S.O.S.
A tutti i cittadini che sentono la necessità di collaborare al miglioramento della Società moderna, propongo :
1) di leggere attentamente il tragico caso di "Roberto Casalboni
2) di unirlo ai tanti tragici casi di Ingiustizia giudiziaria occorsi
3) di prendere coscienza delle angherie e degli abusi evidenti
4) di risalire alla causa prima per cui le leggi vigenti sono ignorate
5) di riflettere sulle pesanti conseguenze per i cittadini inermi 6)di soppesare la gravità degli errori commessi da quelle Istituzioni che hanno il mandato di difendere i "Diritti dell'Uomo
e, solo dopo una saggia elaborazione di tutti i punti sopra elencati,
7) di esprimere il proprio parere per rendere pubblico che
tuttora esistono cittadini che non sono inerti, ma hanno la"capacità"
di giudicare le violazioni ai diritti dell'uomo ed hanno il "coraggio"
di chiedere una Giustizia democratica.
Breve flash sul caso giudiziario di Roberto Casalboni
Mio figlio, Roberto Casalboni è morto in Norvegia, a solo 39 anni, causa un incidente stradale e a causa di negligenze e gravi errori medici in ospedale, in data 17-08-2003.
Segue il processo, in cui il giudice, falsando la verità, colpevolizza un
ginnocente morto” per salvare un “colpevole vivo”.
Segue il rifiuto del mio Appello alla ingiusta sentenza del giudice, da parte dell'Ambasciata Italiana a Oslo
Segue il silenzio omertoso delle Istituzioni coinvolte,che trascinano nel tempo i Ricorsi
presentati.
Segue il rifiuto del Procuratore norvegese alla richiesta di riaprire il Processo, visto che sono emersi nuovi elementi che possono rimuovere la sentenza emessa in precedenza.
Segue la drastica chiusura del caso, da parte del Procuratore Generale norvegese, perchè il caso R.C. è “una palla che scotta”.
Segue il mio Ricorso alla CEDU (Strasburgo) sede della difesa dei Diritti dell'Uomo, con l'elenco delle violazioni ai diritti dell'uomo,comprovate nel caso giudiziario di R.C.
Segue, prima l'accoglimento del caso, poi il rifiuto di inoltrarlo alla Commissione Superiore,con la cinica giustificazione che non è stata rilevata alcuna violazione …....
Mi domando perchè le prove presentate da noti professionisti non sono mai state valutate, non sono mai state confutate, non sono mai state demolite....... quindi è facile affermare che non è stata rilevata alcuna violazione ai Diritti dell'Uomo in risposta al Ricorso inoltrato per ottenere Giustizia a favore di Roberto Casalboni , Vittima innocente. A mio avviso è stato commesso un grave abuso di Potere........
Perciò ho pensato di indire un”processo popolare”via internet,perchè sono convinta che, nonostante il “caos”esistente nella società moderna, esistono ancora persone responsabili :
operai,impiegati,studenti,professori,dottori,sacerdoti,scienziati,magistrati,avvocati, ingegneri,tecnici,scrittori, giornalisti, artisti, i quali hanno capito che solo la Giustizia può costruire una società pacifica.
Quindi sono certa che queste persone, dopo avere preso conoscenza del tragico caso di Roberto Casalboni,dopo avere seguito la “via Crucis”di una Madre, che per tanti anni ha lottato, con la fiducia di una persona onesta, per ottenere Giustizia, sono certa che queste persone desiderano mettere sulla bilancia della Giustizia il loro voto, dimostrando di essere uomini responsabili.
PROCESSO ALLA GIUSTIZIA NEL TRAGICO CASO GIUDIZIARIO DI ROBERTO CASALBONI
Io chiedo venia se mi prolungo in dettagli, ma solo in questo modo posso mettere in luce i gravi errori commessi, l'ostruzionismo occorso, le violazioni perpetrate ai "Diritti dell'Uomo", in un clima di latente demagogia dalle Istituzioni coinvolte nel tragico caso.
Anno 2003
In data 17 Agosto R.Casalboni, cittadino italiano, tecnico informatico, di 39 anni, viaggia in sella alla sua moto, sulla strada principale che porta a Kristiansand (No) deve prendere il traghetto per rientrare in Italia.È felice di avere conosciuto il Nord Europa con le sue verdi
vallate, le tozze montagne tagliate da sottili cascate argentee, le scure brughier ravvivate da cespugli colorati di erica, i piccoli laghi cristallini e l'indimenticabile spettacolo del "sole di mezzanotte..(da sms ricevuti)
Il 18 agosto ricevo la notizia della morte di mio Figlio.Rimango folgorata...un urlo inumano...l'intervento del dottore...il conforto di persone amiche...il desiderio di morire per non vivere la crudele realtà. Per vari giorni non riesco a reagire,fino a quando arriva la salma., osservo, attraverso il vetro della bara, il viso pallido di mio Figlio e noto una smorfia di dolore che mi strappa lacrime amare e mi porta, in un lieve sussurro, le sue ultime parole: -Mamma, mi hanno tolto la Vita...io non volevo morire...non ho alcuna colpa.....guidavo a bassa velocità.-Impietrita dal dolore, gli dò il mio ultimo bacio e giuro di lottare fino al mio ultimo giorno di Vita per conoscere la Verità sulle cause della sua Morte e per ottenere Giustizi. Allora riprendo le mie forze e decido di andare in Norvegia per avere informazioni dettagliate. L'avvocato M.Cornacchia del foro di Rimini, prende contatto con l'Ambasciata italiana a Oslo, per chiedere il permesso di contattare la Polizia locale di Kristiansand, per conoscere il luogo dell'incidente e dettagli relativi e anche per contattare l'equipe medica dell'Ospedale dove mio Figlio era morto.
26-27-28 Settembre.
Viaggio in aereo in Norvegia, incontro a Oslo con la guida italo-norvegese indicata dall'Ambasciata italiana, trasferimento in auto a Kristiansand. La Polizia locale ci accompagna sul luogo dell'incidente, ma non ci dà alcun dettaglio, perchè sono in corso indagini processuali.Noi possiamo intuire la dinamica dell'incidente tutta a sfavore del l'automobilista che, sbucando da un crocevia in cui aveva l'obbligo dello Stop,non si era fermato e aveva tagliato la strada al motociclista per non avergli dato la precednza. All'Ospedale"Sorlandet, ci riceve un semplice dottore dell'equipe medica e non il prof.Hauss,che aveva operato mio Figlio.Mi presenta le sue condoglianze e mi dice che avevano fatto il possibile per salvargli la vita. Alla mia richiesta di darmi copia della cartella clinica, promette di inviarla al mio indirizzo, appena possibile.(cosa che non è stata mai fatta fino all'anno 2008,quando è stata richiesta da un noto Professore dell'Università Medica di Oslo per potere studiare le possibili cause della morte di Roberto Casalboni.)
Al mio rientro in Italia mi ritrovo sfinita per il dolore, la delusione, il lungo viaggio e mi colpisce un" temporaneus ictus arterial" alla gamba destra.Dovevo riposare, dovevo curarmi,dovevo vivere per ottenere Giustizia. Nella mia ingenuità ero fiduciosa nella sentenza del giudice.Era un caso molto semplice, con le prove di colpevolezza evidenti.
Il compito dell'avvocato d'ufficio italo-norvegese,cui era stata affidata la difesa di R.Casalboni,era facile, senza alcuna possibilità di confusione.
Nonostante ciò io, Madre, invio una lettera al Tribunale Norvegese, invitandoli ad essere cauti nel processo, profondi nelle indagini, giusti nella sentenza, perchè mio Figlio era spiritualmente presente .
Anno 2004
In data 13 Maggio arriva la sentenza del Tribunale Norvegese, inviataci dall'Ambasciata italiana a Oslo,nella quale il giudice afferma che il conduttore della Toyota "non è colpevole" dell'incidente occorso a RobertoCasalboni,ma è solo colpevole di una semplice disattenzione dei segnali stradali..... e si appoggiano a una piccola legge del codice stradale, per eludere la responsabilità di “omicidio colposo.Infatti il giudice, invece di applicare il comma 239 del codice penale, ha applicato il comma 205 del codice stradale norvegese per cui il colpevole è risultato “non colpevole”. Rimango esterefatta.
In data 14 maggio invio all'Ambasciata italiana a Oslo la mia richiesta di inoltrare il mio Appello contro la sentenza del Tribunale Norvegese. La risposta è la seguente :- Non si consiglia domanda di Appello, perchè "la causa di R.Casalboni è perduta in partenza” .
È una chiara negazione dei diritti di un cittadino.
Che cosa ci sta a fare l'Ambasciata in un Paese straniero? Per difendere i propri cittadini o per accettare diplomaticamente qualsiasi giudizio per non suscitare polemiche internazionali?
In data 15 maggio invio all'avvocato italo-norvegese Congeddu la stessa richiesta di inoltrare il mio Appello contro la sentenza del Tribunale Norvegese.
La risposta è la seguente : La madre di R.Casalboni “si ribella alle leggi norvegesi, vuole rivolgersi alla stampa e arrivare al Parlamento .”
Siamo in tempi di democrazia. Ho io, Madre, il diritto d'indagare sulle cause di morte di mio Figlio,il diritto di chiedere l'Appello alla sentenza che reputo ingiusta,ho il diritto di rivolgermi alla stampa, al Parlamento ed anche al Capo dello Stato, se necessario, per rendere pubblica l'Ingiustizia , causa l'abuso di Potere .?
L'avvocato italo-norvegese ha paura della Verità e delle conseguenze e in data 25-05-2004-rinuncia al mandato di difesa conferitogli, senza avere trovato prima un collega che lo sostituisca.
giugno-luglio-agosto-settembre-ottobre-novembre
Lettere dell'avv.M.Cornacchia all'avv.Congeddu, per chiedere l'invio della documentazione che a noi manca e per inoltrare personalmente l'Appello al Tribunale Norvegese.
Risposte nulle o evasive.
dicembre
Solo nel dicembre 2004, dopo una mia drastica telefonata all'avvocato norvegese, in cui minaccio di denunciarlo, riceviamo copia dell'iter processuale,della sentenza e delle testimonianze.Erano trascorsi 6 mesi,tempo superato per presentare l'Appello.
I documenti e le relazioni ricevute erano scritte in norvegese;per noi erano incomprensibili
Anno 2005
Solo dopo le festività , possiamo rivolgerci a una agenzia per la traduzione legale delle copie inviateci, ma per cause varie, solo nel maggio 2005, possiamo leggere in italiano la documentazione inviataci in lingua norvegese e,quindi, possiamo venire a conoscenza delle irregolarità occorse nel processo, delle false testimonianze, degli errori medici in ospedale e della sentenza ingiusta cme avevamo già intuito.
Perciò affido all'ing.C.Durante, stimato professionista di Bologna, il compito di studiare il caso per portare alla luce la "Verità tecnica."
Risultato dell'indagine,dopo un attento studio dell'incidente basato su dati concreti e su prove dinamico cinematiche è il seguente : - causa dell'incidente è stata la grave disattenzione del conducente della Toyota, che, senza rispettare lo stop, si è immesso nella strada principale, senza guardare a sinistra ed ha tagliato la strada al motociclista, che , nonostante la sua brusca frenata, ha cozzato contro la portiera anteriore dell'auto alla velocità di 20 Kmh.ed è stato catapultato a terra.-
Dallo studio preciso e attento della dinamica dell'incidente eseguito dall'ingegnere italiano, risulta che la velocità, prima della frenata, era di 41Kmh.contro la deposizione dell'ing.norvegese,che aveva dichiarato una velocità di 59-63 Kmh.(con l'errore di un coefficente di calcolo che porta a maggiorare la velocità)
Il giudice nella sentenza aveva dichiarato, senza alcun supporto tecnico, che il motociclista andava alla velocità di 90 Kmh.
È dissacrante tale falsità da parte di un giudice nel caso di Morte di un Uomo, non colpevole, in quanto risulta che egli ha sempre rispettato i segnali stradali. Il giudice non ha preso in considerazione la dichiarazione di un testimone oculare norvegese che ha affermato di avere visto l'auto che tagliava la strada alla moto,dando invece credito a dubbie testimonianze reticenti...
