges, doctors and lawyers have failed to do their jobs the right way. As you say, 'we shouldn't wait for God's justice but justice should be made by men on Earth'. I'm with you, Stella.

    RispondiElimina
  66. Stella, eres un ejemplo de madre y de amor y de lucha por tu hijo. Ciertamente la respuesta a las preguntas planteadas es que no es justo ningún aspecto de este caso. Ninguna lucha es en vano cuando se hace desde el corazón. Animo

    RispondiElimina
  67. Omg it unbeliveble, Stella in this age being so strong struglling with justice about happened with her son and not getting the right justice, more then justice I think its a political move and feel shame for that justice. Stella be brave and have faith God knows and is watching all I am confident you will get the Justice.... Take care we will all pray to God.

    Jacky, Tenerife, Spain

    RispondiElimina
  68. Conosco "nonna Ines"(come la chiamo io) dal 2000.La ricordo sempre per la sua solarità, per la sua energia, per la gioia di vivere e di scoprire il mondo che mi trasmetteva ogni giorno. Una "nonna" che mi ha dato consigli, mi ha sostenuto,con la quale ci siamo fatte delle risate, sicuramente più moderna e all'avanguardia dei miei stessi nonni e anche dei miei genitori.Dopo anni aveva ritrovato la vicinanza del figlio al quale però è stata stroncata tragicamente la vita.In questi anni la ricerca e la lotta per avere la giustizia di Roberto le hanno dato la forza di vivere e la forza d'animo per affrontare duramente la battaglia contro ogni genere di autorità e contro le ingiustizie ricevute . Ammiro nonna Ines per la sua tenacia,per le sue nottate a scrivere, per il suo coraggio di portare avanti la sua lotta, una forza di volontà che solo una madre può avere. Questo blog è il risultato di una lunga storia che purtruppo non ha avuto il lieto fine del raggiungimento della giustizia dovuta a Roberto ma il cui traguardo è comunque importante : metterci a conoscenza di quanto siamo circondati da indifferenza, menzogne,false promesse e passaggi di responsabilità da una mano all'altra per poi arrivare solo a delle "lavate di mano". Non so se questo "muro di gomma" verrà mai abbattuto ma so di conoscere una donna che ha fatto il tutto per tutto e che ora vuole divulgare la triste realtà per riuscire a farci reagire.
    Marta

    RispondiElimina
  69. Non si arrenda mai! La forza di una madre è la cosa più importante. Continui nella ricerca della verità, io le auguro che lei possa ottenere giustizia! Andrew

    RispondiElimina
  70. Unfortunately, the earthly justice will never be fair. But the moral justice of all mankind will always be with you a big hug. Lucas

    RispondiElimina
  71. Le sono vicino moralmente, Le auguro che l'anno nuovo le porti serenità e la tanto agognata giustizia. Un forte abbraccio, Eugenio amico di Pia

    RispondiElimina
  72. Un caso che evidenzia violazioni dei diritti umani, e che tanti hanno interesse a volere insabbiare. Sono vicina alla signora Ines che ha voluto portare avanti con coraggio e rabbia la sua battaglia.

    RispondiElimina
  73. Cara Sig.ra Ines Stella Casalboni
    conosco bene tutti i fatti che si sono succeduti dalla tragica morte di Suo Figlio Roberto, in particolare, le false prove costruite ed artefatte in primis dagli operatori di Polizia e poi fatte proprie dai Giudici in sede dibattimentale nell'aula del Tribunale di Norvegia, senza il legittimo contradittorio, per emettere, poi, quella SENTENZA INGIUSTA E VERGOGNOSA.
    Mi sono unito a Lei da subito per sostenerla a condurre le battaglie su tutti i fronti per ottenere GIUSTIZIA ma, l'OMERTA', LE FALSITA' E LA VIGLIACCHERIA hanno fatto emergere LE MENZOGNE.
    Sig.ra Casalboni, non mi sono mai rassegnato di fronte a quella GIGANTESCA INGIUSTIZIA, come non ho mai buttato la spugna per far emergere la VERITA' per altri fatti che quasi quotidianamente affronto per la professione che svolgo.
    Allora dobbiamo indire un pubblico processo magari davanti all'Ambasciata Norvegese ma questa volta con la nostra presenza , con la presenza dell'Avv., nonchè Amico, Massimiliano Cornacchia, quella dell'Ill.mo Prof. Zanetti Medico Legale e dibattere i fatti accaduti a Roberto e poi i GIUDICI emettere la GIUSTA SENTENZA.
    Io ci sono.
    Un affettuoso abbraccio
    Cosmo Durante

    RispondiElimina
  74. Stella, sind Sie ein Beispiel der Mutterliebe und kämpfen für Ihr Kind. Gewiß ist die Antwort auf die aufgeworfenen Fragen ist, dass nicht nur alle Aspekte dieses Falles. Kein Kampf ist vergeblich, wenn aus dem Herzen getan. Stimmung

    RispondiElimina
  75. This whole case has been treated unfairly, I hope these comments serve to give more strength to Estela and not feel alone, many support it in its cause ..
    a hug

    RispondiElimina
  76. Stella, you are an example of mother love and fight for your child. Certainly the answer to the questions raised is that not just any aspect of this case. No fight is in vain when done from the heart. Mood

    RispondiElimina
  77. Da tempo in tutta europa si promette di mettere mano a tanti casi di mala giustizia, ma alla fine per mezzo di una politica irrequieta tutto rimane come prima. Per tale motivo noi cittadini dobbiamo unirci e lottare insieme contro tale sistema di potere. Il caso Roberto Casalboni da modo di una ottima riflessione: la di lui madre che non si è mai arresa e ha continuato a lottare con costanza merita una risposta positiva e l'aiuto totale ed istantaneo di noi cittadini vigili e attenti ad un futuro migliore. Sig.ra Casalboni sia per noi "faro di luce viva". Rosa

    RispondiElimina
  78. Il processo popolare indetto dalla Sig.ra Stella Ines nasce in un momento di grave crisi in Italia e nell'Europa tutta. A mio avviso giunge a proposito in momenti come quello che stiamo vivendo dove si grida "cambiare tutto per migliorare tanto". Analizzando il caso di Roberto e notando le varie ingiustizie subite dalla Sig.ra ci si deve unire in massa e fare le dovute pressioni agli Organi Competenti affinchè si possa avere una riapertura del caso e le pratiche che giacciono da anni nei faldoni legali freddi e muti testimoni di una presa di potere possano essere presi in seria considerazione affinchè la giustizia possa essere degna di tale nome. Alice

    RispondiElimina
  79. Avendo letto il suo caso riletto e analizzandolo mi rorge spontanea una domanda: è accaduto veramente tutto ciò? Per la prima volta in vita mia ho scoperto un lato giuridico e medico che non conoscevo. E' chiara la sfacciata presa di potere irrazionale. E l'ambasciata che da sempre ha il compito d'aiutare i propri cittadini all'estero non ha mosso neanche un dito. Alle domande della Sig.ra Casalboni ne aggiungo un'altra: devono ancora esistere le ambasciate italiane all'estero se poi non ci aiutano? Sig.ra sono certa che chiunque leggerà il suo scritto comincerà a vedere le cose sotto un altro aspetto e si unirà a Lei che tanto ha fatto e continuerà a fare sia in memoria del suo figliolo che per il futuro di tanti giovani! Benni

    RispondiElimina
  80. Cara Sig.ra Stella Ines,
    ho letto con attenzione la vicenda e l’iter di avvenimenti che si sono succeduti dalla tragica morte di suo Figlio Roberto.
    Ammiro notevolmente la sua forza d’animo, il suo coraggio la battaglia che ha portato avanti fin da subito; trovo esemplari il suo amore per Roberto, così come la sua tenacia di donna che lotta per i diritti e non si rassegna di fronte a l’omertà, al “muro di gomma”.
    Ciò NON E’ DA TUTTI. Per cui ritengo che questa sua lotta sia stata e continuerà ad essere un contributo per risvegliare in ciascuno di noi il senso della giustizia costantemente annientato da una falsa democrazia, e da una dominante demagogia. Lei, ci ha dimostrato ancora una volta, come le menzogne prevalgano sulla Verità. Per questo mi unisco a Lei, mi associo a Lei, e mi unisco alla Sua Voce.
    Le sono vicina. Spero di poterla incontrare.
    Un abbraccio
    Alessandra Durante

    RispondiElimina
  81. Este caso es uno de tantos que la justicia y quienes las conducen lo pasan por alto,est ES la
    justicia a la que estamos todos expuestos,esta madre corage ha decidido que el nombre de su hijo no caiga en el olvido,y ha decidido luchar para que todo el mundo sepa lo manipulada que esta la justicia en este mundo.
    Galicia.

    RispondiElimina
  82. No tuve oportunidad de conocer a Roberto Casaloboni,pero si a doña Stella y os aseguro que lo que esta madre esta haciendo por su hijo es de admirar, sobre todo cuando estamos hablando de una señora de avanzada edad que escribe día y noche sin parar,siempre pensando a donde puede dirigirse para que la escuchen, a quien puede escribir... o en que puerta puede tocar para que el nombre de su unico hijo no caiga en el olvido, aunque...todo lo que una madre hace por su hijo nos parece poco,mucho animo.
    canarias.

    RispondiElimina
  83. Esta madre solo pide que se busque el culpable y se haga justicia como cualquier otra persona quisiera en su misma situacion,¿porque se hacen tanto los sordos?,si este chico conducia su moto tranquilamente, y otra persona que se mete en medio causa un accidente donde le causa la muerte...y ahora los que tienen la justicia en sus masnos...¿qué pasa con esta gente...?son sordos, o quizaz mudos... a esto se le llaman paises democraticos,o solo cuando a ellos les interesa.

    RispondiElimina
  84. Dear Mrs.Stella Casalboni
    I am from Armenia my name is Syuzan ,this matter touchet my heart very deeply and I hope that soon or late the justice will come thrue
    My regards to You and to all people who supports You

    RispondiElimina
  85. Desde aquí, Tenerife, Doña Estella quiero enviarle mi mas sincera enorabuena por tener un corazón tan fuerte, seguro que desde el cielo su hijo le muestra su mejor sonrisa y agradecimiento por todo lo que está haceiendo por el, y estoy segura de que lo que el quiere para usted, es su tranquilidad y felicidad para todos los dias de su vida, asi que yo le doy mi apoyo y que por supuesto muy pronto se haga justicia para su eterna felicidad y la de su hijo. De corazón, desde un rincón de Tenerife para usted y su hijo Roberto Casalboni, Dios lo tenga en su Gloria.

    RispondiElimina
  86. don Giuseppe e don Renato4 gennaio 2012 alle ore 10:03

    Abbiamo seguito le vicende della signora Stella Ines Casalboni fin dall'inizio e non possiamo non riconoscere che il processo per la morte del figlio Roberto è stato impostato senza una ricerca adeguata della verità dei fatti, ma in modo molto sbrigativo, verrebbe da dire opportunistico (alla luce della documentazione prodotta successivamente). Sulla stessa linea pilatesca sembra procedere anche la risposta della Corte dei diritti umani al ricorso. Sarebbe una storia veramente mortificante se non ci fosse la speranza che l'unione di tante persone che amano la verità e la giustizia e l'esempio di tanti (come la mamma di Roberto) che hanno il coraggio di agire ci porteranno ad un mondo migliore.

    RispondiElimina
  87. E'veramente incredibile quello che è successo; non riuscire ad ottenere giustizia dopo tanto lottare!
    Si percepiscono dalle parole che cercano di riassumere questa lunga e triste vicenda, l'impegno e la tenacia di una madre che, ha combattuto solo con mezzi legali e quindi leali. Conosco Stella da molti anni e
    credo che tutti gli sforzi fatti e il Suo coraggio, siano serviti a difendere i "Diritti degli Uomini" e ad avere una Giustizia piu' vera.
    Un abbraccio
    Claudio

    RispondiElimina
  88. Odotan etta Rouva Ines Casalboni saisi jonain paivana selvitetyksi poikansa kuoleman ja etta oikeus antaa oikean lausunnon - Ei ole oikeutta jos kaikki "todistukset" ovat aivan vaarin. Odotan todella oikeuden uutta lausuntoa, ja jotka ovat syyllisia saavat maksaa siita.
    Kaikkea hyvaa toivoen
    NINA KAUKO (Suomi)

    RispondiElimina
  89. Esprimo i miei forti sentimenti di solidarietà e di stima per la Signora Stella. Dal mio punto di vista in questa tragica facenda hanno vinto la negligenza , indifferenza, menefreghismo, ma non GUISTIZIA!!!! Come possono vivere tranquillamente le persone responsabili di tutto ciò??? Sembra che abbiano dimenticato che la VITA in ogni sua forma sia preziosa e non ci sono le misure per poter valutare la sofferenza di una MADRE lucida e intelligente ,che ha perso l'unico figlio.... E' una vergogna a livello internazionale..Cara GIUSTIZIA, DOVE SEI? E la COSCIENZA?
    ZARA GAZIJANZ

    RispondiElimina
  90. He leido el blog de doña Stella Ines que trata el caso judiciario de su hijo Roberto Casalboni y entre muchos comportamientos anomalos de las Istituciones implicadas, me he fijado sobre las declaraciones del fiscal noruego del Tribunal Supremo.
    Del alto de su carga, el declara que "si una sentencia no se cambia es una grave ofensa para la victima", pero el mismo rechazó las nuevas pruebas tanto las médicas como las tecnicas aportadas por notos profesores que demostraban que la primera sentencia estaba equivocada.
    LUIS GARCIA

    RispondiElimina
  91. Pienso que un médico chirujano tiene el deber de hacer todo lo posible para salvar la vida de un hombre, hasta el último minuto de vida. Es evidente, como en este caso, Roberto Casalboni, no recibió las curas médicas necesarias y fue por negligencias que se murió desangrado. la vida de un hombre es sagrada y sobretodo cuando se trata de la vida de un joven.
    NOELIA FUENTE.

    RispondiElimina
  92. Non é giusto che un giudice emetta una sentenza basata su una velocitá falsata, senza il supporto delle perizie dei tecnici.
    ARMIDA E EZIO.

    RispondiElimina
  93. Coma ha potuto il Procuratore Generale non accettare i nuovi elementi medici e tecnici,che noti professionisti avevano presentato,i quali avrebbero potuto dimostrare che la prima sentenza emessa nell'anno 2004 era errata?In seguito lo stesso Procuratore ha dichiarato paragonabile all'offesa per un crimine sesuale.Il Procuratore Generale si è chiaramente contraddetto,perchè la prima sentenza è rimasta stabile a causa del suo rifiuto.Quindi la Vittima ha ricevuto una gravissima offesa.

    RispondiElimina
  94. Il Procuratore Generale ha dichiarato:-Che la parte civile non sia d'accordo con le specifiche valutazioni delle prove della Corte ,è lontano dal sinonimo che la Corte abbia fatto un errore rispetto all'occorso o che la valutazione legale sarebbe stata differente,aggiustata la velocità o da una parte o dall'altra-Tale dichiarazione ferraginosa,risulta essere chiaramente di parte,perchè tende a confondere i fatti occorsi.Infatti ,a quanto mi risulta ,la prima sentenza è stata basata sulla velocità dei mezzi ed il giudice ha maggiorato volutamente la velocità della moto (90km)senza alcun supporto tecnico.Quindi la Corte ha fatto un grave errore rispetto all'occorso e la valutazione legale è differente,aggiustatala velocità da una parte o dall'altra,perchè in un incidente stradale la velocità dei mezzi è fondamentale e non può essere aggiustata.Ho letto che l'ingegnere norvegese ha dichiarato che la moto andava a 59-63 kmh con un errore di computo che maggiorava la velocità.L'ingegnere italiano,dopo un oculato studio dinamico -cinematico ha dimostrato che la moto andava alla velocità di 41 kmh.Perchè il Procuratore è stato così superficiale? Un amico,Miro di Rimini.

    RispondiElimina
  95. Il Procuratore generale ha dichiarato:-Che non è evidente che esistano condizioni che forniscano motivazioni valide,per investigare se gli impiegati dell'ospedale Sorlandet abbiano commesso offese punibili-E' una dichiarazione che tende ad invalidare le tesi di due noti professionisti,il Prof.G. Zanetti (italiano) ed il Prof. dr. Pillgram Larsen (norvegese)che avevano dato valide motivazioni per investigare il comportamento anomalo dello staff medico dell'ospedale,in un caso di morte.La stessa dichiarazione della Madre che la cartella clinica di Roberto Casalboni,richiesta all'ospedale fin dall'anno 2003 e ripetutamente negli anni successivi per supportare le perizie mediche,non era mai stata inviata,era una valida motivazione per una accurata investigazione.Una cara amica,Dominique.