L'ndagine dell'ingegnere italiano si allarga poi alle testimonianze che sollevano dubbi e confusione senza avere supporti tecnici, evidenzia i lievi danni dei mezzi che sono stati deliberatamente aggravati, per dimostrare una velocità superiore alla norma e sottolinea anche che il cartellone indicativo la località, colpevolizzato appositamente di togliere la visibilità e prontamente cambiato,non aveva alcuna responsabilità relativa all'incidente occorso, come ha poi dichiarato la stessa Autorità del Comune norvegese,che ha affermato che il suddetto cartellone era stato posto di proporzioni giuste e in modo da non ostacolare la visibilità.
Come si possono accettare dichiarazioni così sfacciatamente false da parte di funzionari di Istituzioni che hanno il dovere di portare alla luce la Verità, per raggiungere quella
Giustizia che sola, può riscattare la Vittima e il Colpevole ?
Nel contempo affido al Prof. dr.G.Zanetti, primario dell'O.C. di Bologna e stimato docente Universitario, il compito di studiare il caso di Roberto Casalboni per portare alla luce la" Verità medica ", basata sui dati presentati dall'Ospedale Sorlandet al Tribunale(poi risultatinon precisi),come segue:
- L'Ambulanza viene allertata alle h.12,45 dalla Polizia che è chiamata alle h.12,40 circa dall'investitore.Trova il ferito a terra, senza conoscenza, ma con le pulsazioni regolari.
L'Ambulanza consegna il ferito all'Ospedale alle h.13,08
Dalle h.13,08 alle h.13,38 il ferito è lasciato in aspettativa senza soccorso
Il ferito ha ripreso coscienza,si agita,non riesce a parlare,esce un filo di sangue dalla bocca, urla,non risponde. Gli infermieri dichiarano che non collabora....... ( ma come può collaborare un uomo ferito, che ha subito un trauma, ha la bocca piena di sangue, ha un'emorragia all'interno ?..come poteva collaborare se non capiva la loro lingua, se non riconosceva l'ambiente dove era, se il dolore lo attanagliava, se la paura della morte oscurava la sua vista ?....siamo in un lager o in un ospedale con infermieri abili nel loro servizio e anche sensibili e rispettosi al dolore degli infermi ?)
Alle h.13,40 circa iniziano gli esami preoperatori, ma non viene fatta l'angiografia,l'esame più importante e necessario in quel caso.
Perciò non viene individuata la piccola vena lesa che gocciava sangue fin dalle h.12,30 circa. Viene suturato il fegato ed anche la milza e poi si fanno varie trasfusioni,ma a che cosa servono, se non si sutura la vena ?
Mio Figlio muore dissanguato alle h.17,05
Il corpo del ragazzo viene sottoposto all'autopsia.-
Il Prof.dr.G,.Zanetti chiaramente contesta la tesi del chirurgo dr.Hauss, che aveva dichiarato che la causa dell'emorragia di R.Casalboni era stata la folle velocità di corsa (non corrispondente alle prove tecniche)solo per nascondere il suo grave errore e per trovare una giustificazione che è inaccetabile in medicina, ma anche alle persone ignoranti in medicina.
Il Prof.dr G.Zanetti, in varie relazioni, ribatte con chiarezza che la falsa priorità dell'intervento è stata la concausa della Morte di R.C. senza tenere conto di altri gravi errori commessi dall'equipe medica.
(nell'anno 2008 il prof.Pillgram Larsen dell'Università di Oslo dichiarerà la stessa tesi, in disaccordo con le confuse dichiarazioni dell'equipe medica dell'Ospedale.)
Le perizie dell'ing. Cosmo Durante e del prof.dr. Gianfranco Zanetti, mi danno le basi concrete, su cui appoggiare un Ricorso legale, per riaprire l'ingiusto caso di "R.C." ed ottenere Giustizia.
Perciò, trascinata dal mio amore materno, dalla rabbia per il "processo farsa", dalla delusione per le dichiarazioni ingannevoli,dal dolore per la morte procurata del mio unico Figlio, dalla ribellione per la mancanza di rispetto ai "diritti dell'Uomo", informo le più alte Autorità Sociali per chiedere un appoggio alla causa di Roberto Casalboni, il quale rappresenta idealmente, le tante Vittime della strada, sepolte nel silenzio della morte senza avere ottenuto giustizia, nonostante lo straziante dolore dei familiari.
Come cittadina italiana, ho ritenuto giusto informare il Presidente della Repubblica italiana, il Presidente del Consiglio e il Ministro degli Esteri a Roma, l'Ambasciatore italiano in Norvegia, della mancata tutela di R.Casalboni, Vittima innocente, da parte della rappresentanza diplomatica della Repubblica Italiana .
Come straniera, ho ritenuto giusto informare il Re di Norvegia, il Ministro di Giustizia norvegese, l'Ambasciatore norvegese in Italia, il Direttore dell'Ospedale "Sorlandet", il Ministro della Sanità norvegese, la Polizia di Agder,il Tribunale di Kristiansand dei gravi abusi e delle ingiustificate violazioni ai "Diritti dell'Uomo, nel tragico caso di R.Casalboni.
Nessuna risposta sollecita, eccezione fatta per il Re di Norvegia, che, tramite il suo segretario, mi presenta le sue condoglianze ed il suo rincrescimento per la tragica vicenda, ma dichiara che non ha il potere di intervenire, perchè la Magistratura è indipendente.
Contatto la Stampa europea e varie Associazioni civili , allo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica al grave problema delle Vittime della strada e per mettere in evidenza la ingiustificata disattenzione delle varie Istituzioni responsabili.
Contatto a Roma un avvocato esperto in diritto internazionale, per conseguire la riapertura del processo ingiusto. Accompagnata dal mio legale, lo mettiamo al corrente della situazione processuale e legale.Egli promette di interessarsi al caso, visto che ha varie conoscenze legali in Norvegia. Restiamo d'accordo, perciò gli lasciamo la pratica,gli indirizzi, ed un fondo spese per i primi approcci.
Purtroppo in sei mesi non riceviamo nè una telefonata, nè una lettera.......
devo rimuoverlo io dall'incarico affidatogli, causa la sua inerzia.........
mi ha fatto perdere tempo prezioso e denaro........
È più che evidente una grave mancanza di etica professionale !
14 luglio
1° Ricorso al Capo dello Stato con la richiesta che sia fatta piena luce sulle cause della morte di mio Figlio.
Mi risponde il Ministero degli Affari Esteri dichiarando che non dispone di nuovi elementi e che non ha alcun rapporto con l'avvocato di parte (per la verità il nominativo mi è stato dato dall'Ambasciata ).Mi domando a che cosa servono le Rappresentanze diplomatiche
all'Estero,se usano abbandonare i cittadini in grave difficoltà all'estero.............
18 ottobre
Risponde l'Ambasciata italiana a Oslo,affermando diplomaticamente che si mette a disposizione per qualsiasi ulteriore possibile assistenza .(per la verità sono solo parole, perchè non posso dimenticare che è stato l'Ambasciatore Italiano con l'avvocato di parte che non hanno inoltrato il mio Ricorso avverso l'ingiusta sentenza del giudice “perchè la causa di R.Casalboni è perduta in partenza”.Nel passare degli anni poi, nonostante le mie continue richieste e le richieste del mio legale,non hanno pensato alla difesa di R. Casalboni, cittadino italiano. Solo un distaccato rapporto).
L'Ambasciata Italiana all'Estero è un pezzetto d'Italia......è normale che rispetti il Paese che la ospita e che osservi anche le sue leggi,ma di fronte alla Morte di un cittadino italiano ha il dovere,tramite il Procuratore,di indagare le cause della Morte e ottenere Verità e Giustizia. E'un sacrosanto diritto rispettato da tutti i Paesi civili. Il cittadino paga le tasse e
l'Ambasciata non può rimanere inattiva, per timore di suscitare problemi internazionali
15 Dicembre
Rispondono il Direttore dell'Ospedale « Sorlandet » e il Ministro della Sanità Norvegese, i quali tendono a giustificare in modo superficiale e generico l'operato dell'equipe medica e non danno spiegazioni relative al ritardo ingiustificato dell'intervento medico.
Anno 2006
18 gennaio
Riceviamo dal Ministero della Difesa, on. Berselli le informazioni richieste relative alle leggi norvegesi riguardo i danni provocati ad altre persone.
La legge 1915 comma 202 dice che la penalizzazione può essere data anche a un Procuratore quando complica il Processo, quando lo falsificano, attraverso forme disoneste, ha cercato di impedire le informazioni esatte o ha .allungato i tempi del processo
La legge 1969 comma 3-3/ 3-2 afferma che deve essere penalizzato chi ha causato la morte di qualcuno per grave negligenza.
Questo chiarimento ci conforta per andare avanti fino ad ottenere Giustizia
22 maggio
L'avvocato M.Cornacchia contatta l'avv. Danilo Riponti del Foro di Treviso, noto come un avvocato capace , attivo, tenace, collaboratore della AIFVS.(Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada).
Egli ascolta attentamente i punti salienti del caso e accetta la difesa. Dopo avere studiato la documentazione, propone un Ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, per la riapertura del Processo. Noi accettiamo
L'avv.D.Riponti prepara a mio nome, un Ricorso alla CEDU (Corte Europea dei Diritti dell'Uomo),nel quale espone con chiarezza gli eventi occorsi,i torti subiti, le violazioni corrispondenti, la richiesta di riaprire il Processo relativo a R.Casalboni,per ottenere una giusta sentenza.
7 giugno
2° Ricorso al Ministero degli Esteri
Ripeto le stesse proteste : la tragica morte di R.Casalboni, l'ingiustizia subita, il disinteresse delle Autorità e ripropongo di volere fare luce sul comportamento anomalo dell'Ambasciata Italiana a Oslo
.
luglio
Ricorso al Ministro di Giustizia Norvegese
Ricorso al Ministero di Sanità Norvegese
Ricorso al NPE (Ente norvegese per il risarcimento)
Settembre
Ricerca attiva in Norvegia di un valido Avvocato che avesse il coraggio di risolvere il difficile caso di R.Casalboni.
Solo nel mese di settembre riusciamo a contattare l'avvocato H. Spydevold già noto per avere vinto la causa dei "figli di Hitler"contro il governo norvegese. Per questo motivo ho piena fiducia e, nell'incontro a Venezia in data 20/10/06,la mettiamo al corrente dei fatti occorsi, delle perizie effettuate e degli abusi subiti.
Quindi le chiediamo di studiare il caso e di trovare le possibili strade per portare alla luce la Verità ed, in particolare, di contattare quanto prima il Procuratore norvegese al fine di riaprire il processo"farsa"ed ottenere una sentenza giusta.
L'avvocato norveges H.Spydevold accetta l'incarico e promette di fare tutto il possibile per riuscire a ottenere Giustizia.
Novembre
L'avv. D.Riponti ha completato con precisione di dati e con giusti argomenti il Ricorso in difesa di Roberto Casalboni e lo invia all'avv.M.Cornacchia, perchè lo revisioni.
In data 24 dicembre verrà inviato alla CEDU-Strasburgo-sede dei Diritti dell'Uomo
Nel contempo, invio un Ricorso anche all'Ombudsman, che è l'Istituzione per la difesa del cittadino contro gli abusi del Potere, affinchè, a prescindere dalla nazionalità diversa, vogliano prendere in considerazione il tragico caso di R.Casalboni,ingiustamente trattato e vogliano dare il loro valido aiuto per ottenere quella Giustizia negata irresponsabilmente.
Dopo molteplici petizioni, mi risponderanno che, spiacenti, non possono fare nulla, perchè il caso presentato non è inerente al loro Potere.
18 Dicembre
3° Ricorso al Ministero degli Esteri
Ripropongo il Ricorso avverso il comportamento irresponsabile dell'Ambasciata Italiana nel caso di Morte di R.Casalboni, cittadino italiano,che non ha ottenuto Giustizia.