    RispondiElimina
  96. Io penso che un Procuratore generale abbia il dovere, in un caso di morte,di aprire le indagini per portare alla luce la Verità,al di sopra delle parti contrastanti.Un Procuratore deve essere al di sopra delle parti e far valere il buon senso della Verità assoluta,tutelando le vittime ed i superstiti da altre speculazioni di mala sanità o mala Giustizia.Come può il Procuratore del caso Casalboni dormire sonni tranquilli,quando è conscio dell'errore che ha commesso negando la verità assoluta?E' chiaro che questa persona di legge ha causato un danno enorme verso la comunità e perciò verso i propri figli o nipoti se ne avesse.Per avere pienamente fiducia nella Giustizia non basta avere una sentenza frettolosa che metta tutto a tacere.La vittima innocente deve avere a disposizione delle persone che usano tutto il tempo necessario per effettuare valutazioni dettagliate del caso.L'addove vi sia una minima perplessità sui fatti occorsi si deve subito intervenire ed indagare senza limiti di tempo o di mezzi,fino al punto i essere al 100% sicuri di avere fatto il possibile per portare alla luce la verità ed avere la coscienza a posto con il prossimo.Non possiamo dire che il caso di Roberto Casalboni abbia avuto un trattamento adeguato ed un processo equo.Un amico,Manuel.

    RispondiElimina
  97. CONOCÍ A ROBERTO , A TRAVES DE SU MADRE STELLA, RECUERDO EL CARIÑO , EL AMOR QUE LES UNÍA Y ESE SENTIMIENTO ME HA LLEVADO A ESCRIBIR EN ESTE BLOG.
    ME SUBLEVO CONTRA LA INJUSTICIA , LA FALTA DE ETICA JURIDICA Y MORAL Y, EL CORPORATIVISMO MEDICO.
    APOYO LA LUCHA DE UNA MADRE ANTE LA PERDIDA DE SU AMADO HIJO , EL CORAJE , EL VALOR , Y LA FORTALEZA DE UNA MAMMA FRENTE A UN MUNDO GLOBAL PERO SIN SENTIMIENTOS.
    GLORIA DE LA ROZA- GIJON

    RispondiElimina
  98. questo e' coraggio : grazie Signora e Mamma Stella , noi tutti abbiamo molta da apprendere da questa coraggiosa e tenace Madre un cordiale saluto orlando

    RispondiElimina
  99. FORZA STELLA NON MOLLARE TI SIAMO TUTTI VICINI CORAGGIO RAGAZZI CHE INIZIA AD ESSERE UN BEL CORO

    RispondiElimina
  100. The pain or loosing a son is enough without having to endure the double pain of the lack of justice. Stella be strong Mary

    RispondiElimina
  101. Quando finiranno queste storie di ingiustizia quando arrivera il momento che tutti avranno la sua parte di vita decorosa senza problemi di ingiustizie ,pare che tutto il mondo ne sia pieno di cose ingiuste , carissima Stella , non mollare siamo tutti sicuri che la giustizia ti dovra prendere per mano e chiederti scusa .

    RispondiElimina
  102. QUERIDA STELLA

    NINGUN ACTO PUEDE SER TAN ATROZ E INFAME COMO LA INJUSTICIA PARA UNA MADRE. CONOCER LA REALIDAD DE TU LUCHA Y DETERMINACION CON QUE LO HACES PARA TI PUEDE SER SOLO UN MERO TRATO DE BUSCAR JUSTICIA PARA TU QUERIDO HIJO, PERO PARA LOS QUE ESTAMOS FUERA DE ESE DOLOR TU LUCHA Y ACTITUD NOS SIRVE PARA VER QUE LA VIDA ESTA LLENA DE INJUSTICIAS PERO TAMBIEN NOS MUESTRA QUE HAY MUCHAS MUCHAS MUJERES VALIENTES QUE LUCHAN POR UNA CAUSA JUSTA Y CLARA COMO ES LA TUYA CONTRA LAS INSTITUCIONES O PERSONAS QUE DICEN TENER LA JUSTICIA EN SUS MANOS Y SON MEROS DICTADORES DE DOLOR AJENO.
    TU LUCHA ME ANIMA A SEGUIR APRENDIENDO DIA A DIA LO BUENO DE LA VIDA Y LA GENTE QUE ME RODEA. SOLO TE DESEO LO MEJOR Y QUE LA JUSTICIA LLEGUE DE LA FORMA QUE SEA EN ESTA TIERRA Y SINO DIOS TE LA DARA EN LA ETERNIDAD.
    UN GRAN ABRAZO Y MUCHA SUERTE Y EXITOS!!!

    RispondiElimina
  103. Conosco la sig.ra Stella da anni e sono sicuro che non si fermerà fintantoche non avrà ottenuto giustizia.
    Quella giustizia che attraverso l'impegno di tutti noi potrà raggiungere prima.
    Avanti sig.ra Stella, la sua battaglia è la nostra battaglia per un mondo migliore
    paolo

    RispondiElimina
  104. Roberto Casalboni: esempio e vittima di inaccettabile ingiustizia. Stella Ines Casalboni: esempio di coraggio e tenacia per tutti quanti lottano contro le ingiustizie.
    Sono con lei nel sostenere la sua battaglia.
    Gilberto - Rimini

    RispondiElimina
  105. Leggendo il caso di Roberto Casalboni noi cittadini ligi e onesti non dobbiamo, non possiamo, non vogliamo essere testimoni impassibili a sì tanta sfacciata ingiustizia.
    La storia da sempre ha dimostrato che è l'unione che da la forza alle genti.
    Uniamoci in massa per chiedere che il caso venga riesaminato e le prove, sempre presentate siano finalmente prese in seria considerazione.
    Anna

    RispondiElimina
  106. Quando crollano gli ideali, i valori etici, spezzati dalla bramosia dell'Essere e dell'Avere, quando le autorità sono interessate a trincerarsi in una Babele silenziosa, allora emergono solo ingiustizie.
    Nel caso Roberto Casalboni è chiara e lampante la totale mistificazione come le analisi di seri tecnici non presi in considerazione.
    Tutto ciò deve finire, chiediamo la riapertura del processo affinchè non accadano più casi simili e dare, dopo 8 anni, ad una madre che si è sempre battuta con forza, tenacia sempre mantenendo grande dignità "giustizia".
    Salvatore

    RispondiElimina
  107. Bisogna che noi cittadini ci si unisca per uno sviluppo, intellettuale, educativo, morale e soprattutto sviluppare la condiscendenza del pensare e del riflettere.
    Leggendo il caso Roberto Casalboni diventa doveroso chiedere che venga riaperto e le prove presentate sempre in modo chiaro e preciso siano vagliate con professionalità e dare il giusto responso.
    I giudici della C.E.D.U. rivestendo cariche pubbliche devono agire con serietà professionale ma in un caso di errato responso devono rimettersi in discussione.
    Se la C.E.D.U. riaprirà il caso e lo analizzerà si può essere certi che si è raggiunta una perfezione giuridica.
    Assunta

    RispondiElimina
  108. Si può contribuire ad aiutare gli altri e contemporaneamente migliorare il modo di vivere proprio e lottare contro le ingiustizie, anche stando seduti davanti a un computer.
    Ormai si viaggia su internet e si presentano blog.
    Uno tra i tanti merita la dovuta attenzione "Giustizia per Roberto Casalboni".
    Leggerlo significa conoscere una parte della magistratura dove non sempre le prove, anche se ben presentate, avvalorate da seri tecnici, vengono prese in esame.
    Da 8 anni la madre di Roberto porta avanti la causa giudiziaria senza essere supportata da nessuno.
    E' tempo che Ella abbia a ricevere, in attesa della giustizia legale, una risposta positiva da coloro che lottano e combattono le falsità e le ingiustizie.
    Bisogna reagire per sbloccare l'apatia che rende gli uomini svogliati, inetti anche danti a casi tanto gravi.
    Vittoria