Anno 2007
Dal mese di gennaio al mese di maggio fitta corrispondenza tra gli avvocati, per organizzare le azioni legali necessarie
Gennaio
Nuovo Ricorso al Ministero degli Esteri a Roma, per chiedere ancora una oculata indagine sul comportamento anomalo dell'Ambasciata Italiana a Oslo, che mi ha privato del diritto di Appello, specificando che ho eletto il mio domicilio presso l'avv M.Cornacchia, mio legale.
Febbraio
In data 14 -02- l'avv. Spidevold inoltra all'Ordine degli Avvocati norvegesi, sezione disciplinare, il Ricorso avverso l'avv.G.Congeddu per “patrocinio infedele”, a causa del suo comportamento irresponsabile nel processo Casalboni – Stavenes.
Marzo
L'avv.Staastad ci comunica che l'avv.Congeddu ha depositato una corposa memoria(100 p.)
a sua difesa e che entro il 26 aprile dovremo inviare la nostra controdifesa.
Si fa di tutto per complicare ciò che in realtà risulta essere semplice e trasparente.
Aprile In data 12-04 il Ministero degli Esteri a Roma, risponde al mio Ricorso dichiarando che dalle verifiche effettuate non sono state riscontrate responsabilità a carico dell'Ambasciata. Ma non è una grave omissione da perte di una Ambasciata all'Estero il fatto di non inoltrare un Appello contro una sentenza ingiusta, che è stato richiesto da un cittadino che risiede in Patria? Ma che ci stanno a fare i diplomatici all'estero ? Per non creare problemi internazionali, tutto risulta sempre “ regolare.”....Noi dobbiamo chinare la testa e accettare, anche se abbiamo le prove ? Faccio presente che hanno risposto al mio indirizzo privato, omettendo, di fatto, il ruolo e la funzione del mio legale difensore.
Giugno
In data 20 giugno, invio una lettera al CNF (Consiglio Nazionale Forense), per denunciare il comportamento anomalo del Ministero, chiaramente tendenzioso a escludere la difesa legale.Nessuna risposta................
Luglio
In data 3 luglio, l'avv.D.Riponti invia a mio nome, il Ricorso al Presidente della Repubblica Italiana per metterlo a conoscenza dell'anomalo “iter”processuale e legale del tragico caso di Roberto Casalboni, del palese ostruzionismo delle Istituzioni italiane e norvegesi alla risoluzione del caso, all'abuso di Potere, comportamenti contrari alla difesa dei Diritti dell'Uomo.(purtroppo è stato deviato al Ministero degli Esteri)
In data 11- luglio- l'avv.D.Riponti riceve da parte del Ministero degli Esteri italiano Ufficio IV°, la proposta di un incontro con il Consigliere Giuridico per trattare il caso R.Casalboni. Accettiamo con piacere. Ci ritroviamo a Roma , il 12 Settembre, al Ministero degli Esteri e ci indicano l'Ufficio del Consigliere preposto a risolvere il nostro caso.
I miei avvocati presentano il tragico caso di R.Casalboni evidenziando l''iter irregolare del processo norvegese, la sentenza ingiusta,la mancanza di appoggio da parte dell'Ambasciata italiana a Oslo, meglio il rifiuto di inoltrare il mio Appello contro l'ingiusta sentenza,che viola i "Diritti dell'Uomo".
Il Consigliere cerca diplomaticamente di smorzare il dramma e di giustificare il comportamento dell'Ambasciaata italiana a Oslo.
Allora intervengo io personalmente affermando che se pensavano che io avessi costruito una piramide di menzogne, inducendo gli avvocati a una falsa difesa contro due Stati, avevano il dovere di denunciarmi........io non avevo paura, perchè potevo difendermi con le prove in mano!
Il Consigliere, vista la mia energica richiesta di Giustizia, promette di contattare l'Ambasciata it.a Oslo e di appoggiare il caso di R.Casalboni.
Da quel momento,i miei avvocati instaurano un rapporto epistolare con l'Ambasciata, sempre per chiedere un appoggio per la riapertura del Processo.
L'Ambasciatore era cambiato .La nuova Ambasciatrice e l'incaricata degli affari sociali italiani a Oslo, dichiarano di volere collaborare, ma in realtà tutto proseguirà con molta lentezza.Per ottenere una risposta l'avv.M.Cornacchia scrive sempre varie lettere. Formalmente i funzionari dell'Ambasciata sono stati sempre gentili,ma senza alcuna iniziativa.
Nel contempo,invio il mio Ricorso anche all'Ombudsman, l'istituzione per la difesa del cittadino contro gli abusi del Potere,chiedendo che, a prescindere dalla nazionalità diversa, vogliano prendere in considerazione il tragico caso di R.Casalboni, ingiustamente trattato e vogliano dare il loro valido aiuto per ottenere quella Giustizia negata irresponsabilmente. In seguito mi rispondono che, spiacenti, non possono fare nulla perchè il corso del caso presentato, aveva già superato i limiti delle possibilità a loro consentite.
Agosto
Invio le mie controdeduzioni alla memoria difensiva dell'avvocato Congeddu,all'Ordine degli Avvocati Norvegesi, per puntualizzare la pretestuosità e la non-fondatezza dell'autodifesa che non è conforme alla deontologia degli Avvocati.
Settembre
Accompagnata dalla Presidente AIFVS, dr.G.Cassaniti, che precedentemente aveva preso appuntamento, mi presento all'Ambasciata Norvegese a Roma per chiedere di interessarsi al tragico caso di R.Casalboni e di stimolare le Autorità Norvegesi competenti, a riaprire il Processo, per riscontrare gli errori d'indagine commessi e dare una giusta sentenza.
In mancanza dall'Ambasciatore, la segretaria ci promette che riferirà con precisione la tragica vicenda di R.Casalboni all'Ambasciatore e ci assicura che la richiesta non sarà cestinata.
Ottobre
In data 22-10-07 inviamo al NPE una relazione del Prof.dr.Zanetti relativi agli errori medici nell'intervento di R.Casalboni nell'Ospedale “Sorlandet” di Kristiansand, tramite l'avv.Spydevold, nella speranza che il legale norvegese riuscisse ad ottenere le giuste risposte e i documenti da noi richiesti ripetututamente, ma inutilmente.
In data 30-10-07 Riceviamo,tramite l'avv.Staad, la richiesta, da parte del NPE, di precisazioni da parte del Prof.dr.G.Zanetti, relative alla sua tesi sulla morte di R.Casalboni. Il Professore, ,pazientemente, ripete in modo conciso la sua tesi. Rispondono che i concetti non sono chiari e consigliano di rispondere ai quesiti da loro elencati.
Il Prof.G.Zanetti, soddisfa con precisione anche la suddetta richiesta, ma l'avv.Staad, ricevuta la lettera, ci comunica che è meglio sospendere l'invio della risposta del Professore,nell'attesa di nuova documentazione .Visto che c'era un tempo limite da rispettare,inviamo direttamente al NPE, la relazione del Prof. G.Zanetti,con lettera raccomandata
.
In data 31-10-07 dal Ministero della Giustizia Norvegese perviene una nota in cui si afferma la possibilità di sottoporre a revisione la sentenza ingiusta,indirizzando un Ricorso al Criminal Cases Review Commission, che poteva costituire una valida premessa per riapertura del caso. Circostanza che l'Ambasciata italiana a Oslo non ha mai indicato. Informo l'avv.Randi H.Spydevold e la prego di valutare la detta possibilità e nel contempo di contattare il Procuratore Norvegese. Non c'è seguito.
Novembre
La Commissione della Corte disciplinare norvegese ci invia, alla fine di novembre, la difesa dell'avvocato G.Congeddu, in lingua norvegese.
Solo dopo la traduzione in italiano, il 15 Dicembre 2007 possiamo leggere attentamente il testo e notiamo dichiarazion false e pretestuose che stravolgono la realtà dei fatti.Ci informano che possiamo inviare il nostro contradditorio entro il 30 gennaio 2008.
Dicembre
L'avv.Saastad, collaboratrice dell'avv.Spydevold, ci informa che l'avvocato è andata a Strasburgo per un consulto, ma nonostante le nostre richieste non ci vengono date spiegazioni(comportamento strano, elusivo, inspiegabile...).
L'avv.Spydevold demanda all'avv.Saastad l'incarico di occuparsi del caso Casalboni. Il mio intuito mi premonisce che qualcosa non quadra...........
In data 11-12-07 la CEDU informa l'avv.D.Riponti che il Ricorso relativo al caso “R.Casalboni ", in data 4-12-07, èstato rifiutato dalla Corte, perchè era giunto in ritardo e non erano state proposte le possibili impugnative avverso la sentenza di 1° grado .
Ma come potevo raggiungere tre gradi di Giudizio, se l'Ambasciata italiana a Oslo e l'avvocato norvegese della difesa non avevano, deliberatamente,inoltrato neanche il primo Appello ? Ma come potevo presentare prima l'Appello, se ci hanno inviato la completa documentazione relativa al processo solo sei mesi dopo la sentenza e in lingua norvegese ? Avevamo dovuto aspettare la traduzione in italiano per capire le tante anomalie del processo che hanno portato ad un'ingiusta sentenza. Sono leggi incoerenti, contrastanti, leggi che non considerano la realtà dei fatti, leggi che creano confusione, leggi che non difendono il cittadino inerme e confondono anche un abile avvocato.
In data 18-12- 07 invio di nuovo un sollecito al Ministro degli Esteri italiano,per chiedere di avviare un'indagine interna, finalizzata alla verifica dello scorretto comportamento dell'Ambasciata e, valutate le responsabilità, disporre i provvedimenti di legge.
Eleggo domicilio per una risposta, presso lo studio legale dell'avv.D.Riponti del Foro di
Treviso- Conegliano Veneto,ma ricevo la risposta al mio indirizzo in forma privata, con la quale, diplomaticamente,mi informano che sono state fatte le verifiche presso l'Ambasciata italiana a Oslo. Mi hanno risposto che tutto, secondo loro, era regolare.
Per quale ragione non hanno risposto al mio legale?È chiaro che volevano eludere complicazioni legali. Perciò mi appello al C.S.M.per fare presente l'irregolarità dell'iter legale. Nessuna risposta . In data 20-12-07 l'avv.Saastad ci informa che la data di presentazione della relazione è stata anticipata al 1-gennaio 2008.
È una manovra subdola e astuta.Gli uffici legali sono chiusi, gli avvocati assenti, c'è aria di vacanza.Disperata,che posso fare io da sola ?
Nonostante la mia inesperienza,io scrivo personalmente (in un pessimo inglese) una lettera alla Commissione Disciplinare per gli avvocati, affermando che per forza maggiore, non potevo consegnare la relazione alla data anticipata e quindi di riportarla alla data precedente.
Nel contempo, contatto l'avv.M.Cornacchia, già in vacanza, pregandolo di scrivere in italiano una relazione (da tradurre poi in inglese) per non perdere il diritto alla difesa. Risulta chiaro lo scopo di avere all'improvviso anticipato la data di consegna della relazione :-annullare la nostra difesa.-Tutto ciò è legale ?
Anno 2008
In data 22-01-08 inviamo la controdifesa (2° appello in inglese)alla memoria dell'avv.
Congeddu all'avv.Spydevold, perchè lo completi con i giusti dettagli di diritto norvegese e poi lo inviialla Commissione Disciplinare Norvegese per gli avvocati.
Risultato: reiterata difesa dell'avvocato italo-norvegese che, tramite dichiarazioni false e pretestuose, crea confusione e dubbi. Non è altro che una vile strategia per stancare la difesa. Decido di non rispondere con un'altra controdifesa,perchè è pazzesco ripetere sempre le stesse accuse. Scrivo alla Commissione Disciplinare Norvegese una lettera concisa, in cui dichiaro che ho spiegato chiaramente e comprovato con dettagli gli errori commessi dall'avv.Congeddu nel caso di R.Casalboni per cui la giuria, se ha buona volontà, ha già le carte giuste per emettere una sentenza.La Commissione decreta la non punibilità dell'avvocato, con la giustificazione elusiva che la vertenza doveva essere risolta nell'anno 2004, quando era occorso il fatto.
Come era possibile ciò, se l'avv. Congeddu non aveva ancora inviato la documentazione richiesta e ci aveva informato subdolamente che,causa un Appello presentato in quel periodo, il Processo non era ancora chiuso? Tutto ciò intenzionalmente,per farci stare tranquilli fino allo scadere dei limiti di tempo.
Com'è possibile che una Corte Disciplinare si lasci fuorviare da dichiarazioni contrastanti che,con false affermazioni senza alcuna prova o testimonianza, portano ad un giudizio incoerente, il quale, purtroppo, toglie la credibilità e la dignità alla stessa Corte ?
In data 25-01-08 avviene l'incontro tra Ms.H.Spydevold, mio avvocato norvegese e la dr. E.Pontrelli e il Cons Frangione, funzionari dell'Ambasciata Italiana a Oslo.
Non è stata possibile un'intesa al fine di riaprire il Processo tramite il Procuratore,perchè l'avvocato norvegese ha demandato le azioni da svolgere all'Ambasciata italiana, senza offrire il suo appoggio di contatto con il Procuratore. Sono rimasta molto delusa.
Marzo
In data 6-3-08 l'avv.M.Cornacchia contatta l'Ambasciata e propone la possibilità di accedere a una procedura per la riapertura del Processo, ovvero la rimessione in termini per proporre appello mediante un colloquio chiarificatore con il Procuratore .
La dr. E. Pontrelli promette di occuparsene.
Alla ripetitiva richiesta di notizie,risponde nel mese di aprile che.la richiesta è in corso di valutazione da parte del Ministero.(così il tempo passa)
Devo riconoscere che l'avv.Cornacchia, l'avv.Riponti, l'avv.Bello si sono interessati in modo lodevole nel sollecitare la risoluzione del problema scambiando una fitta corrispondenza con le molteplici Istituzioni italiane e norvegesi.Lodevole è anche l'interessamento della dr.Elena Pontrelli-Affari Esteri Ambasciata Italiana Oslo,che, in questo periodo, si prodiga nel rispondere ai miei avvocati e cerca di porsi come intermediaria.Purtroppo la volontà di risolvere dipende da altri.
Faccio presente che dall'anno 2003, ho sempre informato Sua Maestà, il Re di Norvegia e la Sua Corte,sul corso del tragico caso di R.Casalboni. Ho fatto presente le mie critiche al Sistema giudiziario,sanitario, istituzionale norvegese, che, pur con le prove concrete presentate,non collaborava attivamente e responsabilmente a portare alla luce la Verità.
Nel contempo, ripetevo continuamente che era impensabile che uno Stato moderno come la Norvegia, ancora non facesse parte dellaCorte Europea dei Diritti dell'Uomo.
In data18-03-08 viene pubblicato su internet un articolo che informa che il Re di Norvegia ha firmato un accordo con il rappresentante della CEDU.
Mi sono sentita soddisfatta di questo accordo, che per anni,con tenacia avevo ripetutamente richiesto in nome dei diritti umani.
Perciò mi permetto di scrivere una lettera al Re di Norvegia per esprimere i miei rallegramenti per la decisione presa, che ridava alla Norvegia la dignità di uno Stato moderno.
Luglio
In data 31-07-08 l'avv.Randi H.Spydevold ci consiglia di presentare un Ricorso alla Pasientskadenemnda norvegese, per i danni subiti causa la morte di mio Figlio,occorsa nell'Ospedale "Sorlandet" di Kristiansand.
Invio il suddetto Ricorso con accluse le relazioni del Prof.dr.G.Zanetti, le spese subite e preventivate e altri documenti all'intervento medico occorso.La Commissione norvegese chiede un parere medico al Prof.Pillgra Larsen dell'Università di Oslo,il quale,dopo avere studiato il caso,afferma che ci sono stati errori gravi ed "in primis" la mancata priorità d'intervento,con causa della morte di R.Casalboni.
Tale tesi viene inviata anche a noi e,finalmente, tramite l'avvocato,il Prof.dr.G.Zanetti riesce ad avere la copia della cartella clinica originale e la copia degli esami medici, che rafforzano quanto dichiarato precedentemente. In data 04-07-08 scrivo al NPE lamentando di non avere ricevuto risposta ai quesiti del Prof.dr.G.Zanetti, inviati tramite l'avv.Spydevold in data 22-10-2007-
Quindi io invio di nuovo i quesiti del Professore in una lettera raccomandata, in modo che
possano rispondere ai quesiti del Professore, per rispetto alla professionalità della categoria.
Siamo in una posizione di stallo. I miei avvocati sono impegnati in una continua richiesta di risposte ai ricorsi inviati alle tante Istituzioni coinvolte nel caso di R.Casalboni, ma sembra di essere in un labirinto ove si gira inutilmente,senza potere trovare un'apertura..... I nostri interlocutori leggono le nostre lettere, rispondono con ritardo, palleggiano il problema dall'uno all'altro,sembra che ti diano una mano, ma non si muovono e gli anni passano....... E' un ostruzionismo diplomatico che, un poco alla volta, ti annienta …....
E' uno stillicidio cinico e crudele............
Siamo avvolti da una ragnatela che ti confonde:
fitta corrispondenza, fax,e-mail,telefonate, traduzioni, consultazioni,riunion.....tutto inutile!
E' una catena ripetitiva di petizioni senza risposte concrete.
E' una sottile strategia che ti dà la speranza, ma in realtà non risolve nulla,perchè esiste una coalizione di forze e di interessi .Non c'è il coraggio di ammettere di avere sbagliato.......
Purtroppo, causa questo immobilismo e per ragioni economiche, devo revocare il mandato all'avv.Riponti e all'avv.Bello, che sono lontani dalla mia sede.
In data 04-07-08 l'NPE ha ricevuto la relazione medica del Prof.dr.G.Zanetti in cui è dimostrata la responsabilità medica dei Sanitari dell'0spedale “Sorlandet”nel caso di morte di R.Casalboni. Per conferma della tesi del professore italiano,l' NPE chiede una ulteriore indagine medica al Prof.dr. Pillgram Larsen dell'Università di Ulleval-Oslo.
La relazione del Professore norvegese (anno 2008) basata sullo studio della cartella clinica rilasciata dall'ospedale,risulta in accordo con la relazione del Prof.dr G.Zanetti(anno 2005) basata sullo studio di un riassunto dell'iter medico rilasciato dall'ospedale.(la cartella clinica richiesta più volte alla direzione dell'Ospedale, inspiegabilmente, non era mai stata inviata).
L' NPE invia per conoscenza al Prof.dr.Zanetti la relazione sritta dal Professore norvegese, con annessa copia della cartella clinica,copia dei RX e altri esami clinici.
Finalmente abbiamo in mano un documento importante, un elemento nuovo, che può favorire la riapertura del Processo.
Comunico l'importante notizia all'avv.Spydevold, pregandola di contattare il Procuratore e così fa pure il mio legale M Cornacchia che comunica la notizia anche alla dr.Pontrelli, consigliere degli Affari Sociali all'Ambasciata Italiana, chiedendo la dovuta assistenza sia istituzionale, che legale per la sottoscritta
.
In data 31-07- 08, scrivo al Consigliere del Ministero degli Esteri a Roma informandolo del mio Ricorso al Procuratore di Agder per chiedere la riapertura del Processo, in base a nuovi elementi medici in nostro possesso.
Quindi chiedo che contatti subito l'Ambasciata Italiana a Oslo, perchè sostenga e rafforzi la mia petizione presso il Procuratore Norvegese.
Ripeto nel mese di novembre e nel mese di dicembre la stessa richiesta di contattare l'Ambasciata Italiana a Oslo,al fine di ottenere la riapertura del Processo “Casalboni-Stavenes” per ottenere una giusta sentenza .
Mi risponde in seguito, molto duramente, che egli non ha potere nè di rappresentanza, nè di decisione presso il Ministero e l'Ambasciata e quindi che non devo più scrivere e raccomandate a lui, ma devo rivolgermi direttamente alla IV° sezione del Ministero degli Esteri.Mi domando perchè questo gioco di passarsi “la palla che scotta”da uno all'altro io non ho obbligato nessuno.
Il consigliere ha mancato alla sua promessa di aiutarmi come intermediario presso l'Ambasciata mi ha fatto perdere tempo prezioso, perchè solo dopo due anni mi ha fatto sapere di questa sua impotenza.....posso quindi pensare che è stata una mossa diplomatica per rallentare la nostra azione diretta ad ottenere Giustizia quanto prima possibile.
Settembre Visto che l'avv.Spydevold, non aveva contattato il Procuratore,come aveva promesso,al fine di riaprire il Processo, visto che non aveva dato la giusta collaborazione ai rappresentanti dell''Ambasciata Italiana per trovare, quanto prima, un accordo
con il Procuratore norvegese, prendo io personalmente il problema in mano e,in data -10-09-08, scrivo io direttamente al Procuratore locale di Kristiansand denunciando lo staff medico responsabile di negligenze e omissioni, e il chirurgo che,causa l'intervento errato, aveva lasciato morire mio Figlio dissanguato.
In data 15-09-08- metto a conoscenza della mia denuncia al Procuratore Generale delle ProcureNorvegesi, sia l'avvocato Spidevold, che l'Ambasciata Italiana a Oslo.
In data 18-09-08 l'avv.Spydevold, vista la mia fulminea azione di contatto con il Procuratore, dichiara di rifiutare il mandato di difesa.Rimango molto delusa, perchè l'avvocato non ha mantenuto ciò che aveva promesso quando aveva accettato il mandato di difesa richiesto. L'avv. Spydevold ha funzionato solo come "messaggera degli dei" trasmettendo le varie relazioni delle Istituzioni in lingua norvegese,senza prendere iniziative utili a risolvere i nodi principali dell'iter legale ed anche ostacolando talvolta il corso normale di Appello.
Penso che l'avv. Spydevold non ha avuto il coraggio di porsi contro la Magistratura del suo Paese e non ha espletato in modo corretto il suo mandato.
Mi ha fatto perdere tempo e denaro............
Dicembre
In data 12-12-08,il Procuratore di Kristiansand risponde che ha valutato le nuove informazioni sulla velocità e altri aspetti del caso, ma ha concluso che non era possibile riaprire il processo.
Ma è chiaro che non ha valutato la relazione dettagliata del Prof.dr.Pillgram Larsen, che in accordo con la perizia del Prof.drG.Zanetti,aveva dichiarato che c'erano state negligenze e gravi errori medici a danno del paziente traumatizzato R.Casalboni.
Non ha neppure valutato lo studio dinamico-cinematico dell'ing.Durante per cui la velocità della moto risultava di 40 Kmh contro i 90 Kmh.affermati giudice nella sentenza, senza alcun supporto tecnico.
L'avv.M.Cornacchia informa l'Ambasciata Italiana a Oslo della ingiustificata decisione del Procuratore di Kristiansand e chiede un consiglio utile per proseguire l'iter della difesa dei diritti della parte lesa.
Anno 2009
Gennaio
In data 20-01-09 scrivo una lettera al Procuratore Generale Norvegese, nella quale ribadisco i molteplici motivi, sostenuti da concrete perizie tecniche e mediche,validi a richiedere la riapertura del Processo Casalboni-Stavenes, mettendo in evidenza che la relazione medica del Prof.dr.J.Pillgram Larsen dell'Università di Ullival-Oslo, basata sullo studio dettagliato della cartella clinica di R.Casalboni, analisi, raggi X e autopsia, documenti originali, rilasciati dall'ospedale, apporta importanti nuovi elementi, prima sconosciuti, che possono essere la chiave giusta per riaprire il Processo .
Faccio notare che la relazione del Professore norvegese Pilgram Larsen concorda con la relazione del Professore italianoG.Zanetti.
In data 28-01-09 l'avv. M.Cornacchia invia al Direttore Generale delle Pubbliche Procure Norvegesi un Ricorso avverso la decisione del Procuratore di Agder di rigetto della riapertura del caso giudiziario Bjorn Sravenes- Stella Casalboni, per la morte di Roberto Casalboni, occorsa a Kristiansand (Norvegia) il 17-08-2003.