    RispondiElimina
  109. Chiedere giustizia è forse troppo?
    Spero di no!
    Auguro a Lei, alla memoria di suo figlio e a tuttinoi di essere tutelati da coloro che hanno questo compito, i quali non sempre lo adempiono.
    Le sono sinceramente molto vicina in questa battaglia.
    Lidia amica di Pia

    RispondiElimina
  110. Continui la sua battaglia signora Ines. Noi tutti le auguriamo di poterla vincere anche se questo non potra' ridare a lei un Figlio ed a noi un Amico, ma sarebbe in ogni caso una grandissima cosa quella che e' riuscita a fare praticamente da sola contro TUTTI!
    La ringrazio per la lettera appena ricevuta e la saluto anche da parte di mia moglie in attesa del suo ritorno augurandole di poter finalmente avere GIUSTIZIA, perche', io che la conosco, posso affermare che sono 8 anni e mezzo che si sta battendo ogni giorno ogni ora e ogni minuto per questo.
    Mauro e Monica

    RispondiElimina
  111. So unfair and so sad... Shame on all the government bodies that failed to deliver! Dear Stella, stay strong. We are on your side. Alex

    RispondiElimina
  112. CARA SIGNORA IL DOLORE DI UNA MADRE SICURAMENTE NON E' PARAGONABILE A NESSUN ALTRO TIPO DI DOLORE E' VERO CHE LA GIUSTIZIA DI QUESTO MONDO E QUASI SEMPRE INGIUSTIZIA MA SE CI CREDIAMO VERAMENTE C'E'ANCHE UNA GIUSTIZIA DIVINA DOVE NESSUNO NON SI PUO'NASCONDERE DIETRO NESSUN AVVOCATO.MA LA GIUSTIZIA DI DIO E'AMORE E PERDONO SE UNO LO VUOLE ACCOGLIERE MA SE METTIAMO UN MURO DAVANTI X NON RICEVERLO ALLORA OGNUNO SI PRENDA LE SUE CONSEGUENZE AUGURI DI UN BUON ANNO DALLA FAMIGLIA BAIAMONTE DA PALERMO CORAGGIO SI RICORDI CHE DIO E' AMORE E' A DATO IL SUO UNICO FIGLIO X NOI GUARDANDO LA CROCE POSSIAMO COMPRENDERE LE SOFFERENZE CHE HA PATITO MA DOPO LA CROCE C'E'LA RESURREZIONE . CHE DIO LE POSSA DONARE TANTA PACE E' SERENITA'ANCHE SE NON LA CONOSCIAMO PERSONALMENTE LE VOGLIAMO TANTO BENE

    RispondiElimina
  113. QUERIDA STELLA

    NINGUN ACTO PUEDE SER TAN ATROZ E INFAME COMO LA INJUSTICIA PARA UNA MADRE. CONOCER LA REALIDAD DE TU LUCHA Y DETERMINACION CON QUE LO HACES PARA TI PUEDE SER SOLO UN MERO TRATO DE BUSCAR JUSTICIA PARA TU QUERIDO HIJO, PERO PARA LOS QUE ESTAMOS FUERA DE ESE DOLOR TU LUCHA Y ACTITUD NOS SIRVE PARA VER QUE LA VIDA ESTA LLENA DE INJUSTICIAS PERO TAMBIEN NOS MUESTRA QUE HAY MUCHAS MUCHAS MUJERES VALIENTES QUE LUCHAN POR UNA CAUSA JUSTA Y CLARA COMO ES LA TUYA CONTRA LAS INSTITUCIONES O PERSONAS QUE DICEN TENER LA JUSTICIA EN SUS MANOS Y SON MEROS DICTADORES DE DOLOR AJENO.
    TU LUCHA ME ANIMA A SEGUIR APRENDIENDO DIA A DIA LO BUENO DE LA VIDA Y LA GENTE QUE ME RODEA. SOLO TE DESEO LO MEJOR Y QUE LA JUSTICIA LLEGUE DE LA FORMA QUE SEA EN ESTA TIERRA Y SINO DIOS TE LA DARA EN LA ETERNIDAD.
    UN GRAN ABRAZO Y MUCHA SUERTE Y EXITOS!!!
    PEDRO RAUL

    RispondiElimina
  114. Cher Madame Stella perdre un enfant est une douleur dont la justice ne peut comprendre par contre se que la justice pourrais faire, ses de prendre en consideration les victimes.Que peut faire une maman face a des medecins dont il refuse l'evidence l'erreur medical,des multinationale qui on un grand pouvoir. Le gouvernement Italien et les journalistes qui ne prenne pas en consideration l'injustice commise en norvege et de defendre ses concitoyens.que peut faire une maman seul contre goliath en esperant que se commentaire vous reveille monsieur les politiques journalistes aider cette maman en detresse pour que justice soit rendue .Madame Stella bon courage et je vous souhaite de reussire dans votre demarche je vous embrasse tres fort

    RispondiElimina
  115. Cher Madame Stella je vous ai promis d'envoyer en belgique et en france des emails pour denoncé L'injustice les abus de pouvoir des multis- national et l'incompetence des medecins; ne pas reconnaitre leurs erreurs.

    RispondiElimina
  116. Estela es usted un ejemplo de madre coraje que nos sirve a todos de ejemplo,su hijo desde donde este tiene que sentirse orgullosisimo de tener la madre que tiene,no se desanime nunca,la esperanza es lo último que se pierde y le animo que que siga luchando por que se haga justicia a su hijo, que estoy convencida que se la merece, pero eso si sin caer nunca en el desánimo en todos y cada uno de los momentos de la vida que le ha tocado vivir, piense que su hijo es lo que querria para usted.(Dorta)

    RispondiElimina
  117. Questa non è giustizia! Andrea

    RispondiElimina
  118. Sono orgoglioso di aver conosciuto la madre di Roberto per la sua grande forza e desiderio di giustizia. Andrea

    RispondiElimina
  119. Oltre al dolore per la perdita del figlio, anche la beffa di una mancata giustizia. Con il cuore le sono vicina. Michela

    RispondiElimina
  120. Abbraccio questa madre coraggio! Maria

    RispondiElimina
  121. Vergognatevi, non avete un briciolo di coscienza! Graziano

    RispondiElimina
  122. Siete senza moralità e sensibilità! Paola

    RispondiElimina
  123. Non siete migliori di chi lo ha ucciso. Franco

    RispondiElimina
  124. Da madre a madre, spero che Roberto abbia giustizia. Gladis

    RispondiElimina
  125. Combattiamo ogni giorno contro chi ha il potere e di questo se ne aprofitta. Spero che almeno questa battaglia la vinca lei Signora Stella. Mara

    RispondiElimina
  126. My name is Amalia, and I live in Stockholm. I have one son and I share the lost you have had. I think it is not fare to lose one's only child because of the late ambulance or see the unjustice in the whole process. deeI would like to express my condolences and wish you to achieve your goal.

    RispondiElimina
  127. Podporuji tuto matku v boji za dosazeni spravedlnosti v kauze o tragicke smrti sveho syna Roberto. Vera Sehnalova.

    RispondiElimina
  128. E' inaccettabile che la giustizia si comporti in questo modo......Vergognatevi....bisogna riconoscere gli errori e cambiare a sentenza. Un abbraccio. Manuela, Torino.

    RispondiElimina
  129. Riaprire il caso ed emettere una sentenza giusta sarebbe un gesto necessario per far cambiare l'opinione cittadina sulle istituzioni che dovrebbero tutelare i diritti dell'uomo. Non è mai troppo tardi quando si parla della vita di un giovane. Ivan, Torino.

    RispondiElimina
  130. Appoggiamo la lotta della Signora Stella Ines, bisogna che tutti si uniscano per sconfiggere l'Ingiustizia.
    Famiglia Sammartino: Maria, Gabriella, Pina e Michela.(Venezia).

    RispondiElimina
  131. Come si fa a rimanere indifferenti davanti a tante persone che gridano Giustizia?......prima o poi dovrete rendervi conto che non è più solo l'appello di una madre ma l'unione di molti cittadini che si vogliono ribellare a questi casi di Ingiustizia. I colpevoli dovranno essere puniti.
    Un saluto alla Signora Stella Ines da Briziobello Virginia. Cuneo.