Acclude le motivazioni dettagliate e le relazioni dei periti che mettevano in evidenza elementi validi a sollevare dubbi sulla equità della sentenza del giudice nel 1° processo e quindi, a richiedere la riapertura del caso, per ottenere Giustizia.
In data 30-01-09, per rafforzare il Ricorso inviato dal mio legale, scrivo una lettera al Procuratore Generale Norvegese per fare presente che è molto facile negare la riapertura di un Processo,basandosi solo sulle proprie opinioni, senza compararle con le perizie presentate da noti professionisti, fedeli all'etica professionale.
In nome di mio Figlio, Vittima innocente, gli chiedo di avere il coraggio di contattare il Procuratore di Kristiansand, di mediare per una giusta decisione .
In data 23-02-09, informo Ministero degli Esteri a Roma e l'Ambasciata Italiana a Oslo del Ricorso inviato al DPP, per chiedere un sollecito appoggio.
In data 13-03-09, l'avv,M.Cornacchia chiede personalmente all'Ambasciata Italiana a Oslo di appoggiare validamente il Ricorso inviato al DPP, per richiedere la rimessione in termini al fine di proporre Appello alla sentenza del Tribunale di Kristiansand.
Nei mesi di febbraio, marzo, aprile, segue corrispondenza con le varie Istituzioni coinvolte, per ribadire le richieste precedentemente impostate, volte ad ottenere giustizia per la tragica morte di R.Casalboni, per l'ingiusta sentenza e palese ostruzionismo alla risoluzione del caso,nonostante le prove presentate e la valida difesa degli avvocati, che hanno contattato tutte le Istituzioni coinvolte nel caso,per raggiungere “Verità e Giustizia
Maggio In data 01-05- 2009 l'avv.M.Cornacchia chiede al Direttore Generale delle Procure una risposta al Ricorso contro la decisione del Procuratore di Agder, inviato il 28/01/2009 e chiede all'Ambasciata Italiana di interessarsi al riguardo
In data 31-07-08 , in data 6-11-08, in data 13-11-08, in data 25-12-08, in data 22-01-09,in data 21-02-09, io mi rivolgo al Consiglire Giuridico del Ministero degli Esteri e all'Ambasciata Italiana a Oslo per chiedere di caldeggiare la mia giusta causa .
Visto che l'errore è partito dall'Ambasciata e concretizzato dall'avv.Congeddu che non ha inoltrato l'Appello avverso l'ingiusta sentenza, ho ritenuto giusto che l'Ambasciata trovasse la strategia giusta per riaprire il caso. Dato che nessuno aveva contattato il Procuratore Norvegese, io ho scritto ancora una lettera raccomandata al Consigliere, lamentando l'inerzia, la disattenzione,il silenzio ingiustificato relativo al caso R.Casalboni.
Egli, in data 13-05-09, scrive una lettera all'avv.M.Cornacchia, affermando che non devo scrivere a lui,perchè egli è un consigliere e non ha alcun potere! Dovevamo rivolgerci alla sezione IV°del Ministero degli Esteri. Rimango basita,indignata,offesa. Ma è la IV°Sezione del Ministero degli Esteri che ci ha inviato nel suo Ufficio.Perchè questo subdolo gioco ? Perchè non l'ha detto prima ? Sicuramente per farci perdere tempo, forse per sviare le nostre indagini, forse per smorzare i nostri sforzi, affinchè, sfiniti e demoralizzati, rinunciassimo a raggiungere la Verità e la Giustizia
In data 12-06-2009 mi rivolgo al Direttore della IV°Sezione - Ministero degli Esteri-Roma,
per fare presente che io e i miei avvocati in data 12-09-2007, andati a Roma al Ministero su invito personale, ci eravamo affidati al Consigliere Giuridico indicatoci, per avere un appoggio presso l'Ambasciata Italiana a Oslo, al fine di risolvere il tragico caso giudiziario di Roberto Casalboni. Così era iniziato un rapporto epistolare, se pur alquanto dispersivo.....
In data 31-07-08 informavo il Consigliere del mio Ricorso al Procuratore di Agder per richiedere la riapertura del Processo, in base a elementi nuovi affiorati e presentati.
Gli chiedevo di contattattare l'Ambasciata a Oslo, per rafforzare la mia petizione presso il
Procuratore Norvegese. Ma il Consigliere mi rispondeva che egli non aveva nè l'autorità, nè il potere di fare questa azione. Perchè mi è stato indicato quel Consigliere ?
Per farmi perdere tempo ? Perciò chiedo un appoggio direttamente al Direttore della IV°
Sesione del Ministero degli Esteri che ha il dovere di difendere i cittadini italiani all'estero, specie in un caso di Morte
Luglio
In data 08-07-09- l'Ambasciata Italiana a Oslo comunica all'avvocato .Cornacchia che la Procura di Agder ha ricevuto la decisione del Direttore Pubbliche Procure datata 12/05/2009 e chiede che sia inviata per conoscenza all'avv.Cornacchia e alla sig. Stella Casalboni.Mi domando perchè tanto tempo è rimasta bloccata nella Procura di Agder e non era stata inviata nè a me, nè ai miei avvocati che da tempo avevamo sollecitato. La Procura ha aspettato che la richiedesse l'Ambasciata Italiana, che era stata da noi allertata Trascinare nel tempo una decisione è una strategia utile per chi vuole sfinire
la controparte.......Siamo rimasti stupiti per una decisione così cieca decisione
Solo in data 26-07-09 possiamo leggere la lettera del DPP, in cui egli dichiara che il caso giuridico di R.Casalboni è chiuso. Rimaniamo stupiti per una così drastica e ingiustificata decisione . Alla mia richiesta di spiegazioni Egli risponde con affermazioni, pretestuose, illogiche, illegali, come le seguenti:
1)”Se una sentenza errata rimanesse stabile,sarebbe una grave offesa per la Vittima paragonabile all'offesa per un crimine sessuale.
Io controbatto che la sentenza emessa nel 1° Processo nell'anno 2004, è rimasta stabile
fino al 2009, nonostante le perizie presentata da noti professionisti che mettevano in
dubbio la sentenza stessa . Quindi non ci sono dubbi sulla gravità dell'offesa fatta a Roberto Casalboni,Vittima innocente, di coloro che non hanno valutato minimamente i nuovi elementi tecnici e medici presentati, che erano validi a riaprire il Processo. Per questo motivo la sentenza errata è rimasta stabile.
2°)”Che la parte civile non sia d'accordo con le specifiche valutazioni delle prove della
Corte, è lontano dal sinonimo che la Corte abbia fatto un errore rispetto all'occorso o che la valutazione legale sarebbe stata differente, aggiustata la velocità dei veicoli o da una parte o dall'altra.
Io controbatto che non si tratta di essere in disaccordo con la Corte. Si tratta degli errori commessi dalla Corte, errori che sono sati legalmente evidenziati con perizie di validi professionisti, le quali non sono state controbattute e, quindi, sono state ignorate
In un Processo che riguarda un incidente stradale, la giusta valutazione della velocità
è fondamentale per una giusta sentenza.
Nel Processo Casalboni-Stavenes,la sentenza è stata basata su una velocità falsa,inventata dal giudice,in quanto non supportata dalla misurazione dei tecnici (kmh. 90 da parte del giudice,contro i 59-63 dell'ingegnere norvegese con il computo errato di un coefficiente,e kmh 41 da parte dell'ingegnere italiano,risultati da un attento studio dinamico-cinematico della velocità e da lievi danni subiti alla moto.
3°) “Che non è evidente che esistano condizioni che forniscano motivazioni valide, per investigare se gli impiegati dell'ospedale Sorlandet, hanno commesso offese punibili
Io controbatto che le tesi di due stimati Professori, il dr G.Zanetti (Università di Bologna) e il dr.Pillgraam Larsen (Università di Oslo) che, dopo un attento studio della cartella clinica di R.Casalboni,evidenziano negligenze e gravi errori medici,concausa della morte del ricoverato, con l'unico scopo di portare alla luce la Verità Medica, hanno maggior valore delle opinioni dei dottori dell'ospedale Sorlandet che devono difendersi e anche delle dichiarazioni dei Supervisori, che sono legati da interessi di “casta” .
Con tutto il rispetto per l'alta carica che ricopre il DPP, devo sottolineare che nelle giustificazione della sua drastica decisione sono evidenti contraddizioni che annullano
a priori la sua stessa decisione.
La decisione del DPP norvegese è maturata su convinzioni personali,basate su prove a senso unico, quelle presenti nel Processo dell'anno 2004, che dai nuovi elementi tecnici e medici risultano falsate.
In data 30-07-09 io scrivo al DPP,dichiarando che non posso accettare la sua ingiustificata decisione che reca offesa alla Vittima non colpevole di alcuna infrazione della legge, offende la di lui Madre che da tanti anni chiede Giustizia,offende i Professionisti che hanno portato alla luce la”Verità tecnica” e la”Vertà medica”
Nella stessa data scrivo anche all'Ambasciata Italiana a Oslo per dichiarare che non posso accettare la sentenza del DPP, perchè ingiusta. Non si può con un colpo di spugna cancellare tutte le falsità, le omissioni, le negligenze e gli errori esistenti nell'iter processuale e post-processuale di R.Casalboni e, nello stesso tempo misconoscere tutte le prove dei fatti reali occorsi, che noi abbiamo messo in evidenza più volte, ma che non sono state mai prese in considerazione.
E' un “delitto burocratico”
Il padrone di un cane, in caso di morte accidentale del suo cane, ottiene giustizia
Invece io, la Madre della Vittima,non ottengo Giustizia per la Morte procurata di mio Figlio, non colpevole di alcuna infrazione delle leggi vigenti.
E' assurdo !
Non è giusto e non è democratico che il più alto Rappresentante della Magistratura chiuda drasticamente un caso di "Morte di un Uomo" senza ripercorrere l'iter del Processo, senza rivalutare le prove presentate, senza soppesare i nuovi elementi emersi.
La "Verità del Tribunale "può non risultare uguale alla realtà dei fatti occorsi, quando non esistono prove concrete.
Ma,quando esistono prove vere (accertate da seri professionisti) che non vengono prese in considerazione, per non affrontare un cambio della sentenza ingiusta, questo è un abuso di Potere.
Non posso arrendermi di fronte a un abuso di Potere più che evidente.
È una coalizione di forze istituzionali, che formano il cosiddetto "muro di gomma".
È una grave violazione dei "Diritti dell'Uomo"! Perciò penso sia giusto rivolgere il mio Appello alla Corte Europea dei "Diritti dell'Uomo",che ha il dovere di difendere il cittadino europeo dagli abusi di Potere, a prescindere dalla razza, dalla nazionalità, dagli interessi di casta, dalla fede politica,religiosa .
Dopo avere consultato la Carta dei Diritti dell'Uomo, indico le gravi violazioni commesse nel tragico caso di R.Casalboni , da parte dell'equipe medica dell'Ospedale "Sorlandet" di Kristiansand, da parte dell'Ambasciata italiana a Oslo, da parte del Procuratore Generale Norvegese.
In data 26-08-09 l'avv, M.Cornacchia scrive al DPP che i nuovi elementi evidenziati dal Prof.dr.G.Zanetti e dal Prof.dr.Pillgram Larsen,non sono stati giustamente valutati per la riapertura del processo. Inoltre la rivalutazione del comportamento colpevole dello staff
medico, poteva e doveva guidare a una solenne dichiarazione di responsabilità criminale
nei loro riguardi.
Riporto la prima pagina del Ricorso,per evidenziare che le violazioni ai Diritti dell'Uomo nel caso di R.Casalboni erano rispondenti agli articoli del Codice CEDU,erano motivati, erano ben chiari,se pur concisi
Ricorso alla CEDU Strasburgo
Alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo presso il consiglio d'Europa,67075 Strasbuourg-CedexFrancia.
Io sottoscritta , Stella Ines ved. Casalboni, residente a Rimini (Italia) e domiciliata in viale Ruggero Baldini 15 (rn), cittadina italiana, mi rivolgo a codesta Alta Corte Europea per denunciare la grave mancanza di rispetto ai diritti dell'uomo nel tragico caso di “Roberto Casalboni”, mio Figlio, il quale, nonostante i molteplici Ricorsi da me inviati alle Istituzioni responsabili, non ha ottenuto Giustizia.
Indignata, denuncio :
- a) la violazione del “sacro diritto alla Vita , che, in questo caso, oltre alla mancanza di rispetto a un Uomo, cui hanno tolto la vita,comprende anche la mancanza di rispetto alla Madre della Vittima, che, a causa della perdita del Figlio, ha subito danni morali, fisici, materiali, economici, senza ottener alcun riconoscimento.(art. N° 2)
- b) la violazione del “nobile diritto alla Giustizia”, che deve essere uguale per tutti gli Uomini, a prescindere dalla nazionalità, dalla razza, dalla classe sociale, dalla fede politico-religiosa.(art. N° 6)
In questo caso si evidenzia anche la mancanza di rispetto alla legalità che è la base della vera Giustizia. Infatti mancano prove legali nella sentenza e nella decisione delle Autorità competenti ed inoltre mancano risposte legali a Ricorsi legali.Poi si evidenzia la mancanza di rispetto all'etica professionale dei tecnici, professori, dottori, avvocati, tutti qualificati legalmente, i quali, dopo avere studiato con oculatezza il caso di R.Casalboni, hanno presentato relazioni, prove, ricorsi per portare alla luce la “Verità Tecnica “, la “Verità Medica”, la “Verità Giuridica”sono stati ignorati, come se fossero ignoranti o, peggio, assertori di falsità.
- c)la violazione del giusto diritto all'Appello e all'irrinunciabile diritto di avere un avvocato che inoltri regolarmente l'Appello. (art.N°13)
- d) la violazione del diritto di esprimere la propria Verità,quando sono stata incolpata di aver fatto pressioni all'Ambasciata e di voler contattare la stampa ed il Parlamento norvegese.(Art. N°10).
e)Abuso di potere(art.N°7)
Le suddette violazioni sono state sviluppate nei dettagli con il supporto di relazioni e perizie di noti professionisti.
Chiedo Giustizia in nome di R.Casalboni che idealmente rappresenta tutte le Vittime della Strada,sepolte nel silenzio omertoso delle istituzioni responsabili e nel dolore immenso dei familiari, che non avuto la forza di lottare contro il cosiddetto"muro di gomma".
In data 10 Ottobre 2009- invio il Ricorso alla CEDU a Strasburgo -Francia
Perciò presento Ricorso a codesta Alta Corte Europea avverso:
- il Direttore Generale delle Pubbliche Procure Norvegesi ,il quale ha rifiutato la mia richiesta di riaprire il Processo relativo al tragico caso di R.Casalboni impedendo di raggiungere,con le prove presentate, la Verità e la Giustizia.
2) L'Ambasciata italiana a Oslo(No) e l'avvocato G. Congeddu (del foro di Oslo), i quali non hanno inoltrato il mio Appello alla prima sentenza del tribunale di Kristiansand (inviato in tempo utile),relativo al tragico caso di R.Casalboni,ostacolando le posteriori azioni legali(vedi lettera Procuratore di Agder 23-12-2008 e rifiuto della Corte Europea diritti dell'Uomo 11-12-2007).
E' un ricorso contro figure istituzionali molto importanti,ma è basato su giuste motivazioni.
Di fronte alla giustizia non devono esistere ragioni di Stato, nè ragioni politiche, religiose e di “classe”.Devono esistere solo i diritti dell'uomo che sono alla base di una società democratica, di una società che è l'Umanità.
Fiduciosa,prego codesta alta Corte di leggere attentamente l'iter dei fatti occorsi,di valutare le molteplici domande da me inoltrate per fare valere i miei diritti,di mettere sulla bilancia della Giustizia i diritti lesi nei miei confronti,e quindi di giudicare con responsabilità, imparzialità ed umanità i danni ,l'offesa ed i soprusi da me subiti.
Delego a rappresentarmi e a difendermi nella presente procedura ed occorrendo davanti alla Corte Europea dei diritti dell'Uomo,l'Avvocato Massimiliano Cornacchia del Foro di Rimini,con studio legale in Rimini (RN) Italia 47901,Piazzale Cesare Battisti n° 12/a-Tel.0541-50348,conferendo allo stesso i più ampi poteri ed eleggendo domicilio presso il suo studio in Rimini (Italia),Piazzale Cesare Battisti n° 12/a.
OMISSIS
In fede, ved. Stella Ines Casalboni
Rimini, lì 10-10-2009
Anno 2010
Revisionando i documenti, noto che alla fine della relazione del Prof.dr.Pillgram Larsen, breve parte è scritta in norvegese, invece che in inglese.Confesso che prima non le avevo dato alcuna importanza,perchè pensavo che fosse un breve sunto della relazione stessa per i colleghi norvegesi.Penso di farla tradurre in italiano e trovo cheè è un documento molto importante. Sono le risposte precise di uno specialista, come è il Professore P.Larsen, alle domande del NPE.Risulta quanto segue :
NPE: - “L'organizzazione dell'0spedale,con riferimento ai cardiologi era in linea con gli standard accettati e richiesti da un ospedale norvegese di quelle dimensioni e funzioni ?”- Prof. “Sì, in accordo con la politica norvegese è accettabile, ma non in accordo con cio che si vorrebbe”-
NPE: - “la diagnosi, le opinioni e il trattamento relativo a R.Casalboni sono in linea con i
metodi appropiati e con la medicina notoriamente accettata in questo genere
di trauma ?”-
Prof:: - “NO”-
NPE: - “Avrebbero dovuto fare una angiografia, come era stata opinione del Prof.dr.
G.Zanetti ?”-
Prof.: “Sì, avrebbero dovuto fare un'angiografia”-
NPE: - “dal Suo punto di vista c'è una probabile connessione tra come l'ospedale trattò
questo caso e la morte del paziente ?Poteva essere salvato se avessero fatto
un'angiografia e il chirurgo avesse operato correttamente ?”-
Prof.: -“Sì, con alcune possibilità”- Pillgram Larsen MD
Sono affermazioni che evidenziano la responsabilità medica dell'Ospedale e del chirurgo, il quale ha tradito il giuramento di Ippocrate, per cui il medico ha il dovere di adoperare tutti i mezzi per salvare la Vita dell'Uomo.Non è stato così nel caso di Roberto Casalboni, in quanto è stata omessa l'angiografia e di conseguenza il chirurgo non ha potuto suturare la vena lesa, che perdeva sangue.
Sono affermazioni di grave negligenza e di serio errore medico, che confermano le precedenti affermazioni del Prof.dr.Zanetti. Perciò ci premuriamo di inviare tale referto medico alla CEDU e a tutte le altre Istituzioni coinvolte nel caso, chiedendo di risolvere il tragico caso in favore di R.Casalboni, al quale è stata tolta la possibilità di vivere.
In data 23-01-2010 invio alla CEDU una copia delle risposte del Professore Dr.Pillgram Larsen al NPE.
In data 02 Febbraio 2010 ricevo risposta dalla CEDU, in cui si dichiara che il Ricorso è stato accettato, verrà studiato dalla Commissione,la quale emetterà una sentenza in accordo con la Carta dei Diritti dell'Uomo.
Il mio cuore si riempie di speranza; abbiamo presentato tutta la documentazione necessaria per dimostrare lo svolgersi del tragico caso,corredata da relazioni e perizie di stimati professionisti. Quindi la Corte della CEDU, che ha il mandato di difendere i Diritti dell'Uomo, a prescindere dalla razza, dalla nazionalità, dalla fede politico-religiosa,emetterà una giusta sentenza
Giugno
Dopo varie lettere intercorse con NPE, in data 28-06-2010 riceviamo dal NPE la comunicazione che la richiesta di risarcimento è stata rifiutata.
L'avv.M.Cornacchia risponde contestando integralmente la decisione, perchè pretestuosa e gravemente compromissoria della parte lesa.
Luglio
In data 06-07-2010 invio alla CEDU la copia della lettera inviata dal NPE,in lingua norvegese. Per potere capire il contenuto è necessario farla tradurre in italiano;ne consegue perdita di tempo e di denaro.
Anche questa è una violazione al diritto di un cittadino straniero di potere comprendere il contenuto di una relazione inviata da una Istituzione Pubblica .Visto che oggigiorno l'nglese è la lingua ufficiale nella corrispondenza Europea, visto che io ho sempre risposto in inglese, potevano avere la correttezza di scrivere in inglese, per non fare sorgere il dubbio che intenzionalmente ritardassero i tempi della risposta che ha dei limiti
Agosto
In data 23-08-2010 invio alla CEDU la comunicazione che il NPE ci aveva informato che il Prof.dr, Pillgram Larsen aveva ritrattato la sua perizia,ma non era allegata la copia della lettera, perciò chiedo di inviarmela.( non l'ho mai ricevuta)
Secondo il mio punto di vista un serio professionista del livello del Professore non si permette di cambiare la sua tesi, frutto di uno studio oculato sulla cartella clinica e sull'autopsia del morto, senza avvertire il Prof.G.Zanetti noto professionista di alto livello.
Settembre
In data 06-09-2010 invio una lettera al Parlamento Norvegese, che è la sede dei Rappresentanti del popolo norvegese(più vicini a comprendere i problemi di un qualsiasi cittadino del mondo), per fare presente che la Magistratura e le Istituzioni norvegesi non funzionano bene, se è vero da ben 8 anni ho lottato con le prove in mano, per ottenere Giustizia,senza ottenere alcun risultato e neppure la dovuta attenzione in un caso di Morte procurata, come nel tragico caso di mio Figlio.
Il Presidente del Parlamento Norvegese, mi risponde dicendosi colpito dalla tragica vicenda occorsa e che, non avendo nè la possibilità, nè il potere di intervenire,mi consiglia di affidarmi fiduciosa alla sentenza della CEDU.
In data 21-09-2010 il Presidente della Provincia di Rimini, viene a conoscenza del tragico caso giudiziario di R.Casalboni e, su mia richiesta, scrive una missiva di sollecito per le istanze da me intraprese, al Ministro degli Esteri, al Ministro di Giustizia, all'Ambasciatore
Norvegese in Italia, al Vice Presidente della CEDU.
Lo ringrazio di cuore per la sua attenzione e per la sua comprensione.
Anno 2011
Invio alla CEDU una richiesta di accelerazione della pratica relativa a R.Casalboni, a causa della mia età avanzata (86 anni), e per il mio stato di salute precario (crisi di cuore).
In data 12-01-2011-scrivo di nuovo alla CEDU.accludendo la risposta del Presidente del Parlamento Norvegese,con lo scopo di rafforzare la mia richiesta di risolvere il tragico caso di R.Casalboni con una giusta sentenza. in breve tempo.
E' facile non rispondere e cercare di rimandare nel tempo il verdetto richiesto per non sollevare ritorsioni internazionali, ma sarebbe una strategia meschina per la dignità della Corte Europea, sede dei"Diritti dell'Uomo", che ha l'alto compito di difendere il citttadino debole di fronte al Potere delle Istituzioni.
Dichiaro quindi che in caso di silenzio,sono pronta ad aprire via“internet un “processo popolare" per ottenere "un giudizio popolare
Aprile
In data 08-04-2011 mi rivolgo ancora una volta alla CEDU e nella mia lettera preciso che in questo difficile momento esistenziale, in cui l'anelito alla Libertà e alla Giustizia spinge tutti i popoli a liberarsi dalla dittatura per un governo democratico che riconosca i Diritti dell'Uomo,la mia richiesta di Giustizia giunge a proposito:
1° per riportare un giusto equilibrio nel Sistema giudiziario
2° per frenare l'abuso di Potere
3° per realizzare la difesa dei Diritti dell'Uomo in Europa e quindi dare un esempio in tutti i Paesi del mondo.
L'avv.Massimiliano Cornacchia scrive alla CEDU una lettera di accompagnamento della mia richiesta di Giustizia, chiedendo “ una accelerazione della pratica, a causa dell'età avanzata e dello stato precario di salute della cliente, in aggiunta al danno punitivo anglosassone.....”