    RispondiElimina
  132. Leggendo il blog "Giustizia per Roberto Casalboni" ripenso a tutte le volte che, davanti a un caso simile, per mettere a tacere le loro coscenze, le autorità competenti hanno usato parole altisonanti e frasi fatte.
    Le parole hanno un loro valore solo se avvalorate da fatti concreti, altrimenti assumono solo un gretto significato di contentino sterile che nulla frutta.
    Nel caso Casalboni si nota quanto la madre ha fatto da sola, ella ha percorso un cammino lungo 8 anni.
    Adesso è tempo che noi cittadini unendoci a lei lottiamo per i veri valori morali.
    Sappiamo che quando un popolo unito chiede le autorità non possono non rispondere.
    Ricordo a coloro che con il loro menefreghismo, il loro radicato disfattismo e la loro negatività nel collaborare ad aiutare il proprio prossimo, che per la Libertà si muore, per la Giustizia si lotta.
    Michele

    RispondiElimina
  133. Hol etto il blog - Giustizia per Roberto Casalboni - e sono rimasto basito di fronte al palese ostruzionismo di quelle istituzioni che hanno il mandato di difendere il cittadino debole di fronte alle forze del Potere.
    Ammiro la forza d'animo della Madre di Roberto, che per tanti anni ha lottato contro l'innominato Potere per ottenere Giustizia per la Morte di suo Figlio.
    Ammiro l'etica professionale dei periti: Prof. Dr. G. Zanetti, Ing. C. Durante, Avv. M. Cornacchia, che per tanti anni hanno supportato la difesa di R. C. con perizie e relazioni dettagliate.
    Ammiro la tenacia del giornalista N. Strazzacapa della "Voce di Romagna" che ha seguito ininterrottamente lo sviluppo del tragico caso giudiziarioe, con un "abile tratto di penna", ha scritto articoli interessanti, chiari, fedeli ai fatti occorsi, che hanno coinvolto il lettore nella realtà della tragica vicenda, in modo da poterne cogliere i punti essenziali e poterne maturare le proprie opinioni.
    Sono certo che l'impegno onesto e responsabile di tutti questi Professionisti non sarà dimenticato, ma sarà di stimolo ad esercitare, in tutti i campi, l'etica professionale che è l'unica garanzia per una Società moderna e democratica, che si basa sul rispetto dei Diritti dell'Uomo.
    Andrea - Rimini

    RispondiElimina
  134. Bene Mamma Stella collaboro e Ti scrivo perche l'unione di molti possano portare questo Tuo calvario alla giustizia

    RispondiElimina
  135. Giustizia democrazia gridiamolo tutti in sieme e che sia un coro unanime per Stella e pertutti

    RispondiElimina
  136. che dire ??? rabbia e sofferenza inpotenza una persona sola contro un muro di gomma ,mi unisco e che la mia protesta si unisca a tutte le altre perche Roberto ottenga la sua giustizia , forza Stella che tutti assieme riusciremo

    RispondiElimina
  137. E veramente uno scadalo che i nostri ministri non ci proteggono,eppure sono tanti,e che stipendi prendono.Ho viaggiato in lungo e in largo ma il trattamento per noi ITALIANI era sempre superficiale.Forse siamo una nazione di serie B,dobbiamo essere piu nazionalisti,come i tedeschi e francesi,loro comprano i suoi prodotti per patriottismo e al momento del bisogno si aiutano.Basta esterofilismo,siamo piu uniti,aiutate questa signora a risolvere i suoi problemi aitate Stella che sono anni che lotta contro la mala giustizia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. carissima un augurio non serve serve il coraggio e con questo commento aggiungo una goccia speriamo che serva per che il vaso travasi

      Elimina
  138. Conosciamo bene tutta la vicenda legata alla morte ,su strada,di Roberto Casalboni.Auguriamo che la dolorosa,faticosa e lunga lotta per la Giustizia,portata avanti dall'anziana madre Ines,sia una scossa per farci riconoscere e capire quanto sia mportante una Vita umana ed il rispetto delle regole.Teniamo presente,anche su strada,che "gli altri siamo noi".Con affetto e un arrivederci presto,famiglia Fabbrini Roberto.Rimini.

    RispondiElimina
  139. Stella ci dispiace davvero tanto per questa dolorosa vicenda,quello che possiamo augurarle e' di trovare la forza necessaria per proseguire la sua battaglia affinche venga fatta giustizia per Roberto , e che questo possa darle ,per quanto possibile ,alcun sollievo all'immenso dolore di aver perso un figlio.un abbraccio Stefania e Carlo

    RispondiElimina
  140. Cara Ines, la battaglia che stai conducendo è ammirevole. Continua la tua lotta perchè solo grazie a persone tenaci e oneste come te si può sperare ottenere trionfo di verità e giustizia. Un augurio sincero che tutto ciò avvenga nel più breve tempo possibile. Ti siamo vicini, Luciana, Agostino e famiglia.

    RispondiElimina
  141. Cara Stella, mi associo alla tua richiesta di giustizia. Come madre vorrei sensibilizzare ogni genitore a partecipare e combattere con ogni mezzo a disposizione per il raggiungimento di tale nobile fine. Bruna da Tenerife.

    RispondiElimina
  142. Mi metto al posto della Madre di Roberto Casalboni.....8 anni di dolore.....8 anni di ricorsi.....8 anni di speranze e delusioni.....8 anni di una lotta estenuante contro il Potere che rifiuta la "Veritá reale" dei fatti occorsi basata sulle prove dei periti.
    Per il Potere esiste solo la "Sua Veritá" costruita deliberatamente per sotterrare il caso di Roberto Casalboni, che, con le sue perizie di validi professionisti, toglie credibilitá e dignitá alle Istituzioni coinvolte. Imelde.

    RispondiElimina
  143. Ho letto nel blog relativo al caso giudiziario di Roberto Casalboni, che l'incidente stradale occorso al giovane Roberto é stato causato da un conducente una Toyota, che non ha rispettato lo Stop ed ha tagliato la strada al motociclista. In seguito Roberto casalboni é morto all'ospedale, causa gravi negligenze ed errori medici.
    É chiaro che é stato un "omicidio colposo".
    Come puó il giudice norvegese cambiare l'imputazione di "omicidio colposo" in "semplice disattenzione", avvalendosi di una piccola legge, adatta a sviare l'imputazione reale?
    É chiaro che una presa di posizione interessata, é un fatto di libero arbitrio e di abuso di Potere.
    Michele Tommasini (Venezia).

    RispondiElimina
  144. Cara Sig.ra Ines, la leggo sempre con piacere e nostalgia per ricordi che nel mio cuore non sono mai passati. Per me Roberto è il sorriso e la simpatia di un ragazzo che trasmetteva felicità. Dopo più di quattro anni i soci mi hanno richiamato per presiedere l'Associazione BMWRI e adesso mi trovo a rivivere i ricordi.
    Ricevo sempre le sue lettere e respiro la sua forza di madre che esige giustizia per suo figlio e questo deve essere d'esempio per tutti coloro che hanno vissuto esperienze tristi e dolorose. Nel nostro sito www.bmwri.org c'è una sezione che traccia questo ricordo e che tutti noi custodiamo con grande affetto.
    La vita ci viene portata via senza preavviso ma l'onestà intellettuale nel difendere i propri diritti la dobbiamo difendere sempre e Lei mamma Ines ne è l'esempio vivente.
    Grazie di cuore per il suo amore e l'abbraccio forte con affetto.
    Luca Corazza
    Presidente BMW Riders in Italy

    RispondiElimina
  145. Il caso presentato sul blog non può chiudersi con l'errata sentenza dalla dalla C.E.D.U.
    Scrivo errata in quanto, più di una volta sono state presentate, sottoscritte da persone integerrime vere e serie prove che non sono mai state esaminate, vagliate, prese con la dovuta considerazione come il caso richiedeva.
    Chiudere il caso sarebbe come un tramonto senza aurora, un viaggio senza ritorno, un grido senza ascolto per tutti coloro che ripongono fiducia in questa corte istiutita per difendere i diritti dei cittadini.
    Una sentenza si può rivedere, non può e non deve essere una porta chiusa per sempre in quanto sarebbe una sconfitta senza riscatto da parte della corte stessa.
    I giudici, riguardando il caso con la serietà che ci si aspetta da loro, riconoscendo il danno subito dalla mamma di Roberto, mostrerebbero un gesto, un insegnamento produttivo, una gestazione per un futuro promettente.
    Concetta

    RispondiElimina
  146. Leggendo il blog ho notato che sono stati negati tanti diritti allora chiedo alla C.E.D.U. - si può sapere quanti e quali sono i diritti che essa riconosce hai cittadini? Se ne può avere un elenco?
    Come è stato chiuso il caso è indegno di tale corte, bisogna che essa costruisca una base etica solida, impeccabile, improntata al non nuocere, agendo in modo corretto e virtuoso affinchè trovi un giusto equilibrio.
    Maria

    RispondiElimina
  147. Alle domande poste sul blog rispondo che non vi è niente di giusto.
    E' chiaro come il caso abbia subito delle falsità sia relative all'incidente che per quello che riguarda l'intervento medico.
    E' altrsì visibile il danno subito dalla madre che da anni porta avanti tale caso.
    I giudici se vogliono essere considerati persone integerrime facciano il possibile per dimostrare sempre liberi e attenti.
    Diano ciò che per diritto spetta alla Sig.ra Casalboni.
    Anto

    RispondiElimina
  148. Informati dalla sede A.I.F.V.S. di Venezia, ci uniamo per esprimere indigniazione a tutto questo sistema corrotto e vergognoso.
    nadia e massimo Pellarin stringono in un forte abbraccio Ines pronti a sostenerla.
    Brava mamma coraggio, il nostro affettuoso abbraccio.

    RispondiElimina
  149. Siamo tutti con te cara mamma, la tua battaglia civile ci costringe ad una grossa considerazione: la giustizia non esiste, esistono solo i poteri forti!
    ma uniti, forse possiamo farcela, grazie per quanto fai, non riporta in vita tuo figlio ma aiuta tanti altri.
    Socio A.I.F.V.S. venezia.

    RispondiElimina
  150. Penso che ad una mamma che li muore un figlio sei la cosa peggiore che si posso sopportare solo pensando di soopravbvivere ad un figlio, poi se ai colpevoli magai danno un pena solo simbolica, e magari non per avere vendetta ma solo giustizia, ti riuccidono il figlio per la seconda volta, io dico questo perche all'eta di 18 anni mi uccusero in un incidente anno 1957, il padre oe simile al all'oraggi ho piu di 70 anni ma vedo che lagiustizia

    RispondiElimina
  151. Carissima Sig.ra Stella
    conobbi suoi figlio nel Luglio 2003, con il Club BMW Riders in Italy durante una gita in Germania, ed ancora ricordo quei bellissimi momenti passati insieme dove la sua verve e la coinvolgente simpatia aveva riempito le giornate trascorse insieme.
    Leggendo in seguito della sua scomparsa prematura e di tutto quello che è successo dopo, seguendo le varie vicende legali, sono rimasto sconcertato da un paese come la Norvegia che si dichiara all'avanguardia e non toccato mai da scandali di alcun genere e vedere che hanno messo a tacere il tutto, negando evidenze e riscontri tecnici.
    Le sono vicino e spero che riesca ad ottenere la giustizia che si merita per lei ma soprattutto per il caro amico Roberto.
    Un caro saluto.
    Carlo

    RispondiElimina
  152. Spero che sia fatta giustizia a suo figlio Roberto e a tutte le vittime innocenti della strada...Un caro saluto Valentino

    RispondiElimina
  153. Verità e giustizia per Roberto. Sarah

    RispondiElimina
  154. Solidarietà ed affetto ad una madre coraggio. Antonia

    RispondiElimina
  155. come è possibile negare l'evidenza dei fatti con tanta ipocrisia? Nicola

    RispondiElimina
  156. Spero che il calvario per l'eccezionale signora finisca presto, non merita questa ingiustizia. Michela

    RispondiElimina
  157. Tutto quello che sta facendo, lo fa anche per noi. GRAZIE. Andrea

    RispondiElimina
  158. Non vedo l'ora che tutto si risolva nel modo migliore. Paola

    RispondiElimina
  159. Cara sig. Stella.Siamo in tanti accanto a lei,e non la lasceremo mai sola in questa importante impresa.I colpevoli di questa ingiustizia si devono mettere la coscienza a posto e,comunque rimediare a loro misfato.Livia

    RispondiElimina
  160. Cara Stella.Ti abbraccio forte,e ti auguro di avere giustizia,per il tuo amato figlio Roberto.Con affeto Eugenio.

    RispondiElimina
  161. Carissima sig.ra Stella, ho visto sempre i paesi nord europa come esempio da seguire, per la disciplina, correttezza, sopratutto per per la loro giustizia, veloce,efficiente, mi devo ricredere per tutto quello che è successo a roberto. Sig.ra Stella, la giustizia trionferà mi creda, noi tutti saremo a chiederla. Con stima

    Biagio Lisa
    AIFVS Comiso (RG)

    RispondiElimina
  162. Roberto vivrà se avrà giustizia,
    Silvana

    RispondiElimina
  163. E' un dovere e un onore lottare per una giusta causa.
    Auguri alla madre di Roberto Casalboni affinchè ottenga giustizia per suo figlio, vittima della strada.
    Caterina

    RispondiElimina
  164. Estimada Sra Stella:
    Deseo obtenga justicia, justicia para todos, ante tanta falta de responsabilidad, tanto
    relativismo e hipocresía. todos somos hijos y muchos padres y madres.
    besos de Granados. Tenerife.

    RispondiElimina
  165. Sra. Stela:
    Espero de todo corazon que usted obtenga la justicia que se merece, ya que un hijo nunca deberia partir primero que sus padres.y que por primera vez la justicia deje de estar al lado de los culpables mucha suerte ya que las personas que pasan por esto lo nesecitan atte. yara

    RispondiElimina
  166. Hello.
    I'm really sorry for what happened to Your son and for Your lost. I hope that you finally get any justice You and Your son deserve to.

    Leszek from Cracow.

    RispondiElimina
  167. Droga pani Stello skladam wyrazy ubolewania z powodu tragicznej smierci pani syna i zycze zeby udalo sie Pani wywalczyc dla niego sprawiedliwy proces.Calym sercem popieram Pani dzialania. Jadwiga

    RispondiElimina
  168. Un altro caso incredibile. La giustizia degli uomini quasi sempre non funziona.. non mollare e continuiamo a chiedere giustizia. Per i nostri figli e per un mondo migliore. Stefano Guarnieri

    RispondiElimina
  169. Дорогая синьора Стелла, 2012-01-31

    Я Вас знаю через мою сестру Зару и знаю о вашем глубоком горе и безразличии людей к
    жизни и смерти вашего сына Роберто и к ситуации, связанной с расследованием обстоятельств
    его смерти. Выражаю глубокое сочувствие Вам и возмущение в адрес бюрократического
    аппарата, не пожелавшего взять на себя ответственность за безответственные действия
    работников здравоохранения и юриспруденции.

    Всегда мысленно с Вами

    С глубоким уважением к Вам

    Исабелла Фолькер Газиянц
    Стокгольм

    RispondiElimina
  170. TI SONO VICINA STELLA IN QUESTA TUA BATTAGLIA. UN FORTE ABBRACCIO. NORIS E FAMIGLIA

    RispondiElimina
  171. Dear Stella, I'm really sorry for this tragedy. With all my heart I hope you finally get the justice You deserve..