L'avvocato fa presente inoltre che dopo il Ricorso in data 10-10- 2009, sono state inviate alla CEDU lettere d'informazione relative agli sviluppi del caso, in data 12.03.2010, in data 18.04.2010, in data 04.06.2010, in data 07.07.2010,in data 23.08.2010, in data 07.09.2010, in data 13.10.2010, in data 08.01.2011, oltre altre raccomandate per non dimenticare il caso
In data 25-07-2011 ricevo una breve , fredda risposta da parte della CEDU
Alla Sig.Stella Ines ved.Casalboni
Viale R.Baldini – 15 - 47900-Rimini
Cara Signora,
scrivo per informarLa che in data 12 luglio 2011, la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, impersonata da un unico giudice (V.A.De Gaetano) ha deciso di dichiarare inamissibile il suo ricorso presentato nell'ottobre 2009 e registrato sotto il numero sopra menzionato.
La Corte ha trovato che non sono state riconosciute le richieste della Convenzione.
Alla luce di tutto il materiale in possesso e fino a quando gli argomenti lamentati erano di sua competenza, la Corte ha trovato che essi non rivelano alcuna traccia di violazione dei diritti e delle librtà presenti nella Convenzione o nei suoi articoli.
La decisione è finale e non è soggetta ad alcun Appello o altra Corte incluso la Camera o altro Organo.
Perciò Lei terrà conto che il Registro sarà inabile a fornire altri dettagli successivi circa le decisioni prese da un unico giudice o a continuare ad avere una corrispondenza relativa alle decisioni in questo caso.
Lei non riceverà dalla Corte i documenti concernente questo caso e, in accordo con le istruzioni della Corte, la documentazione sarà distrutta un anno dopo la data della decisione.
La presente comunicazione è fatta secondo l'articolo 52 A del Regolamento di Corte.
Distinti saluti
(per la Corte)
Soren C.Prebensen
(capo divisione)
Alla lettera erano acclusi alcuni documenti tra cui quello del Tribunale di Kristiansand, in cuisi dichiarava che non era stato presentato l'Appello alla sentenza nell'anno 2004.
Ribadisco che io ho fatto sempre presente che avevo inviato l'Appello alla sentenza del Tribunale, all'Ambasciata Italiana aOslo e all'avvocato indicatomi dall'Ambasciata, perchè lo inoltrassero in lingua norvegese al Tribunale. Non l'hanno fatto dichiarando che
ritenevano che “la causa di Roberto Casalboni perduta in partenza”. Hanno agito di libero arbitrio e hanno omesso l'appoggio che si deve dare a un connazionale che, bloccato dal dolore, dalla lontananza, dalla ignoranza della lingua e delle leggi, non può seguire personalmente il corso di un processo, pur avendo un avvocato italiano, che per la verità, è stato privato di informazioni necessarie in tempo utile..........
Io ho sempre pagato le tasse, ho sempre osservato le leggi vigenti, come insegnante ho contribuito alla formazione dei ragazzi, quindi ho il diritto di ottenere l'appoggio delle Istituzioni Italiane. Altrimenti a che cosa servono le Rappresentanze all'Estero ?
Nonostante la proibizione di rispondere alla Corte o di appellarmi ad altro Organo (non mi pare una norma democratica), non soddisfatta per una decisione cieca, senza una giustificazione valida, tendenziosa a cancellare le gravi violazioni esistenti nel caso di Roberto Casalboni, comprovate anche dai periti,.invio la mia risposta al Presidente della CEDU, per esprimere il mio sdegno per la drastica sentenza di un solo giudice, che, nonostante la documentazione e le perizie presentate, non è stato capace di riscontrare le violazioni ai Diritti dell'Uomo, più che evidenti nella documentazione presentata. ( 7 Kg.)
La mia risposta dura, ma significativa è la seguente :
Al Presidente della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo
Srasburgo-Francia Rimini 08-08-2011
Io sottoscritta Stella Ines ved.Casalboni, dichiaro di avere ricevuto la lettera scritta in data 19-07-11 e a me consegnata in data 25-07-2011-. Sono rimasta stordita dalla sentenza emessa da un unico giudice, in cui si dichiara che gli argomenti di cui mi lamento nel Ricorso presentato in data 10-10-2009-, non rivelano alcuna traccia di violazione dei diritti e delle libertà presenti nella Convenzione e nei suoi articoli.
Mi permetto di farLe presente che:
la violazione del sacro diritto alla Vita (art.2)
la violazione al nobile diritto alla Giustizia(art.6)
la violazione del giusto diritto all'Appello (art.13)
la violazione del diritto di esprimere la propria Verità (art.10)
la violazione del divieto dell'abuso di diritto (art.17)
Sono state violazioni ben evidenziate, articolate, comprovate e basate su giuste motivazioni.
Solo chi non vuole vedere e non vuole comprendere può negare l'evidenza.
La suddetta sentenza è una latente offesa per i periti (ingegneri,dottori, professori, avvocati) che hanno presentato le prove concrete e le relazioni relative alle gravi omissioni occorse, che dimostrano che Roberto Casalboni è stata una vittima innocente
La Vita di un Uomo è sacra e chi gliela toglie è colpevole di fronte agli uomini, di fronte alla legge, di fronte a Dio.
Io, come Madre della Vittima, ho messo in evidenza con precisione le omissioni delle Istituzioni coinvolte a portare alla luce la Verità e a fare Giustizia. Se non ho adoperato un giusto linguaggio legale, chiedo venia, ma ci sono i fatti occorsi evidenziati nelle lettere con intestazione, data e firma, che testimoniano che le mie dichiarazioni sono basate sulla realtà dei fatti.
Purtroppo il giudice mi ha li persona quidato freddamente senza darmi alcuna spiegazione dettagliata, come se fossi una pretestuosa, inaffidabile, un impostore.....
Mi è stato ordinato di non chiedere dettagli, di non rivolgere petizioni ad altri Organi, di interrompere la corrispondenza.......Non posso accettare questa imposizione intimidatoria, perché tale comportamento non segue una linea democratica, ma si ispira a una latente demagogia.
E' paradossale !
Ho inviato alla CEDU il mio Ricorso contro l'abuso di Potere, da parte delle Istituzioni italiane e norvegesi, che hanno ostruito l'iter giudiziario del caso "Roberto Casalboni"ed ho ricevuto, da parte della CEDU, un rifiuto, basato sull'abuso di Potere, ancora più grave, perché il giudice non ha riconosciuto a mio Figlio il diritto alla Vita ed a me, la di lui Madre, non ha riconosciuto il diritto alla Giustizia...
Mi rivolgo a Lei Presidente della CEDU per sapere se è al corrente del tragico caso di RobertoCasalboni, dopo le tante lettere a Lei intestate, visto che la sentenza non è stata convalidata dalla Sua onorevole firma e la lettera non è stata spedita raccomandata,come si usa fare per missive importanti che non possonoandare smarrite.
Inoltre perchè la lettera è stata inviata a me in via privata ?
Perché la lettera non è stata inviata al legale che mi assiste, visto che siete in possesso dei suoi dati, da Voi richiesti ?
Pensavo che la CEDU avesse il mandato di difendere i diritti dell'uomo e quindi anche i diritti del cittadino di fronte all'abuso di Potere.
Invece mi trovo di fronte alla sentenza di un solo giudice e sono convinta che è una sentenza limitata, parziale, dubbia, perché non è il frutto di un dibattito di un collegio giudicante. Di fronte alla Giustizia non devono esistere né ragioni di Stato, né ragioni di classe o di razza, né ragioni politico-religiose.
La Giustizia deve usare un solo linguaggio uguale per tutti : - assolvere gli innocenti e punire i colpevoli -.
Dopo otto anni di Ricorsi, dopo avere bussato alle porte delle Istituzioni coinvolte nel caso, seguendo fiduciosa l'iter legale per i casi giudiziari, Voi mi spingete , contro i miei saldi principi morali, a pensare che è inutile perdere tempo in Ricorsi e documenti che non vengono presi in considerazione, e quindi, in balia di una “giusta rabbia”conseguente la negazione delle prove presentate, mi spingete a gridare“la giustizia bisogna farsela da soli”.
Sono venuta a conoscenza della efferata strage di innocenti in Norvegia.
Io Madre, posso comprendere il dolore delle Madri norvegesi che hanno perduto i loro figli, perché anche a me hanno ucciso il mio unico figlio e so che è un dolore esacerbato, immenso, eterno.
Ma le Madri norvegesi hanno avuto giustizia, perché il colpevole sarà punito.
Io invece, non ho avuto giustizia e, paradossalmente, hanno colpevolizzato mio figlio “un morto innocente ”per salvare “un vivo colpevole ”, hanno rifiutato di valutare le prove presentate, hanno chiuso drasticamente il caso, affermando che negli argomenti evidenziati non esiste alcuna traccia di violazione dei diritti dell'uomo, senza neppure dare le spiegazioni dettagliate, necessarie per convincere la parte lesa..
Che cosa può fare un semplice mortale di fronte all'onnipotente autorità di un solo giudice?
E' difficile vincere contro la forza del potere, ma io non mi sento” perdente”perché, prima o poi, la forza morale che sprigiona dalle mie lettere, peserà sulla coscienza di coloro che hanno tradito il mandato di emettere una giusta sentenza.
Ricordiamoci che solo la Giustizia può costruire una società pacifica.
Spero che consegnino questa lettera a Lei personalmente e spero che Lei on. Presidente della CEDU voglia leggerla con attenzione e possa riflettere sulle mie obbiezioni , che sono dettate da uno spirito .imparziale, razionale, democratico.
Delusa, ma non distrutta, La saluto,
Stella Ines ved. Casalboni
In data 10-08-2011 informo Sua Mestà il Re di Norvegia, il Presidente del Parlamento Norvegese, l'Ambasiatore Norvegese in Italia,l'Ambasciattrice Italiana in Norvegia,
del rifiuto della Corte ad inoltrare il Ricorso, relativo alla tragica morte di R.Casalboni e
alla ingiusta sentenza del Tribunale Norvegese, alla Corte Suprema, con la giustificazione che non sono state riscontrate violazioni al Codice.
E' una giustificazione indegna della CEDU, che è la sede dei Diritti dell'Uomo e quindi non può negare il diritto alla Vita e il diritto alla Giustizia, oltre ad altri diritti violati nel caso giuridico di R.Casalboni.
Quindi oggi inizio un "processo popolare"via internet, perchè sono convinta che nonostante il "caos" esistente nella società moderna, esistano ancora persone oneste,responsabili,razionali, che hanno il coraggio di esprimere liberamente il loro pensiero e il desiderio di rispondere alle domande che una Madre, delusa doll'intricato iter legale che ha negato la Verità e la Giustizia nel tragico caso della morte del suo unico Figlio, rivolgerà su facebook, per ottenere almeno una Vittoria morale, che può lenire il suo dolore e nel contempo può lanciare un messaggio a coloro che hanno tradito il loro mandato e subdolamente hanno raggirato chi aveva fiducia nella legge.
Sono colpevoli coloro che hanno causato la morte di mio Figlio, ma sono ancora più colpevoli coloro che deliberatamente non hanno portato alla luce la Verità e non hanno fatto Giustizia.
Il coraggio contro la paura. Non esiste la paura quando si difende una causa comune che mira al miglioramento di una Società al limite del degrado.
Perciò il verdetto popolare, basato sulla saggezza popolare, può riscattare l'Ingiustizia subita da R.Casalboni, che rappresenta tutte le Vittime della strada che non hanno potuto gridare la loro innocenza.
L'urlo di Munch rappresenta in tutto il suo significato, il momento terribile della loro tragica morte.
Non chiedo alcun risarcimento per i gravi danni morali, fisici, economici, subiti in tanti anni di lotta; mi basta una vittoria morale, perchè sarebbe per me un conforto sapere che la morte di mio Figlio non è stata inutile, ma ha contribuito ad iniziare un rinnovamento giudiziario necessario affinché i funzionari delle Istituzioni Statali siano fedeli all'etica professionale e operino in un clima di vera democrazia, in nome di una vera Giustizia.