    Marta, Cracow

    RispondiElimina
  172. Buongiorno Signora Stella, ringraziamo per questa battaglia che sarà d'aiuto purtroppo non piu' per suo figlio ma per tante altre vittime di un sistema corrotto e vergognoso che antepone meri interessi alla vita e diritto di vita e giustizia, Le siamo vicini e pronti a sostenere questa causa dolorosa con la nostra vicinanza ed eventuale presenza.
    paolo, tomas, tamara, Massimo, Antonella, Massimiliano, Christian, Maicol, Roberta, soci A.I.F.V.S. di Venezia

    RispondiElimina
  173. siparla di liberta', di democrazia , di rispetto dei diritti dell'uomo, ma alla madre di roberto che chiedeva giustizia per la morte di suo figlio e' stata tolta la liberta di credere nella legge il rispetto che si deve a un cittadino il diritto di chiedere giustizia e la dignita di madre( raffaella )

    RispondiElimina
  174. e' un sacrosanto dovere aiutare una mamma che chiede giustizia per il suo unico figlio casalboni roberto , vittima innocente

    paola

    RispondiElimina
  175. una giovane e bella anima italiana , non puo rimanere senza un giusto riconoscimento di giustizia Wilma

    RispondiElimina
  176. non e' giusto che siano negati il Diritto alla Vita a un giovane di 39 anni e non e' giusto negare il diritto alla giustizia a sua madre leo

    RispondiElimina
  177. il mio commento e' semplice
    Dal 2003 anno in cui e' occorso l'incidente stradale, che ha causato la morte di Roberto Casalboni , al 2011 , anno in cui il giudice ha chiuso deliberatamente il caso , sono trascorsi otto anni ......
    E' evidente che nel caso giudiziario di R.C., le Istituzioni coinvolte hanno trascinato il caso , neltempo, con il subdolo scopo di portare al eusarimento le persone preposte alla difesa della vittima R.C. e quindi di chiudere nel silenzio il tragico caso che chiedeva Giustizia .
    Non e' legale : trascinare un caso giudiziario per lungo tempo , vuol dire negare la Giustizia . L e leggi ci sono, bisogna avere la volonta di metterle in atto. Francesco

    RispondiElimina
  178. Dopo avere letto il blog, scritto dalla madre di Roberto Casalboni, che e' stato Vittima di un incidente stradale , sono rimasto addolorato, ma non mi sono meravigliato.
    Quanti incidenti sradali avvengono ogni giorno , ogni mese , ogni anno? Quante Vittime muoiono causa tragici incidenti stradali? Quante sentenze ingiuste sono emesse da emeriti giudici del tribunale? E' ora di bloccare questo massacro di giuovani vite.... come? E' necessario che la C.E.D.U.
    che e' la sede Europea dei Diritti dll'Uomo, risolva questo micidiale problema che insanguina le strade di tutto il mondo e prenda i dovuti provvedimenti a beneficio dell'Umanita. Filippo B.

    RispondiElimina
  179. A tutela dei cittadini sanitá e giustizia sono i fondamenti essenziali di qualsiasi nazione democratica ; in questa triste storia la Norvegia ha completamente ignorato qualsiasi principio, sia per quanto riguarda la sanita , sia per quanto riguarda la giustizia .
    Il nostro rammarico é anche rivolto verso il governo Italiano che nulla ha fatto per ovviare a tale ingiustizia, e rendere ancora piú dolorosa la perdita del figlio per questa madre.


    Giusi e Sandro (Rimini)

    RispondiElimina
  180. Dall'anno 2003, in cui é occorso l'incidente stradale che ha causato la morte di Roberto Casalboni, all'anno 2012, in cui il caso é stato chiuso senza avere dato Giustizia, sono trascosi 8 anni..... É piú che evidente che nel caso di Roberto Casalboni, le Istituzioni coinvolte, hanno trascinato il caso nel tempo, con il subdolo scopo di portare all'eusarimento le persone che volevano difendere la Vittima e quindi di chiudere nel silenzio, il tragico caso di Roberto Casalboni, che chiedeva Giustizia.
    In questo caso deve essere applicato il "danno punitivo anglosassone" riconosciuto in tutti i Paesi civili. Le leggi ci sono, bisogna solo avere la volontá di metterle in atto.
    MONIA (PERUGIA).

    RispondiElimina
  181. Siamo in tempi di democrazia ....la Democrazia é basata sul rispetto umano, sul dialogo, sul confronto, sulla verifica, con lo scopo di trovare la migliore soluzione ad un problema collettivo. Nel tragico caso di Roberto Casalboni, non c'é stato rispetto per la Vittima, né per la madre della Vittima, non c'é stato dialogo con l'avvocato della difesa, non c'é stata la verifica delle prove dei periti, non cé stata una giustificazione valida per la sentenza emessa. C'é stata solo, da parte delle Istituzioni coinvolte, una chiusura ingiustificata, che nasconde una logica demagogica classista.Sembra la chiusura ferrea di una roccaforte del medioevo.....Perché i dirigenti di tali istituzioni sono rimasti cosí indietro? É ora di aprire le porte della vostra roccaforte e di risolvere i problemi dei comuni mortali con il rispetto dovuto ai Diritti dell'Uomo, in un' atmosfera democratica e rinnovatrice.

    ILARIA R.(GROSSETO)

    RispondiElimina
  182. Ho letto con molta attenzione la documentazione in mio possesso dalla quale vengo a conoscenza della sua tragedia familiare e della sua via crucis da lei percorsa per ottenere quella giustizia sperata ma mai giunta. In merito alla sua nuova azione, mi sento di esprimerle tutta la mia comprensione e solidarietá, augurandole di raggiungere quanto si é prefissa con encomiabile forza d'animo.

    Saluti Giorgio.

    RispondiElimina
  183. Mi permetto di rivolgere la seguente domanda ai funzionari delle Istituzioni coinvolte nel tragico caso di Roberto casalboni:
    -Che cosa avreste fatto Voi al posto della Madre di Roberto casalboni?
    -Avreste accettato passivamente la sentenza del giudice norvegese, basata su una velocitá falsificata?
    -Avreste accettato il rifiuto di inoltrare il vostro appello contro l'ingiusta sentenza da parte della vostra Ambasciata?
    -Avreste accettato l'ostruzionismo delle Istituzioni coinvolte, finalizzato a disperdere nella nebbia del tempo, la giusta richiesta di Giustizia?
    -Avreste accettato la negazione da parte della CEDU al diritto di vita di vostro figlio e al vostro diritto di ottenere Giustizia?Che cosa avreste scelto Voi tra la cieca obbedienza al Potere a la difesa di vostro Figlio, Vittima innocente?
    Spero che abbiate il coraggio di rispondere lealmente a questa profonda domanda.
    Rimango in attesa della Vostra risposta per conoscere meglio la natura umana.

    MICHELE T.(ORVIETO)

    RispondiElimina
  184. Alle richieste di giustizia della madre di Roberto Casalboni, le Istituzioni norvegesi coinvolte nel tragico caso giudiziario, hanno sbarrato le loro porte e le Istituzioni italiane se ne sono lavate le mani rispondendo sempre: "Tutto risulta regolare" senza peró dimostrarlo.
    Ha ragione la Madre di Roberto Casalboni, quando afferma:
    "É stato un delitto burocratico".
    Perció come possiamo noi, comuni mortali, avere fiducia nelle Istituzioni preposte alla difesa dei cittadini, quando da piú di un caso giudiziario, si viene a conoscenza che le stesse istituzioni tradiscono il loro mandato?
    Come possiamo noi vivere tranquilli, sapendo che i nostri Figli possono essere schiacciati dall'ingiustizia? ma anche voi, impiegati che avete il dovere di ubbidire ciecamente alle richieste dei vostri superiori, avete dei figli. Pensate a loro, cosa vi dice la vostra coscienza? "Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te". Sono certo che la vostra coscienza vi fará riflettere.....
    Un caro saluto da Davide (Torino).

    RispondiElimina
  185. Sinceramente lamento su perdida por que aun cuando no he sentido la perdida de un ser querido en la carretera estuve a punto de perder al que hoy es padre de mi hijo, tuve al menos "la suerte" de que el accidente de tráfico fue en su barrio y la gente que le conocia le socorrieron como una vez en persona le he contando, solo deseo que todo su esfuerzo merezca la pena para los futuros que por desgracia caigan en la carretera no caigan en tan desgraciado desenlace.
    Como madre le doy mi mas sincero agradecimiento y lamento enormemente su perdida.
    Un Abrazo
    Ninoska Tenerife

    RispondiElimina
  186. Meno ministri ladri e piu ministri italiani ke aiutino la nazione a crescere,questa donna va aiutata,professoressa seria e ligia nel suo lavoro a aiutato centinaia di alunni,ora nessuno si prende cura di lei.AIUTATELA

    RispondiElimina
  187. giustizia per questa signora

    RispondiElimina
  188. Molte voci si sono levate in nome della giustizia in questa occasione e mi auguro che molte altre scelgano di farlo, di urlare mute dalle pagine di un blog che trasuda un inerrabile dolore ma anche e soprattutto un esemplare coraggio. Cara signora le sono più che mai vicina... Stefania (Messina)

    RispondiElimina
  189. Signora Stella, ho appena finito di leggere la sua storia, mi auguro con tutto il cuore che lei un giorno possa avere giustizia per la tragica morte di suo figlio, e chissà ci sia così la possibilità di avere pene certe per tutti quelli che come lei lottano per questo. Maria (messina)

    RispondiElimina
  190. Non esiste una societa civile,senza un codice di leggi.
    Senza il rispetto dei Diritti dell uomo e senza Giustizia,la societa diviene una massa di esseri selvaggi gli uni contro gli altri,o una massa di schiavi soggetti del Potere del piu forte.
    Quindi se ci sono le leggi bisogna che siano rispetate sia dai cittadini che dalle Autorita.
    Nel caso di Roberto Casalboni le Autorita hanno ignorato la legge.
    Tutta la mia solidarieta alla denuncia pubblica della Madre di Roberto Casalboni
    Paul

    RispondiElimina
  191. X Sono di Rimini,ma non avevo avuto sino ad oggi contezza del dramma della Sig.ra Casalboni, nei termini che la stessa lucidamente espone.La sua vicenda meriterebbe ampio spazio nell'opinione pubblica tramite iniziative mirate.Da oggi ,ho un motivo in più per essere un cittadino indignato .
    Piena soldarietà.
    Sauro

    RispondiElimina
  192. Trascinare un caso Giudiziario per ben otto anni senza dare Giustizia ,vol dire negare la Giustizia.
    Questo comportamento e contro i Diritti del uomo sanciti nel Codice Giudiziario,riconosciuto in tutti Paesi civili,nel quale si afferma in modo prioritario il Diritto alla Vita ed il Diritto alla Giustizia.
    Questo principio basilare non dobbiamo insegniarlo noi cittadini ai Magistrati che devono essere al servizio dei cittadini,per dare loro un equa Giustizia a prescindere dalla nazionalita ,dalla razza e dalla fede.
    E stata una vera beffa a dano di una Madre che piange la Morte del suo unico figlio sepolto senza Giustizia.
    Stefano

    RispondiElimina
  193. Sono venuta a conoscenza del caso Roberto Casalboni, l'ho letto
    "per curiosità",
    lo diffondo "per bramosi" di verità
    rispondo "per solidarietà"
    uniti e fiduciosi si può sconfiggere la peste di errori che rende difficili i buoni esiti di casi simili.
    Insieme, come gradini, potremo formare la scalinata che porta verso il raggiungimento del buon fine "risveglio di giustizia".
    La madre di Roberto ha agito positivamente aprendo il blog, dando una lezione non solo agli scettici, che con il loro disarmante, distruttivo, persino grigio modo di negazione, dove richiesta una partecipazione attiva, mostrano il benché minimo interesse.
    Ma anche a chi, coperto, indegnamente, di quella toga sacra per ciò che rappresenta, ha negato tutto, persino l'evidenza delle prove più che veritiere prodotte.
    Impariamo e restiamo ammirati dalla madre di Roberto prendendola a modello da imitare, lei che con il suo dolore continua a lavorare, lottare anche per tutti noi, per dare ai nostri figli un futuro migliore.
    Attendo con speranza la realizzazione del buon fine del caso, pensando che una delle caratteristiche dell'umano vivere è la libertà ma non vi è libertà senza giustizia, esse camminano assieme.
    Maristella

    RispondiElimina
  194. Mentre nel caso di Roberto Casalboni si sono avvicendati vari giudici, la di lui madre va avanti sempre da sola.
    Suo il dolore, la perdita, il danno subito, e sue, poche inverità, le speranze.
    E' stato detto e lo si sente dire ancora oggi, chiedete e vi sarà dato.
    Cosa ha chiesto e continua a chiedere la madre di Roberto?
    Giustizia.
    Le è stata data?
    NO!
    Bussate e vi sarà aperto.
    Quante volte ha busstato la sig.ra, tante ma tutte chiuse sono rimaste.
    Un vecchio detto sostiene che ogni porta chiusa si apre un portone.
    Nel caso di Roberto il portone che si doveva aprire era quello della C.E.D.U. che con le prove esatte e precise in suo possesso non doveva aprire bensì spalancarla per l'evidenza del caso.
    Invece, vergognosamente, non si è notato neanche uno spiraglio.
    Esso è rimasto serrato ermeticamente.
    I giudici hanno avvolto la verità nella carta crespata delle bugie.
    Sono certa che fonte di un secondo dolore per la Sig.ra Casalboni è l'aver constatato in un modo duro che le istituzioni in cui aveva sempre creduto non sono così integerrime come le era stato insegnato.
    Alla Sig.ra va la solidarietà di noi cittadini e che la speranza che la sostiene diventi realtà e che le venga data giustizia per il danno da lei subito, preferibilmente senza che ella debba attendere altri 8 pensanti, dolorosi e duri anni e che tale speranza non sia l'ultima incognita della sua esistenza.
    Norma

    RispondiElimina
  195. Sotto questo cielo livido d'inverno e questa neve che ci soffoca, il pensiero non può che andare a chi soffre di più come questa madre nel suo immenso dolore per la perdita tragica dell'unico figlio. Ed alla sua lotta eroica per il riconoscimento del diritto alla giustizia. Diritto finora calpestato anche in una nazione da sempre considerata ai livelli più alti di civiltà. Uniamo la nostra voce per lei e per tutti coloro che combattono battaglie impari e senza fine. Non lasciamoli soli. Tiziana, AIFVS Cesena

    RispondiElimina
  196. Cara mamma Stella,ti ammiro per la tua forza e per la tua perseveranza nel gridare forte "giustizia" in nome di Roberto. Mi addolora il tuo grido di aiuto in un mondo di "sordi", che con la loro indifferenza continuano a pugnalare le vittime impotenti, in una realtà sempre più corrotta ed in mano ad individui privi di scrupoli e di quell'etica che dovrebbe essere rispettata per la tutela dei nostri sacrosanti diritti. Sono sempre più convinta che sia giusto lottare per abbattere l'indifferenza, la falsità, la sopraffazione, in nome della "verità" e, soprattutto, per non permettere ai dispensatori di veleni morali di continuare ad uccidere coloro che, per la perdita dei propri cari,si sentono già intimamente uccisi. Coraggio, mamma Ines, siamo tutti con te.Un abbraccio, Cettina Bonanno, una delle tante mamme dell'AIFVS della sede di Messina.

    RispondiElimina
  197. Хотим искренне поддержать мужественную женщину в её борьбе за справедливость по такому деликатному делу и призвать безответственных лиц к разбору и строгому наказанию. Друзья Изабеллы и Зары из России.

    RispondiElimina
  198. Per ottenere Giustizia é necessario denunciare pubblicamente l'Ingiustizia subita.
    Solo cosí si puó togliere la maschera di coloro che hanno subdolamente nascosto la Veritá dei fatti accaduti.
    La mia solidarietá alla madre di Roberto Casalboni che ha avuto il coraggio di pubblicare la sua denuncia per non avere ricevuto Giustizia per l'uccisione di suo figlio.

    Elena M.
    (Reggio Emilia)

    RispondiElimina
  199. Ho letto il blog ed ho riflettuto sul caso di Roberto Casalboni.
    É chiaro che é un caso di "morte procurata". Infatti la Toyota che ha tagliato la strada al motociclista ed il chirurgo che non ha saturato la vena che perdeva sangue sono le due cause principali della morte di Roberto Casalboni.
    Mi domando:
    -Perché il giudice non ha applicato, all'inizio della causa,l'imputazione di omicidio colposo?
    -Perché il giudice durante la causa, non ha avviato indagini oculate sulle cause della Morte di Roberto Casalboni?
    -Perché alla fine della causa il giudice, di suo libero arbitrio ha inventato la velocitá della moto (90 kmh)senza tenere conto della velocitá dichiarata dall'Ing. norvegese (59-63 kmh)?
    Leggo poi che la velocitá reale della moto era 41 Kmh, dichiarata, dopo un serio studio dinamicocinematico, dall'ingegniere italiano C. durante, che ha anche riscontrato un errore di computo nel calcolo della velocitá da parte dell'ing. norvegese.
    A mio parere la sentenza emessa, basata su una velocitá falsata non puó avere un valore legale....dovrebbe essere giudicato il giudice!
    VITTORIO, REGGIO EMILIA.

    RispondiElimina