La Magistratura è in crisi molti sono i ricorsi, le cause, i processi, molte persone sono in attesa di giudizio.
E'chiaro che i magistrati sono oberati da un lavoro intenso e gravoso, pieno di responsabilità, per cui essi possono perdere la calma e la lucidità necessaria per potere essere imparziali.
Talvolta un giudice può trascurare una testimonianza scomoda, può omettere prove importanti per l'accusa o la difesa, talaltra può cancellare, con un colpo di spugna, la colpa di una persona che ha commesso un reato e colpevolizzare un innocente indifeso senza ricorrere in alcuna responsabilità personale.
E' ciò che è accaduto nel caso di R.Casalboni, mio Figlio.
E'giusto che la Magistratura sia indipendente, affinché rimanga immune da pressioni politiche, pressioni di "casta", pressioni private, ma è anche vero che questa "libertà" non vigilata"può portare a un potere assoluto che nessuna Autorità può contrastare se è comprovata l'ingiustizia perpetrata.
Questo è un tradimento all'etica professionale, perchè solo la Giustizia può riscattare la Morte di un Uomo e solo la Giustizia può riscattare la colpa di chi ha commesso un reato.
Io comprendo che la "Verità del Tribunale" può non coincidere con la "Verità reale", quando non ci sono le prove concrete dei fatti occorsi. Ma quando noti periti, fedeli all'etica professionale, presentano le prove concrete dei fatti occorsi la "Verità del Tribunale" deve coincidere con la "Verità reale"
Non è stato così nel caso di R.Casalboni .
Tragico caso che non è stato risolto ma è stato sepolto per abuso di potere.
A voi lettori la libertà di esprimere saggiamente il vostro parere, le vostre critiche, il vostro giudizio.
Tenete presente che tutte le Istituzioni, diplomaticamente, hanno dichiarato il loro cordoglio per la tragica morte di mio Figlio, ma tutte "se ne sono lavate le mani" per paura della Verità e delle complicazioni internazionali conseguenti
Tenete presente che il giudizio popolare, basato sulla atavica saggezza e sulle reali necessità del popolo, può dare l'input per avviare la rinascita dei valori necessari a ritrovare l'equilibrio, la trasparenza, la dignità di una Società democratica, protesa, pur nella diversità, alla risoluzione dei problemi sociali e, nel contempo allo sviluppo culturale, tecnico, scientifico,in tempi moderni .
Tenete presente che l'anelito di Giustizia serpeggia in tutto il mondo e che, in una visione globale dell'Umanità, ci fa sentire tutti uguali, per cui, nel rispetto dei "diritti e doveri" di un Uomo, nella Società non devono esistere abusi di Potere.
La Giustizia non ha Patria
La Giustizia parla un unico idioma.
La Giustizia è la Madre di una società pacifica
Conclusione del tragico caso giudiziario di Roberto Casalboni
Dal 17-08-2003 al 17-08-2011 sono trascorsi 8 anni di dolore e di dura lotta.
Tutti i Ricorsi inoltrati alle varie Istituzioni coinvolte nel caso giudiziario di Roberto Casalboni sono stati rifiutati, senza che le prove presentate da noti professionisti, fedeli all'etica professionale,siano state giustamente valutate, saggiamente confutate,
oculatamente demolite
.
Mi sono trovata in un dedalo di vie sconosciute, di fronte a tante Istituzioni, che rispondevano sempre : -Abbiamo fatto le dovute indagini, ma tutto risulta regolare.- Tante lettere con precisazioni, considerazioni, riflessioni, solleciti.
Tante email, fax, sms, telefonate,colloqui, convegni.
Tanto dolore,tanta angoscia, tante delusioni, tante spese.......Tutto inutile !
Bisogna essere ciechi, sordi, inerti, per non portare alla luce quella “Verità” di cui si hanno prove......... Il cosiddetto “muro di gomma” è impenetrabile.
Risulta chiaro una coalizione delle forze di Potere che, incatenate da una strenua autodifesa, non sono aperte alla democrazia.
In Democrazia si devono riconoscono gli errori commessi, perchè da una esperienza negativa può scaturire lo stimolo a migliorarsi e a riparare gli errori commessi
.
Non è stato così nel tragico caso di Roberto Casalboni.
Deliberatamente hanno rinnegato tutte le testimonianze a loro sfavorevoli, tutte le istanze
concrete della difesa, si sono coalizzati, si sono tappati nel loro fortino e poi, abusando del loro Potere, hanno chiuso drasticamente il caso.
Se ritenevano che avessi mentito o che avessi spinto i periti a presentare prove false per difendere mio Figlio,colpe molto gravi contro due Stati, avrebbero dovuto denunciarmi.......
Ma non l'hanno fatto perchè in un Processo regolare, la”Verità tecnica” e la”Verità medica”
sarebbero venute alla luce a favore di Roberto Casalboni”sulla base delle perizie dei noti Professionisti, che hanno studiato il caso e hanno portato alla luce la “Verità”
.
Risulta chiaro che io, Madre della Vittima, ho sempre combattuto con armi legali, non riconosciute dalla controparte, per ottenere quella Giustizia che avrebbe riscattato non solo la morte di mio Figlio, ma la morte di tante Vittime innocenti, che non hanno potuto chiedere Giustizia.Purtroppo ho conosciuto la subdola strategia che i funzionari usano per sviare le indagini, per confondere la “Verità”, per rendere anonime le loro dichiarazioni e non lasciare traccia delle stesse, per prolungare i tempi, per chiudere il problema con la solita concisa frase :- Tutto è risultato regolare -
E'la forza del Potere che considera i cittadini come persone ignoranti, abuliche, paurose, inerti..........quindi chi ha il Potere può prendere decisioni soggettive, con lo scopo di non ledere gli interessi di Istituzioni coese a difendersi.
Io ormai ho percorso la mia “Via Crucis” fino alla fine dei miei giorni........
Ora lascio in eredità a Voi, che, per i vostri figli, volete una Società migliore, il compito di andare avanti e di lottare, uniti alla AIFVS, per ottenere leggi che difendano le Vittime e penalizzano i colpevoli e nel contempo per richiamare i giudici ad applicare le leggi con il giusto equilibrio e la dovuta fermezza..
.
E' necessaria una ri-evoluzione dell'Umanità, basata sui “diritti e doveri”degli Uomini,
sull'etica professionale che rispetta il concetto di uguaglinza di fronte alla legge, sulla
responsabilità singola che diviene responsabilità collettiva,su un governo democratico che
non cade in abusi di Potere, ma che sa mettersi al servizio dei cittadini.
La nobildonna Emilia Valori, che ha salvato tanti Ebrei dalla deportazione nei lager,
ha scritto : “La Vita è un fatto che riesce a diventare un valore solo se sappiamo metterla al servizio degli altri .”
Vedi Isaia 64,6
La Giustizia degli uomini è un panno immondo”
Ma noi tutti abbiamo il dovere di lavare quel panno immondo con la forza dell'intelligenza, con il coraggio dell'onestà, con la coscienza della responsabilità del futuro dell'Umanità.
Solo così, potremo avere il rispetto di noi stessi,come Uomini.
I nostri piccoli passi contribuiscono al processo di maturazione per il miglioramento della Società.
Coraggio, date il vostro voto a favore della Giustizia.
Non temete, tale partecipazione non porrà alcun marchio sulla vostra pelle
Servirà solo a dimostrare che nel “caos” della Società moderna, molte sono le persone
responsabili che non desiderano rimanere schiavi di un Sistema subdolo, corrotto, demagogico, servirà solo a dimostrare che fate parte di quella schiera di persone intelligenti, che vogliono un Sistema democratico, trasparente,basato su valori sani, per cui Giustizia non è Ingiustizia, Libertà non è libertinismo, Socialità non è individualismo.
Sono certa che, dopo avere letto attentamente l'intricato “iter” del caso giudiziario di Roberto Casalboni, avete potuto cogliere il palese ostruzionismo di quelle Istituzioni che, invece di difendere i Diritti dell'Uomo, come è nel loro mandato, non hanno portato alla luce la Verità e non hanno fatto Giustizia.
Per concludere, rivolgo a Voi, attenti lettori, sette domande che tuttora non hanno avuto risposta, affinchè Voi possiate dare una conferma che è necessario portare un rinnovamento nel Sistema giudiziario, sociale, politico, per salvare le generazioni future.
1° domanda
E'giusto che un Giudice dl Tribunale, in un Pubblico Processo, basi la sua sentenza su una velocità falsa, da lui inventata, in quanto non supportata dai periti addetti (Kmh. 90 del giudice, contro Kmh.59 dell'ingegnere norvegese che ha commesso un errore di computo, e i Kmh.41 dell'ingegnere italiano ricavati da un serio studio dinamico-cinematico)?
2°domanda
E'giusto che un medico chirurgo per difendersi esponga una tesi medica, che non ha basi riconosciute dalla medicina ?
E' giusto che un medico chirurgo non faccia tutto il possibile per salvare un Uomo, tradendo il giuramento di Ippocrate ?
3° domanda
E' giusto che una Ambasciata all'Estero non si interessi di fare inoltrare, tramite l'avvocato di fiducia (che lei stessa aveva indicato), l'Appello di una Madre all'ingiusta sentenza del giudice, giustificando la sua omissione con la frase irresponsabile :-La causa di N.N. è perduta in partenza - ?
A che servono le rappresentanze all'estero, se abbandonano i cittadini in grave difficoltà ?
4° domanda
E'giusto che un avvocato di fiducia norvegese, non trasmetta tempestivamente i documenti relativi al caso giudiziario, più volte richiesti ? E'giusto che un avvocato lasci il suo mandato,senza affidare il caso ad un altro avvocato, in modo che non decadano i termini per l'mpugnazionedella sentenza di 1°grado ?
5° domanda
E'giusto che un Procuratore chiuda drasticamente un caso di Morte, senza prima avere indagato,confutato, valutato e senza avere poi demolito, con valide giustificazioni, le prove presentate da noti periti della difesa ,fedeli all'etica professionale ?
6° domanda
E' giusto che un unico giudice della CEDU, sede dei Diritti dell'Uomo, neghi il Diritto alla Vita a una Vittima innocente ? E'giusto che un unico giudice della CEDU, sede dei Diritti dell'Uomo, neghi il Diritto alla Giustizia, richiesta dalla di lui Madre ?
7° domanda
E'stato rispettato l'accordo bilaterale Italia-Norvegia ?
Un cittadino norvegese sarebbe stato trattato nello stesso modo in Italia ?
Ribadisco che mio Figlio è stato trattato peggio di un animale in un Paese civile.
E' stato coinvolto in un incidente stradale, causa la disattenzione di un autista che non ha rispettato lo Stop e gli ha tagliato la strada.
E'stato vittima di negligenza nell'ospedale, perchè l'hanno lasciato mezz'ora senza cure mediche e gli infermieri hanno avuto il coraggio di dichiarare che non collaborava.........
Ma come poteva collaborare se aveva la bocca che sanguinava, aveva in atto una emorragia interna, non capiva il loro idioma, non sapeva dove era, non aveva un familiare vicino a sè e se era attanagliato dalla paura della Morte ?
E' una scena raccapricciante che mi fa rabbrividire e mi fa urlare di dolore.
Tutti i Ricorsi sono stati rifiutati con la diplomatica risposta :- Abbiamo fatto indagini, ma tutto è risultato regolare - Questa è una subdola coalizione delle forze del Potere che si autodifendono e tradiscono cinicamente i Diritti dei cittadini...........
Perciò mi pongo una domanda : – Per quale ragione i cittadini devono pagare le imposte a uno Stato che dissipa il denaro dei cittadini in spese superflue, non risolve i problemi sanitari, sociali,politici all'interno del Paese e non garantisce la difesa dei suoi cittadini all'Estero ?
A Voi tutti, che formate la parte migliore della Società, la libertà di dare una risposta responsabile ai quesiti posti, per rispetto a Voi stessi, per il futuro dei Vostri Figli, per
un sano miglioramento della Società.
Confido nella Vostra collaborazione, Stella Ines ved. Casalboni e.mail: stellarimini@hotmail.it